Argentina, l'effetto Milei sull'inflazione

Lo scorso novembre l'inflazione su base mensile in Argentina è scesa al 2,4%, il livello più basso in oltre quattro anni, superando le aspettative che la stimavano al 2,8% e diminuendo rispetto al 2,7% di ottobre. Anche le stime sull'inflazione annuale sono in calo, passando dal 193% al 166%, e nonostante si tratti ancora di percentuali straordinariamente alte, il miglioramento è netto rispetto al picco del 300% raggiunto in aprile. Quando Javier Milei, l’attuale presidente, è stato eletto nel 2023, l'Argentina aveva il tasso di inflazione su base annuale più alto del mondo: 211%. L'inflazione mensile era al 13%, fino a raggiungere il 25% nel dicembre 2023. Ora il suo governo sta mettendo in atto drastiche misure di austerità per ridurre il deficit e tentare di stabilizzare l'economia, con ingenti tagli alla spesa pubblica e una svalutazione controllata del peso – la valuta dell’Argentina. Con la diminuzione dell’inflazione, gli argentini stanno iniziando a recuperare potere d’acquisto, ma la strada è ancora lunga e dolorosa. Le misure di austerità hanno infatti avuto un pesante impatto sulla società argentina, in particolare sulla classe media. Il tasso di povertà è passato dal 40% del 2023 al 53% nella prima metà del 2024 e da allora è rimasto sempre intorno al 50%. È aumentata anche la disoccupazione, i salari reali si sono ridotti e la recessione ha colpito duramente la classe media e chi lavora nel pubblico. Nonostante le difficoltà, grazie alla riduzione dell’inflazione e le sue capacità comunicative, Milei mantiene un buon livello di sostegno politico. Questi anni di inflazione hanno prodotto un altro fenomeno tipico di queste congiunzioni economiche: l’enorme quantità di denaro in circolazione, stampato in maniera selvaggia per fare fronte alle spese del deficit di governo. Il giornale argentino La Nacion tiene traccia della quantità di denaro in circolazione in Argentina, che a metà dicembre 2024 ammontava a circa 11 miliardi di banconote e quasi 10 miliardi di monete. Oggi esistono 18 tagli di moneta legale: nove banconote e nove monete. Il valore totale delle banconote in circolazione ammonta a più di 17 milioni di milioni di pesos, in aumento del 10% rispetto a metà novembre. Una cifra spaventosa, se si considera che tra il 2003 e il 2012 non aveva mai superato i 170 mila milioni, per poi superare quota 1 milione di milioni a fine 2019 e quasi triplicare nell’arco di un solo anno, tra il dicembre 2023 e il dicembre 2024, passando da 6 milioni di milioni alla cifra attuale. Per quanto riguarda le monete, il valore totale è di quasi 9 miliardi di pesos, ed è rimasto lo stesso da fine marzo 2022, quando la Banca centrale dell’Argentina ha deciso di interromperne la coniazione in favore delle banconote. Anche in questo caso negli ultimi quindici anni l'aumento del valore in circolazione è stato vertiginoso: a inizio 2007 circolava un miliardo di pesos in monete, passando dai 3,5 miliardi a inizio 2017, ai 6 miliardi a metà 2020, fino ai quasi 9 attuali.

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