Auto elettriche, -15% sui prezzi Ue dal 2018. Ma in Italia +14%. Le cause e i dati

Economia
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Introduzione

La crescita di auto elettriche nel mondo ha subito un rallentamento negli ultimi 12 mesi. E, negli ultimi 5 anni, il prezzo medio di questi veicoli in Europa, Cina e Usa ha registrato un deciso calo, a fronte di un aumento medio dei listini delle vetture con motore endotermico. E in Italia? Una vettura elettrica costa il 25% in più di una tradizionale, ma dall’anno in corso il gap è destinato a ridursi per l’arrivo sul mercato di diversi nuovi modelli con prezzi inferiori ai 30mila euro. I dati emergono dallo studio di Jato Dynamics Il prezzo giusto dell’auto elettrica, presentato in anteprima europea a Roma

Quello che devi sapere

Frena la crescita delle auto elettriche

  • Lo studio evidenzia come la crescita di auto elettriche nel mondo stia rallentando: se dal 2019 al 2023 si è registrato un balzo da 1,4 a 7,4, milioni di unità, nei 12 mesi successivi le bev sono aumentate 'solo' di 1 milione e 200mila unità. In questo mercato il 51% dei veicoli è realizzato da costruttori cinesi, il 22% da brand americani, il 18% da marchi europei. Il report evidenzia anche come negli ultimi 5 anni il prezzo medio delle auto elettriche in tutto il mondo abbia registrato un deciso calo a fronte, invece, di un aumento medio dei prezzi di listino delle vetture con motore endotermico: nell’Eurozona, in particolare, il prezzo medio al dettaglio delle auto 'alla spina' è diminuito del 15% tra il 2018 e il 2024, mentre quello delle vetture diesel o a benzina è cresciuto del 7%. Un trend simile si è evidenziato negli Usa con una riduzione ancora più significativa dei prezzi delle bev (-25%).

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La situazione in Italia

  • In Italia, dove la quota di immatricolazioni resta bloccata al 4%, molto al di sotto della media europea, il prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche è aumentato del 14% in 6 anni. Un incremento spiegabile anche con la maggiore disponibilità, oggi rispetto al 2018, di veicoli più costosi. Focalizzandosi sui dati dei segmenti auto A e B, appare evidente come a fronte di una contrazione dell’offerta di modelli con motore tradizionale (passati da 42 a 22 unità in soli 6 anni), sia invece in atto una crescente diffusione di vetture elettriche, passate dagli otto modelli disponibili nel 2018, ai 13 dello scorso anno. 
  • E il 2025 si preannuncia come l’anno della svolta, con l’arrivo sul mercato italiano di diversi modelli nei segmenti A e B, con un costo di listino inferiore ai 30mila euro, destinati a segnare un’inversione di rotta. Stando allo studio di Jato, le vetture elettriche sul mercato italiano risultano più costose del 25% (nel 2023 la percentuale era del 36%) rispetto a quelle 'endotermiche'

Il caso della Cina

  • I progressi compiuti finora in Occidente sul fronte dell’offerta e della riduzione dei prezzi appaiono di poco conto se paragonati a quanto accaduto negli ultimi anni in Cina: oggi il prezzo medio al dettaglio di un’auto elettrica comprata in Italia è superiore del 126% rispetto a quello di una vettura acquistata nel Paese del Dragone. Stesso discorso vale per il Regno Unito dove una vettura elettrica costa mediamente il 122% in più rispetto al mercato cinese e negli Stati Uniti dove la percentuale di maggior costo raggiunge il +109%.

I prezzi

  • Il prezzo medio di una vettura elettrica in Italia è oggi di 67.058 euro, poco sopra la media europea (62.709 euro) e degli Usa (62.044 euro), molto distante dalla Cina (29.682 euro). Il direttore di Motor1 e InsideEVs Alessandro Lago ha commentato così i dati: "La varietà di offerta è la linfa del mercato: stimola l’interesse, la competizione e il miglioramento dei prodotti. Nel 2025, l’auto elettrica potrebbe beneficiare di condizioni favorevoli, ma resta il rischio che i pregiudizi, alimentati dal dibattito pubblico, rallentino la sua diffusione. Iniziative come questa sono cruciali per fare chiarezza, offrendo alle persone informazioni obiettive, critiche e costruttive, fondamentali per un dialogo consapevole e per abbattere le barriere culturali verso questa tecnologia."

In cosa può migliorare l'Italia

  • Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, ha evidenziato che “in Italia il 20% circa delle aziende della componentistica ha già investito nella produzione di componenti per veicoli elettrici. Occorre però lavorare per salvaguardare e accrescere la competitività della nostra filiera in un dominio tecnologico in cui, ad oggi, l’Ue non è il player più forte. In Italia, è importante introdurre un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e mettere in campo azioni per attrarre investimenti nel Paese, così da agevolare il rinnovamento del settore”.
  • Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, ha poi sottolineato come: “Unrae da tempo propone al governo una serie di strumenti concreti per accelerare la diffusione di veicoli a zero e bassissime emissioni: un piano di sostegno alla domanda pluriennale, almeno fino al 2027; la revisione del regime fiscale delle auto aziendali, con interventi su detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi, da parametrare in base alle emissioni di Co2; una politica mirata per lo sviluppo capillare di infrastrutture di ricarica elettrica”.

Servono politiche di supporto stabili

  • Per Francesco Naso, segretario Generale di Motus-E: “Il 2025 sarà molto importante per la mobilità elettrica. Se infatti sui segmenti più alti di mercato la parità di prezzo con l’endotermico è a portata di mano, la forbice si sta chiudendo anche sui modelli di massa, ampliando la platea di chi già oggi può ottenere un vantaggio nel total cost of ownership rispetto alle auto tradizionali. L’auspicio è che questo trend venga accompagnato da politiche di supporto stabili, anche sulle flotte aziendali, e da azioni a costo zero che valorizzino l’impegno degli operatori della ricarica, che stanno realizzando in Italia una rete tra le più avanzate d’Europa”.

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