Canone Rai, possibile taglio a 70 euro: cosa prevede l'emendamento della Lega
EconomiaIntroduzione
La Lega ha depositato un emendamento al decreto legge fiscale collegato alla Manovra per confermare il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro come previsto dalla scorsa legge di Bilancio. "Ci hanno votato come Lega, centrodestra e governo per tagliare le tasse", ha detto il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini.
Una posizione che però non trova d'accordo gli alleati di governo, a cominciare da Forza Italia. Antonio Tajani, l'altro vicepremier e leader azzurro, ha parlato senza mezzi termini di una proposta che "rischia di fare un danno alla televisione pubblica" e che il suo partito "non voterà". Stessa opinione per Maurizio Lupi di Noi Moderati, mentre Fratelli d'Italia al momento non si è ancora espressa sulla questione. A inizio della prossima settimana, il centrodestra potrebbe fissare un incontro per parlare di questo e di altri emendamenti
Quello che devi sapere
L'emendamento della Lega
- Non solo la rottamazione delle cartelle e le nuove norme sul Superbonus: tra le principali richieste di modifica della maggioranza in vista dell'esame del decreto legge fiscale c’è anche il taglio del canone Rai. A essere più precisi, la richiesta arriva solo da una parte della maggioranza, cioè dalla Lega di Matteo Salvini. Il partito del vicepremier e ministro dei Trasporti ha infatti depositato un emendamento al dl in discussione al Senato per confermare il taglio da 90 a 70 euro del canone come previsto dalla Manovra dello scorso anno
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Quando si voterà?
- Per compensare le mancate entrate e scongiurare così un possibile aumento dei costi della pubblicità, i leghisti hanno inserito nell’emendamento un contributo di 430 milioni di euro. Una soluzione che però non accontenta Forza Italia, pronta a un redde rationem con la Lega sul tema. Fratelli d’Italia, il partito di governo, non ha ancora espresso una posizione decisa sulla questione. Ma, salvo esclusioni per inammissibilità, l'emendamento potrebbe essere messo in votazione entro una decina di giorni
La posizione di Salvini
- “Già l'anno scorso abbiamo abbassato il canone Rai. Vorremmo semplicemente fare quello che abbiamo fatto tutti insieme. Ci votano come Lega, come Centrodestra e come governo per abbassare le tasse, non per alzarle”, aveva detto Salvini all’Ansa pochi giorni fa. “La Rai è un servizio pubblico fondamentale che sicuramente può migliorare la qualità del servizio e tagliare alcuni costi. Ridurre di 20 euro il costo del canone penso sia un buon servizio. Noi nella Rai ci crediamo e sicuramente crescerà. Però ci hanno votato per abbassare le tasse. Conto che si sia tutti d'accordo”, aveva aggiunto. Di fronte alle indiscrezioni che volevano gli azzurri contrari al taglio, il leader leghista in Transatlantico alla Camera aveva ribadito: “Penso che tutto quello che porta i cittadini a pagare meno tasse abbia il consenso dell'intero Centrodestra. Ci hanno votati per tagliare le tasse e tagliare la burocrazia”
Carroccio compatto
- A fargli eco il deputato della Lega Stefano Candiani, componente della Commissione di Vigilanza Rai. "Negli accordi politici con cui il Centrodestra ha vinto le elezioni, c'è la riduzione delle tasse. Di tutte le tasse. E il canone che gli italiani pagano per la Rai è appunto una tassa. Quindi, se altri non condividono più, votino contro. Ma per la Lega, la determinazione non cambia. La Lega propone quindi la riduzione del canone Rai e voterà in tal senso l'emendamento parlamentare presentato alla legge di Bilancio"
Tajani contrario
- Sta di fatto che l’altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha manifestato la sua contrarietà. “La cancellazione del canone Rai non fa parte del programma e quindi è una proposta che noi non condividiamo, perché si rischia di fare un danno alla televisione pubblica che altrimenti dovrebbe essere finanziata diversamente. La nostra posizione è assolutamente contraria a questa proposta e non la voteremo perché non condividiamo questa proposta che non fa parte del programma di governo", ha detto il leader azzurro senza mezzi termini
Anche Noi Moderati dice no
- Tajani non è il solo a non accettare la proposta di Salvini. A inalberarsi è anche il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi, commissario in Vigilanza Rai. “Tagliare il canone significherebbe indebolire la più importante azienda culturale del Paese, che semmai va rilanciata per essere ancora più competitiva e per poter affrontare adeguatamente le difficili sfide di un mercato radiotelevisivo sempre più complesso, in continua e rapida evoluzione. La Manovra già interviene sulla riduzione delle tasse e il canone Rai è uno dei più bassi in Europa, ridurlo ancora non è nell'accordo di governo e sarebbe solo un inutile cedimento alla demagogia, a danno della stessa azienda, dei suoi lavoratori e del Paese. Occorre guardare avanti puntando sul rilancio del servizio pubblico, per questo noi abbiamo lavorato a una proposta di riforma che presenteremo nei prossimi giorni"
Il commento di Floridia (Vigilanza)
- Sul tema del canone e della riforma Rai è intervenuta anche la presidente della Commissione di Vigilanza Barbara Floridia. “Non dobbiamo parlare più di canone o fiscalità generale. Qui il problema è fare in modo che le risorse siano certe e stabili, quindi che non siano più gestibili necessariamente dal governo di turno in ogni legge di Bilancio. Una proposta potrebbe quindi essere legare le risorse alla concessione, cosicché l'esecutivo di turno non ha più la possibilità di cambiare di anno in anno le risorse e non permettere a un Cda di programmare un piano industriale”, ha detto la senatrice del Movimento Cinquestelle
La via è stretta
- Da capire, dunque, come finirà la partita. Di questo e di altri emendamenti al decreto fiscale è possibile che il Centrodestra ne discuta in un incontro nei primi giorni della settimana che sta per aprirsi. In ogni caso, con la fine dell’anno che si avvicina, la via per le modifiche parlamentari sulla Manovra e sul decreto fiscale a essa collegato resta comunque stretta ed estremamente vincolata dalle indicazioni di rientro previste dal Piano strutturale di bilancio
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