
Introduzione
A partire dal 20 febbraio è disponibile online il cedolino di marzo 2025 della propria pensione Inps. I pensionati possono accedere all’area riservata del sito o all’app dal telefonino, verificando l’importo e gli eventuali conguagli.
Per visualizzare il cedolino è necessario accedere al sito Inps, selezionare “Cedolino della pensione” e autenticarsi con SPID, CNS o CIE. In alternativa, è possibile accedere al Fascicolo Previdenziale, navigando nella sezione “Prestazioni” > “Pagamenti”
Quello che devi sapere
Il ricalcolo
- Sul cedolino di questo mese si potrebbero notare conguagli a credito o a debito: sono determinati dal ricalcolo effettuato dall’Inps delle ritenute fiscali relative al 2024, di cui fanno parte anche Irpef e addizionali regionali e comunali. Se le trattenute sono state inferiori al dovuto su base annua, l’Inps ha recuperato le differenze dalle pensioni di gennaio e febbraio 2025. La rateazione di recupero si estende però fino a novembre se i pensionati hanno un reddito annuo fino a 18mila euro e un conguaglio a debito oltre 100 euro
Per approfondire: Pensioni, la stretta sull’uscita anticipata riduce gli assegni agli under 64. I dati Inps
L'acconto dell'importo dovuto per le addizionali comunali
- Nello specifico, nel cedolino di marzo potrebbero esserci fino a 60 euro in meno rispetto a febbraio: nel mese di marzo, come accennato prima, infatti, c’è anche la trattenuta dell’acconto dell’importo totale dovuto per le addizionali comunali, pari al 30%. In seguito, da gennaio a novembre dell’anno successivo, verrà trattenuto il saldo. È da versare al proprio comune di residenza e il suo totale varia dai singoli comuni
Le tempistiche e il calendario
I pagamenti seguiranno il consueto calendario Inps. Quindi, dal primo marzo si potrà eseguirei il ritiro in contanti presso Poste Italiane. Si segue il calendario alfabetico:
- sabato 1° marzo cognomi dalla A alla B
- lunedì 3 marzo cognomi dalla C alla D
- martedì 4 marzo cognomi dalla E alla K
- mercoledì 5 marzo cognomi dalla L alla O
- giovedì 6 marzo cognomi dalla P alla R
- venerdì 7 marzo cognomi dalla S alla Z
Il 3 marzo 2025 invece è previsto l’accredito su conti correnti bancari e postali
La rivalutazione
Le pensioni 2025 sono state in ogni caso adeguate all’inflazione – il processo si chiama perequazione automatica – e segnano un incremento generale dello 0,8% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo. Ecco l’applicazione degli aumenti, di seguito:
- Pensioni minime, incremento del 2,2% (fino a 616,67 euro mensili)
- Pensioni fino a 2.394,44 euro lordi, rivalutazione dello 0,8%
- Pensioni tra 2.394,45 e 2.993,06 euro, rivalutazione dello 0,72%
- Pensioni oltre 2.993,06 euro: rivalutazione dello 0,60%
Quali prestazioni sono escluse dalla rivalutazione
- Non sono invece soggette alla rivalutazione altre misure come assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione e APE Sociale, perché non sono considerati prestazioni pensionistiche
La rivalutazione negli anni passati
- Nel 2023 e nel 2024 la rivalutazione degli importi era stata riconosciuta in misura piena solo alle pensioni più basse, quelle fino a quattro volte il minimo Inps. A salire era stato previsto che gli assegni tra le 4 e le 5 volte il minimo Inps (tra i 2.102,52 e 2.626,90 euro lordi al mese) fossero rivalutati in misura pari all’85% del tasso di indicizzazione. Gli assegni tra 5 e 6 volte il minimo Inps vennero invece rivalutati al 53%, al 47% quelli tra 6 e 8 volte il minimo e al 37% quelli tra 8 e 10 volte il minimo. Discorso diverso, invece, per i trattamenti che superano di 10 volte il minimo per i quali il recupero dell'inflazione si è fermato al 32%. Questo taglio aveva permesso allo Stato un risparmio di 37 miliardi di euro, al netto delle tasse, fino al 2032. Da quest’anno, invece, il meccanismo di perequazione delle pensioni è tornato a essere quello in vigore fino al 2022
Scade il termine per il modello Red 2025
- Il 28 febbraio inoltre scadranno i termini per inviare il modello Red 2025, obbligatorio per i pensionati che percepiscono prestazioni collegate al reddito. La dichiarazione reddituale rilevante per le prestazioni collegate in godimento può essere comunicata direttamente all'INPS accedendo con le proprie credenziali al servizio online “RED Precompilato”. In alternativa, si può presentare tramite CAF e altri soggetti abilitati all’assistenza fiscale convenzionati con l'INPS oppure strutture territoriali INPS. Si ricorda che l'INPS non invia comunicazioni cartacee ai pensionati residenti in Italia per richiedere le dichiarazioni reddituali al fine di verificare il diritto alle prestazioni percepite collegate al reddito
Quota 41: da segnare il 31 marzo
- Un'altra scadenza importante sarà alla fine del prossimo mese, il 31 marzo 2025: l'Inps, nel messaggio 598 del 17 febbraio 2025, spiega che a decorrere dalla data di entrata in vigore del “Collegato lavoro” (12 gennaio 2025) le scadenze per presentare domanda di riconoscimento del beneficio di Quota 41 e di Ape sociale sono fissate al: 31 marzo; 15 luglio; 30 novembre
Per approfondire: Rivalutazione pensioni, ecco cosa cambia dopo la sentenza della Consulta. Le cifre