Dazi Ue su auto elettriche cinesi, calo della quota di mercato per i brand di Pechino

Economia
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Introduzione

Si vedono i primi effetti dei dazi europei sull’import di auto elettriche cinesi. I dati sulle immatricolazioni in Ue a novembre hanno confermato due aspetti: prima di tutto, il lungo periodo di domanda stagnante. In secondo luogo, si evidenzia il netto calo della quota di mercato per i marchi della Cina.

 

Secondo la società di ricerca Dataforce, citata da Bloomberg, Byd, Saic e Mg si sono accaparrate il 7,4% di tutte le auto elettriche, contro l’8,2% del mese precedente: si stratta della peggior performance da marzo

Quello che devi sapere

I dati

  • Secondo quanto scrive Bloomberg, i produttori come BYD Co. e MG di SAIC Motor Corp. hanno rappresentato il 7,4% delle immatricolazioni di veicoli elettrici in tutta Europa a novembre, in calo rispetto all’8,2% di ottobre. Si tratta del livello più basso da marzo.
  • La società statale SAIC di MG è stata la più colpita, con tariffe che ora ammontano al 45%. La casa automobilistica cinese per lungo tempo più venduta in Europa ha recentemente vacillato, registrando un calo delle immatricolazioni del 58% il mese scorso rispetto all'anno precedente, sulla base dei dati forniti dalla società di ricerca Jato Dynamics.

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L'Ue impone i dazi sulle vetture elettriche cinesi

Il negoziato continua

  • Le differenti aliquote applicate sui marchi dipendono “dal livello di collaborazione” che le varie case hanno avuto con la Commissione Europea durante l’indagine sui sussidi pubblici che i produttori ricevono in Cina e che permettono di fornire prezzi più bassi dei concorrenti che producono in Europa. Ad ogni modo, è ancora presto per stabilire quanto sarà stabile ed efficace l’effetto dei dazi sul mercato. Inoltre va ricordato che continua un negoziato tra i due blocchi per trovare una soluzione alternativa. Una controprova intanto però la dà il Regno Unito, dove senza vincoli doganali gli stessi marchi sono cresciuti del 17% in un anno.

 

Le mosse dell'Ue sui dazi

  • I dazi sulle auto elettriche cinesi erano stati approvati dai Paesi dell'Ue a ottobre, in risposta ai massicci sussidi considerati sleali concessi da Pechino. La misura mira a bilanciare il mercato europeo, contrastando l’afflusso di veicoli cinesi a prezzi che la Commissione europea ritiene indebitamente competitivi grazie al sostegno finanziario statale.

 

Il regolamento

  • Nel regolamento di attuazione pubblicato sul registro dei documenti della Commissione, si specifica che i dazi aggiuntivi sono del 17% per Byd, del 18,8% per Geely, del 35,3% per Saic, del 7,8% per Tesla Shanghai (la casa Usa produce anche in Cina e lì ha goduto di sussidi pubblici), del 20,7% per altre società che hanno cooperato con l'indagine della Commissione e del 35,3% per tutte le altre società che producono veicoli elettrici in Cina e li esportano nell'Ue, che non hanno collaborato. Tra le società che hanno cooperato e che saranno colpite da un dazio del 20,7% figurano Bmw Brilliance, joint venture tra la casa tedesca e una cinese; la China Faw Corporation, uno dei più grandi produttori automobilistici cinesi, che ha joint venture con Volkswagen, Audi, Toyota e Mazda; altri grandi produttori cinesi come Dongfeng e Great Wall. I dazi sono aggiuntivi a quelli già esistenti.

 

La durata dei dazi

  • I dazi resteranno in vigore per cinque anni. In Cina, sussidi per la produzione di auto elettriche sono disponibili lungo "tutta la catena del valore", a tutti i livelli (nazionale, provinciale e locale). Le sovvenzioni, secondo l'indagine condotta nei mesi scorsi dalla Commissione Ue, assumono molte forme, come ad esempio finanziamenti preferenziali per i produttori, fornitura di terreni a prezzi inferiori a quelli di mercato e trasferimenti diretti. I dazi definitivi sono stati leggermente ridotti rispetto a quelli provvisori. La Commissione ha ricevuto "molti commenti" da parte delle controparti interessate, sia cinesi che dell'Ue, ma sono stati quasi tutti "respinti", perché spesso "non corretti nei fatti, giuridicamente errati o infondati". L'esecutivo Ue ha quindi confermato che le "importazioni sussidiate dalla Cina" di veicoli a trazione elettrica stanno provocando una "minaccia di danno consistente" all'industria dell'Ue, mentre "altri fattori non hanno attenuato tale nesso casuale, né individualmente né collettivamente". 

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