Solo il 4% dei collaboratori si dichiara soddisfatto delle aziende, in cui manca soprattutto una leadership che susciti elevati livelli di fiducia. Un divario di ben 85 punti percentuali in confronto ai livelli di soddisfazione dei migliori luoghi di lavoro europei. "L'impatto diretto della cultura organizzativa e della qualità della leadership sulle prestazioni è innegabile" afferma Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia
I dipendenti italiani sono i più insoddisfatti d’Europa. È quanto emerso dal primo rapporto European Workforce Study, realizzato a livello europeo grazie a Great Place to Work. Solo il 43% dei dipendenti italiani, infatti, considera la propria azienda un ottimo luogo di lavoro. Il rapporto colloca il Bel Paese all’ultimo posto della classifica, dietro Cipro con il 53%, Polonia con il 47% e Grecia con il 44%. I collaboratori europei più soddisfatti invece, sono i danesi con il 75%, i norvegesi con il 73% e gli svedesi con il 68%. Mentre l’indice medio di soddisfazione lavorativa in Europa è pari al 59%.
Il report
Il sondaggio è stato realizzato ascoltando i pareri e le opinioni espresse da quasi 25mila collaboratori, attivi in 19 paesi europei. In generale, la gran parte della forza lavoro europea non si sente valorizzata e lo scarso apprezzamento mostrato dal management aziendale, con meno di un responsabile su due che ricerca e prende in considerazione con reale interesse i suggerimenti e le idee sviluppate dai dipendenti, genera insoddisfazione. Lo studio targato Great Place to Work individua i settori di tecnologia con il 65%, finanza con il 63% e servizi professionali con il 62%, gli ambiti in cui i collaboratori mostrano i più alti livelli di soddisfazione.
Produttività
Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia e Svizzera rappresentano i benchmark, ovvero i Paesi presi come metro di paragone a livello europeo, in termini di cultura aziendale e con riflessi diretti e positivi sulla produttività del lavoro. Il dato viene calcolato in base al PIL per ora lavorata. Con una differenza 15 punti percentuali circa, troviamo anche qui l’Italia in compagnia di Grecia, Polonia, Francia e Portogallo. La soddisfazione della forza lavoro ha un impatto diretto sulla produttività, per questo avere dei dipendenti insoddisfatti può costare alle aziende delle ingenti perdite nel confronto con i competitor in grado di soddisfare al meglio le esigenze dei collaboratori.

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Un leader credibile
Anche la qualità della leadership influisce sui risultati aziendali e, in questo senso, lo studio di Great Place to Work analizza un modello di leadership, quello della fiducia, basato su 3 componenti: la credibilità del management, l’equità nel trattamento e il rispetto nei confronti dei collaboratori. La qualità della leadership varia notevolmente in Europa, in cui troviamo modelli virtuosi come in Danimarca con il 64%, Paesi Bassi con il 63%, Norvegia e Svezia con il 62% e modelli dove meno di un collaboratore su due si fida dei propri responsabili come nel caso di Francia, Polonia, Grecia, Lussemburgo e Italia.
Le 10 motivazioni dell'insoddisfazione europea
- Mancato apprezzamento dei manager: sono meno di uno su due (49%) i responsabili che apprezzano un lavoro ben fatto e l’impegno mostrato dai collaboratori.
- Dialogo di facciata management-dipendenti: solo il 48% dei responsabili ricerca, con reale interesse, suggerimenti e idee dei dipendenti, prendendoli in seria considerazione.
- No extra premi: il 47% dei dipendenti dichiara di avere l’opportunità di ottenere un riconoscimento speciale.
- Stipendi poco equi: il 45% dei collaboratori ritiene di essere pagato in maniera equa per il lavoro svolto.
- Esclusione dalle scelte fondamentali sull’ambiente di lavoro: solo il 44% dei manager coinvolgono le persone nelle decisioni che influiscono sulle modalità e sul luogo di lavoro
- Favoritismi nelle nomine: poco più di 4 collaboratori su 10 (43%) pensano che i manager non facciano favoritismi.
- Welfare aziendale assente: il 42% dei collaboratori europei si vede riconosciuti dei benefit particolari.
- Diversità e inclusione: per i dipendenti solo nel 38% dei casi le organizzazioni europee comunicano in maniera efficace le informazioni relative alla neurodiversità e ai servizi di supporto.
- Meritocrazia: poco più di un terzo dei dipendenti europei (37%) ritiene che le promozioni vadano a chi le merita di più.
- Redistribuzione degli utili: solo il 36% dei collaboratori delle organizzazioni europee ritiene di ricevere una parte equa della ricchezza prodotta dall’azienda.