Manovra, quota di stipendio bloccata per i dipendenti della Pa in debito con il Fisco
EconomiaIntroduzione
Per gli statali su cui pendono cartelle fiscali di almeno 5mila euro è in arrivo una stretta con il pignoramento di parte della retribuzione. Come previsto da una norma "antievasione" contenuta nella Legge di bilancio approdata alla Camera, scende da 5.000 a 2.500 euro il tetto minimo di reddito sopra il quale le amministrazioni pubbliche saranno autorizzate a sospendere i pagamenti. Dalla misura resta escluso, per il momento, chi percepisce uno stipendio al di sotto di questa soglia.
Quello che devi sapere
Come funziona il pignoramento
- In sintesi, i dipendenti pubblici che percepiscono un reddito di almeno 2.500 euro e hanno pendenze fiscali, come cartelle e debiti, superiori ai 5.000 euro vedranno trattenuta una parte dello stipendio (o della pensione) fino a quando non saranno corrisposte le somme dovute.
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La platea
- Secondo la relazione tecnica che accompagna il documento di bilancio, all'inizio dell'iter parlamentare, sono circa 250mila i dipendenti pubblici che hanno attualmente debiti fiscali superiori ai 5mila euro. Di questi, 30mila superano la quota di 3.500 euro di stipendio. Mentre sono circa 150 mila i dipendenti dello Stato che percepiscono in media 1.500 euro al mese, ma che con la tredicesima arrivano a superare il tetto dei 2.500 euro di stipendio
A quanto ammonta il blocco
- L’entità del blocco varierà in base allo stipendio percepito. Per gli statali che guadagnano mensilmente più di 3.500 euro il blocco sarà pari a un settimo della retribuzione, circa 500 euro al mese fino al saldo completo del debito
Dipendenti con redditi più bassi
- Al contrario, per i dipendenti pubblici che percepiscono 1.500 euro e superano la quota dei 2.500 euro solo tramite la tredicesima, il pignoramento dovrebbe corrispondere a un decimo dello stipendio, pari a una media di 150 euro al mese
L'entrata in vigore
- Come previsto dal testo, il nuovo regime sanzionatorio sarà operativo non prima del 2026 per consentire all’Agenzia delle Entrate di aggiornare le piattaforme di controllo e a tutte le amministrazioni pubbliche di perfezionare il meccanismo di verifica. Per gli statali inadempienti lo slittamento dell’entrata in vigore si traduce in più tempo a disposizione per sanare il dovuto senza effetti sulla busta paga
Le entrate previste
- Secondo le stime, la modifica della disposizione, entrata per la prima volta in vigore tramite un Dpr del 1973, porterà nelle casse dello Stato circa 36 milioni di euro solo nel 2026. Cifra destinata a salire a 90 milioni all’anno una volta che il meccanismo sarà entrato a regime. Il Mef fa sapere intanto che nei primi sette mesi di quest'anno la lotta all'evasione ha fruttato 2 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Come comunicato dal dicastero di via XX settembre, il gettito derivante dall’attività di accertamento e controllo si è attestato a 8,4 miliardi (+32%)
Le alternative
- Secondo le stime, solo 2 contribuenti su 10 rischiano in concreto il blocco parziale dello stipendio per effetto del provvedimento antievasione. La maggior parte di chi oggi ha debiti pendenti con il Fisco opterà per una risoluzione tramite canali tradizionali come la risposta alle lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate o le rateizzazioni proposte tramite la rottamazione delle cartelle. Di conseguenza, la stretta dovrebbe impattare "solo" su circa 36 mila dipendenti
Rinnovi contrattuali
- Per quanto riguarda i dipendenti della Pubblica Amministrazione, il pignoramento di una quota dello stipendio non è l’unica novità contenuta nella manovra, a partire dalla conferma dei fondi per i rinnovi contrattuali del triennio 2025-27. Sul tavolo, il governo ha stanziato 5,5 miliardi che si traduce in un aumento mensile degli stipendi pari a 153 euro (+5,4%)
Taglio del turnover
- Tra le misure più discusse nella manovra, spicca il nuovo taglio del turnover. Dal prossimo anno la spesa per assunzione non potrà eccedere il 75% di quella sostenuta per il personale andato in quiescenza. Dalla misura sono esclusi i piccoli Comuni con meno di 20 dipendenti, il comparto della Sanità, la magistratura e l’avvocatura dello Stato. Mentre si applicherà invece, a tutte le altre amministrazioni, comprese le authority indipendenti come la Consob o l’Antitrust
Trattenimento fino ai 70 anni
- Nel documento, resta confermato per il momento l’incentivo al trattenimento in servizio fino a 70 anni su base volontaria. Tale misura interesserà solo il 10% del personale pubblico e si rivolge principalmente a quei soggetti incaricati di trasferire competenze essenziali ai neo assunti.
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