UniCredit, Orcel traccia la rotta su Commerzbank, Bpm e Generali

La comunicazione dei risultati finanziari del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2024 da parte di UniCredit sono stati l’occasione per parlare con l’AD Andrea Orcel dei 16 trimestri consecutivi in attivo, ma anche delle operazioni Commerzbank, BPM e Generali. L’intervista su Sky tg24 Insider è disponibile anche nella sua versione video. Altra trimestrale positiva per UniCredit. Prosegue il vostro periodo fortunato. Lei dirà non è solo fortuna. No, infatti, non è solo fortuna. Sono le persone di UniCredit che ci credono, sono unite. Abbiamo una visione chiara, abbiamo una strategia chiara e devo dire che lavorano in una maniera eccezionale. Hanno portato a termine 16 trimestri di seguito di crescita come diciamo noi, redditizia, perché ci focalizziamo molto su questo. E questo ultimo trimestre ci ha portato a vedere un 2024 dove abbiamo guadagnato quasi 10 miliardi e ci siamo preparati ad assorbire quello che succederà andando avanti. Al tempo stesso abbiamo aumentato le distribuzioni ai nostri azionisti a 9 miliardi. In 16 trimestri abbiamo reso ai nostri azionisti 26 miliardi e siamo pronti per i prossimi tre o quattro anni con una nuova fase del piano che ci porterà a dare ulteriori soddisfazioni, credo. A proposito di futuro, siete attivi su vari fronti. Avete iniziato con Commerzbank. Le volevo chiedere come commenta la reazione tedesca al vostro interessamento e come pensa che le cose andranno avanti? La prima cosa da dire è che Commerzbank per ora è solo un investimento. Ci siamo fermati a quasi il 30% come avevamo detto che avremmo fatto. Le premesse con le quali abbiamo approcciato questo investimento, che doveva essere un'operazione, non un investimento, sono quindi cambiate. Ma guardando avanti aspettiamo che il nuovo Governo sia formato e aspettiamo l'opportunità di poter discutere i dettagli dell'operazione, perché crediamo che sia un'operazione nel miglior interesse non solo per le due banche, per i loro azionisti, per le loro persone, ma anche per i loro clienti e per la piccola e media impresa tedesca. Parliamo di un “voto di fiducia” di più di 20 miliardi alla Germania, al settore bancario europeo e quindi all'Europa e quindi dal nostro punto di vista siamo molto ottimisti sul poter parlare con un nuovo Governo dopo le elezioni e convincerlo della bontà dell'operazione. Altro tavolo su cui siete attivi è quello di BPM e anche lì si è alzato qualche sopracciglio. Come se lo spiega e come pensa le cose possano proseguire? Su BPM abbiamo un'operazione in corso, quindi non posso entrare in troppi dettagli. Direi però che se lei guarda e torna indietro nella storia, BPM è sempre stata un'istituzione che aveva molto senso per UniCredit e viceversa. Si tratta di una banca che ci porterebbe a rafforzarci nella piccola e media impresa, che è uno dei canali principali su cui ci focalizzeremo nei prossimi tre-quattro anni, come anche sulla parte alta delle famiglie italiane che è un altro segmento di clienti che ci interessa e che ci porterebbe ad essere un forte numero due nel Paese e quindi poter investire ancora di più nel Paese stesso. Quindi per noi questa operazione ha moltissimo senso. Ci tengo a dire che se voi guardate al nostro network abbiamo talmente tanta fiducia nelle nostre persone che non l'abbiamo toccato, anzi ci abbiamo investito centinaia di milioni per rimetterlo a posto e faremo la stessa cosa anche lato BPM. Questa per noi è un'operazione che completa o completerebbe la posizione di UniCredit in Italia, che è il nostro Paese in cui siamo più radicati e in cui crediamo. Non vedo quindi degli elementi, diciamo così, negativi. Dovremmo vedere come rispondono gli azionisti alla nostra offerta che noi consideriamo corretta e andremo avanti su questa via. Ci sono possibilità che l'offerta possa essere rivista? Me lo chiedono tutti, ma io credo