Irpef, ipotesi taglio della seconda aliquota per lavoratori e pensionati. La simulazione
EconomiaIntroduzione
Come manifestato in più occasioni dal viceministro dell’Economia con delega al Fisco Maurizio Leo, il governo studia una riduzione dello scaglione che grava sui redditi tra i 28mila e i 50mila euro. Obiettivo della misura su cui ragiona il Mef è di abbattere di 1-2 punti l'aliquota della tassa sui redditi che nel migliore dei casi calerebbe al 33%
Quello che devi sapere
Il nodo risorse
- Dopo lo stop alla presentazione degli emendamenti in Commissione Bilancio alla Camera, l’esame della Manovra 2025 è entrata nella sua fase cruciale. Per un eventuale intervento sull’Irpef, tuttavia, l'esecutivo cerca risorse aggiuntive che potrebbero arrivare dal concordato preventivo biennale delle Partite Iva
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La rubrica di Carlo Cottarelli: "L'economia cinese è nei guai. Ma sono anche affari nostri"
Il concordato preventivo
- Alla scadenza del 31 ottobre scorso, circa 522mila autonomi hanno aderito al “patto” biennale con il Fisco che permette di pagare le tasse sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate. Nelle prossime ore il governo dovrebbe presentare un decreto per estendere fino al 12 dicembre i termini della sottoscrizione. Obiettivo della norma è allargare l’efficacia dell’operazione che nella prima tranche ha portato 1,3 miliardi di euro nelle casse dello Stato
I calcoli
- Come stimato da un'analisi della Fondazione nazionale dei Commercialisti, le entrate generate finora dal concordato sarebbero sufficienti ad abbattere di un punto il secondo scaglione Irpef. Le risorse attuali sarebbero però insufficienti per un taglio dell’aliquota al 33% per i quali servirebbero almeno 2,5 miliardi di euro
Irpef e taglio cuneo
- Come detto, il possibile taglio del secondo scaglione Irpef punta a favorire i redditi tra i 28mila e i 50mila euro tra lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi. Queste ultime due categorie, tuttavia, non sono interessate dal taglio del cuneo fiscale che sarà prororgato per tutto il 2025 ma “cambia pelle” e passa dall'essere uno sconto sui contributi Inps ad una detrazione sul lavoro
Le simulazioni
- Secondo i calcoli della Fondazione commercialisti, il taglio di uno o due punti di aliquota Irpef non sarebbe sufficiente a colmare la perdita causata dalla fine della decontribuzione. Ipotizzando per esempio un’aliquota ridotta al 34%, i lavoratori dipendenti appartenenti alla fascia di reddito di 30mila euro vedrebbero un calo pari a 101 euro. Una perdita analoga sul reddito annuo si verificherebbe anche nell’ipotesi di un taglio di 2 punti percentuali
Stipendi da 40mila euro
- A beneficiare del "mix" tra il taglio dell'Irpef e del cuneo fiscale sarebbero soprattutto i lavoratori con 40mila euro di retribuzione. Nell’ipotesi di aliquota al 34%, il guadagno annuo ammonterebbe a 543 euro e salirebbe a 627 con l'aliquota al 33%
Retribuzioni da 60mila euro
- Nella simulazione che mette a confronto l'Irpef e il taglio del cuneo fiscale, Fondazione Commercialisti stima un guadagno più lieve per i lavoratori dipendenti che dichiarano annualmente 60mila euro di retribuzione, pari a 54mila di reddito imponibile. In caso di Irpef al 34%, il beneficio non andrebbe oltre i 220 euro l’anno mentre raddoppierebbe a 440 nell’ipotesi di un’aliquota al 33%
Pensionati e autonomi
- Come detto, pensionati e lavoratori autonomi - essendo esclusi dal taglio del cuneo fiscale - potrebbero beneficiare direttamente di un intervento sull’Irpef. Nell’ipotesi di aliquota al 34%, i contribuenti con redditi dai 30mila ai 50mila euro vedrebbero un guadagno che oscilla tra i 20 a 220 euro. L’importo è destinato a raddoppiare se il governo opterà per un abbattimento della tassa sui redditi di 2 punti percentuali
Le differenze di tassazione
- Da quando è iniziato il taglio del cuneo fiscale, si è allargata la differenza della tassazione tra i lavoratori subordinati e il blocco rappresentato da pensionati e lavoratori autonomi. Per effetto della decontribuzione, i pensionati dispongono di 2mila euro in meno rispetto ai dipendenti appartenenti alla medesima fascia di reddito
Redditi tra i 50 e i 75mila euro
- Un’ulteriore novità interessa una fascia di contribuenti con redditi compresi tra i 50mila e i 75mila euro. Dal prossimo anno decade la franchigia di 260 euro sulle detrazioni fiscali introdotta nella scorsa Legge di bilancio per finanziare il taglio del cuneo. Di conseguenza, per questa platea di contribuenti la fine del blocco porterà ad un “mini aumento” di reddito. I redditi oltre i 75mila euro, invece, subiranno una tagliola sugli sconti fiscali
Chi versa di più Irpef?
- In Italia 17 milioni di contribuenti, oltre il 40% del totale, dichiarano di guadagnare meno di 15mila euro l'anno e pagano solo l'1,29% dell'Irpef complessiva. Coloro che invece dichiarano redditi dai 35mila euro sono 6,4 milioni, il 15, 27% del totale, e pagano il 63,4% dell'imposta sul reddito della persona fisica. Sulla base delle dichiarazioni dei redditi riferite al 2022, l'Italia si presenta come un Paese spaccato a metà nel quale oltre il 93% dell'Irpef è pagato dal 46,81% dei contribuenti, quelli che dichiarano almeno 20mila euro di reddito
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