Diritto alla disconnessione, come funziona nel mondo dalla Spagna all'Australia. La mappa
EconomiaIntroduzione
Il diritto alla disconnessione è diventato sempre più rilevante a seguito del Covid e del conseguente sviluppo dello smart working. Nel mondo si procede però in ordine sparso, a cominciare dall’Europa. In Ue risulta in qualche modo normato – nel senso che esiste una legislazione pertinente – in 13 Stati membri. Ci sono però variazioni in termini di ambito, definizione, attuazione e applicazione. Francia, Spagna, Belgio (l'Italia è un caso particolare) per esempio, sono stati i primi Paesi con una legislazione nazionale sul diritto alla disconnessione.
Molti altri Paesi - Bulgaria, Cipro, Grecia, Croazia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Slovacchia - hanno introdotto altre formule, come emendamenti alle leggi nazionali esistenti o linee guida nazionali per stabilire questo diritto
Quello che devi sapere
I prossimi passi in Unione europea
- Restando in Ue, va citata la Risoluzione del 21 gennaio 2021, che ha invitato gli Stati membri a riconoscere il diritto alla disconnessione come fondamentale. Lo stesso documento ha chiesto alla Commissione di presentare una proposta di direttiva per “disciplinare l’uso degli strumenti digitali”. Nell’aprile del 2024 c’è stato un altro passo, perché Ursula von der Leyen ha fatto partire una prima serie di consultazioni delle parti sociali europee. Si punta a trovare un orientamento comune
Per approfondire: Lavoro, occupati in aumento ma l'Italia resta il fanalino di coda in Ue
Cos’è il diritto alla disconnessione
- Ma cosa si intende con l'espressione "diritto alla disconessione"? Il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile, ossia la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante il periodo di riposo, senza che questo comprometta la sua situazione lavorativa. La sua previsione è particolarmente importante nell’ambito del lavoro agile
Italia
- In Italia, come scrive anche Il Sole 24 Ore, esiste la legge n. 81 del maggio 2017, che prevede espressamente come “nel rispetto degli obiettivi concordati e delle relative modalità di esecuzione del lavoro autorizzate dal medico del lavoro, nonché delle eventuali fasce di reperibilità, il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro senza che questo possa comportare, di per sé, effetti sulla prosecuzione del rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”. Il diritto alla disconnessione non viene però definito a livello di legge quadro: in questo modo si lascia che siano gli accordi collettivi a definirlo
Francia
- Il primo Paese europeo a riconoscere questo diritto è stato invece la Francia, con la Loi du Travail del 2016. Viene chiamata anche “El Khomri” e vale per le imprese con più di 50 dipendenti. Queste aziende sono tenute a negoziare ogni anno con le rappresentanze sindacali la cosiddetta “charte informatique d’entreprise” (regolamento aziendale, che prevede anche la disconnessione). La norma è stata tuttavia abbastanza criticata, perché ritenuta abbastanza vaga
Spagna
- La legislazione spagnola è del 2020. Prevede, innanzitutto che “Le persone che svolgono lavoro a distanza” abbiano “gli stessi diritti che avrebbero avuto se avessero prestato servizi presso il centro di lavoro aziendale, esclusi quelli inerenti allo svolgimento in loco della prestazione lavorativa e non potranno subire danni in qualsiasi delle loro condizioni di lavoro, compresa la retribuzione, la stabilità del lavoro, l'orario di lavoro, la formazione e la promozione professionale”. All’articolo 18 viene inserito, fra i diritti del lavoratore, anche quello alla disconnessione: “L'obbligo aziendale di garantire la disconnessione comporta la limitazione dell'uso dei mezzi tecnologici di comunicazione aziendale e lavorativa durante i periodi di riposo, nonché il rispetto della durata massima della giornata e degli eventuali limiti e cautele in materia di orario di lavoro eventualmente stabiliti norme legali o convenzionali”
Belgio
- Dal febbraio 2022, i dipendenti della pubblica amministrazione belga – circa 65mila persone – non devono più rispondere a e-mail e telefonate fuori dell'orario di lavoro, e possono disconnettersi al termine di una giornata lavorativa a meno che non ci siano motivi "eccezionali" per non farlo. Si sta cercando di capire l'estensione di questo diritto anche alle aziende private, compatibilmente con l'opposizione dei gruppi imprenditoriali
Australia
- Fuori dall'Europa, all’inizio del 2024, il governo australiano ha approvato il Fair Work Legislation Amendment Bill 2023, che introduce la disconnessione. Nello specifico, “i dipendenti di datori di lavoro non di piccole imprese hanno il diritto di rifiutarsi di monitorare, leggere o rispondere a contatti (o tentativi di contatto) al di fuori del loro orario di lavoro, a meno che ciò non sia irragionevole. Ciò include contatti (o tentativi di contatto) da parte di un datore di lavoro o di terzi”. Per le piccole imprese questo diritto sarà arrivo a partire dal 26 agosto 2025
Canada
- Nel 2021 lo Stato dell’Ontario ha stabilito che “a partire dal 2023, e negli anni successivi, i datori di lavoro che impiegano 25 o più dipendenti al 1° gennaio di ogni anno devono adottare una politica scritta di disconnessione dal lavoro entro il 1° marzo dello stesso anno”. Questa misura, spiega il provvedimento, si va ad aggiungere all’Employment Standards Act, 2000 (ESA)
Per approfondire:
Lavoro, ricerca: "Smart-working fa bene ad ambiente e a vita privata"