Argentina: il piano Milei tra promesse e pericoli

L’Argentina si trova, ancora una volta, al centro del dibattito economico internazionale. Il presidente Javier Milei, con il suo approccio ultraliberista, sta implementando un programma di riforme radicali che promette di trasformare l’economia del Paese. Un esperimento ambizioso, ma non privo di rischi, che sta dividendo analisti e osservatori in tifoserie contrapposte, liberisti da una parte, keynesiani dall’altra. In mezzo un popolo, quello argentino, che da troppi anni vive in una economia allo sbando e che spera solo di trovare una via d’uscita, liberale o statalista che sia. Un Paese in Crisi Cronica Prima di giudicare le politiche di Milei, è fondamentale contestualizzare la situazione. L’Argentina è un Paese che ha conosciuto quasi una decina di default da quando è stata fondata nel 1816 di cui tre dal 2000. L’iperinflazione, che aveva raggiunto il 1400% annuo nel 2023. - parliamo di qualcosa come del 2% al giorno, cioè in Argentina i prezzi aumentano ogni giorno di un tasso pari a quello a cui aspira la nostra banca centrale per un anno - rappresenta un “male cronico” che ha messo in ginocchio generazioni di argentini. A ciò si aggiunge una povertà dilagante con oltre metà della popolazione sotto la soglia e molti di questi abbondantemente sotto. La gravità della crisi ha spinto molti a credere che fosse necessaria una terapia shock. Milei, con il suo linguaggio diretto e il suo simbolico uso della motosega, ha catalizzato questa rabbia e disperazione, proponendo un approccio radicale per risolvere problemi apparentemente irrisolvibili. Le Tre Colonne del Piano Milei Le riforme promosse da Milei si articolano attorno a tre grandi pilastri: il rigore fiscale, l’apertura dei mercati e il controllo della moneta. Il primo ha visto una drastica riduzione della spesa pubblica, con tagli che hanno interessato pensioni, sanità e trasporti, raggiungendo in un anno il pareggio di bilancio. Questo risultato, che rappresenta una netta inversione rispetto alla tradizione argentina di finanziare il deficit stampando moneta , ha avuto un costo sociale elevatissimo. La disoccupazione è aumentata, e milioni di persone, già al limite, sono scivolate in povertà. L’apertura dei mercati ha puntato a eliminare i vincoli sui prezzi e sui contratti, con l’obiettivo di stimolare la competitività. I canoni d’affitto sono prima aumentati rapidamente, creando ulteriore pressione sulle famiglie già colpite, per poi calare per mancanza di domanda per poi calare per assenza di domanda. Dall’altra parte si è osservata una crescita dell’offerta di beni e servizi. Tuttavia, senza un sostegno sociale adeguato, questi cambiamenti rischiano di aumentare le disuguaglianze. Sul fronte monetario, l’inflazione è stata ridotta dal 25,5% mensile del dicembre 2023 al 2,7% nell’ottobre 2024, il livello più basso degli ultimi anni. Ciò è stato possibile attraverso una svalutazione significativa del peso argentino e l’introduzione di un complicato sistema di tassi di cambio multipli . Sebbene questa strategia abbia migliorato la fiducia dei mercati, il potere d’acquisto dei cittadini resta ancora molto compromesso. Risultati e Dubbi A quasi un anno dall’inizio del mandato di Milei, alcuni segnali indicano una parziale ripresa economica. Il PIL, dopo un calo del 3,4% nel 2024, dovrebbe crescere del 5% nel 2025. La bilancia commerciale ha registrato un surplus di 21 miliardi di dollari nei primi dieci mesi del 2024, e il rischio Paese si è ridotto. Tuttavia, la povertà, salita al 52,9% nel primo semestre del 2024, e un consumo privato ancora in calo testimoniano le difficoltà sociali che accompagnano questo percorso di stabilizzazione. Un Approccio Keynesiano al Paradosso di Milei Da una prospettiva keynesiana, le politiche di Milei sollevano interrogativi importanti. L’austerità estrema, senza un contemporaneo stimolo alla domanda interna o un piano per incentivare investimenti privati, rischia di consolidare una stabilità fragile. La compressione della spesa pubblica, pur necessaria per ripristinare la fiducia dei mercati, è stata attuata senza misure parallele per tutelare le fasce più deboli della popolazione. Questo approccio potrebbe soffocare le possibilità di una ripresa sostenibile e inclusiva. Eppure, è innegabile che l’inflazione fuori controllo e la mancanza di credibilità delle politiche economiche precedenti richiedevano una risposta drastica. La vera sfida per Milei sarà trasformare questa stabilizzazione iniziale in una base solida per la crescita, evitando che il peso delle riforme gravi esclusivamente sui più vulnerabili. Lezioni per il Futuro L’esperimento argentino offre spunti di riflessione per altri Paesi che affrontano crisi profonde. Combattere l’inflazione è essenziale, ma le politiche economiche devono essere calibrate per minimizzare le conseguenze sociali. Milei ha ottenuto risultati notevoli sul piano macroeconomico, ma resta da vedere se sarà in grado di consolidarli senza sacrificare la coesione sociale. Se l’Argentina riuscirà a tradurre questi successi tecnici in una crescita duratura e inclusiva, il modello Milei potrebbe rappresentare una svolta. Altrimenti, rischia di diventare l’ennesimo capitolo di un lungo ciclo di speranze infrante. Mentre l’Argentina si trova ancora in bilico, il mondo osserva, consapevole che le risposte argentine potrebbero rivelarsi preziose anche per altri.

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