che il primo giorno fossi stato già abbastanza chiaro. Noi consideriamo l'offerta corretta perché abbiamo preso come riferimento il prezzo della banca prima dell'annuncio della possibile operazione con Anima e prima di altre “speculazioni” di M&A in Italia. Abbiamo anche detto che avremmo voluto vedere la performance della banca quando i tassi iniziano a scendere, quando il costo del rischio comincia a salire, quando l'inflazione spinge i costi e ci siamo riservati di rivedere le cose molto più in là quando avremmo avuto dettagli su tutte queste cose. Se queste cose giustificheranno un cambiamento di direzione o di prezzo, lo valuteremo, se no resteremo dove siamo. Avviandoci a chiudere da qualche giorno sappiamo che UniCredit è anche azionista di Generali. Ce ne spiega il motivo? Io credo che molte volte si cerchino interpretazioni dove ce ne sono molto più semplici. Generali è una grande società italiana come noi, paneuropea, che va oltre i confini del Paese. Siamo partner in vari Paesi dell’Unione visto che distribuiamo i loro prodotti. Nel corso di vari mesi, quindi, abbiamo investito con un'ottica meramente finanziaria arrivando alla partecipazione che abbiamo adesso. Per noi, per il momento, è tutto qua. I nostri tavoli sono altri, sono il piano che abbiamo presentato e come riusciremo a sorprendere il mercato di nuovo, nei prossimi tre anni, in ognuno dei prossimi tre anni. In secondo luogo, le nostre priorità sono i due punti di cui abbiamo parlato: l’investimento in Commerzbank e l’offerta per BPM. Sono quelle le operazioni industriali che vogliamo fare, quelle dove noi ci focalizziamo. Su Generali non abbiamo ambizioni di comprare la società o altro e per tutte le persone che mi conoscano noi facciamo delle operazioni industriali e ci muoviamo solo se c’è un interesse diretto per i nostri azionisti. Ma allora visto da Trieste, ma anche qua da Milano, dove ci troviamo, come guarda invece a quello che sta succedendo a valle di Generali quindi con l’OPS di Monte dei Paschi nei confronti di Mediobanca? Io credo, forse prendendo una prospettiva un pochino anglosassone visto che ci ho vissuto tanti anni, che sia una risposta che darà il mercato, che daranno gli azionisti. Ci sono istituzioni che hanno messo sul piatto un'offerta e se l'offerta va avanti e sarà un successo vorrà dire che gli azionisti la considerano corretta e la supportano. A quel punto siamo in economia di mercato e si dovrà rispettare quello che ne viene fuori. Se gli azionisti, invece, non la supportano, rispetteremo quella conclusione. Io non vedo quindi tutti questi altri movimenti che molti vedono. Ma da azionisti di Generali come pensate di comportarvi? Sarete come la Svizzera, neutrali, o avete delle preferenze? Per il momento è prematuro, io direi che noi osserviamo la situazione da un punto di vista neutrale. Un'ultimissima domanda. Quale è la situazione del credito in Italia e come vi state preparando ad un possibile cambio di rotta? Fino ad ora, data l'incertezza geopolitica, non c'è stata molta richiesta di credito, o meglio, la richiesta di credito è stata declinante e non è quindi aumentata, ma siamo pronti. In questo momento se lei vede i numeri di UniCredit, il nostro capitale, la nostra forza le iniziative che descriverò oggi sono tutte orientate a crescere e a crescere con aggressività rispettando il ritorno per gli azionisti. Se ci sarà quindi l'opportunità di crescere ulteriormente sulla piccola e media impresa e sul credito alle famiglie noi siamo qui. Inoltre, tanto per eliminare una certa percezione, se dovessimo concludere con BPM non abbiamo nessuna preoccupazione sulla concentrazione del credito sulla piccola e media impresa, anzi, la vediamo come un'opportunità unica di creare una maggior relazione con questi segmento di clienti che ci interessano e di crescere anche da quel punto di vista.

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