Nessuna riforma del catasto nella Manovra 2025: i tentativi, da Monti a Meloni

Economia

Introduzione

Dopo tanto clamore, in questa manovra il paventato intervento sulle rendite catastali si è rivelato un falso allarme. Come riporta il Corriere della sera, nel disegno di legge di Bilancio per il 2025 non c’è traccia di modifiche, nonostante l'iniziale accenno del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che aveva ipotizzato un possibile aumento per chi aveva usufruito del Superbonus. Le sue parole avevano scatenato un terremoto politico, tanto da costringerlo a ritrattare e a spiegare che il riferimento era alla legge di Bilancio precedente, la quale prevedeva solo l’aggiornamento delle mappe catastali per i lavori di ristrutturazione importanti

 

Per approfondire: Tasse sulla casa, guida alle imposte da pagare: dalla vendita all’affitto e le donazioni

 

Quello che devi sapere

Salta anche la caccia alle "case fantasma"

Un altro tema sollevato da Giorgetti riguarda l'accatastamento delle cosiddette case "fantasma", già individuate grazie a rilevazioni aeree e incrocio di dati. Secondo l’Agenzia delle Entrate, queste abitazioni non dichiarate sarebbero ben 2 milioni, eppure, anche su questo fronte, non c’è stata finora un'azione incisiva

Catasto italiano che risale agli Anni 30

La questione delle rendite catastali e della tassazione sugli immobili, come riporta sempre il Corsera, è una delle più delicate in Italia. L’impianto del catasto risale alla fine degli Anni 30 e, nonostante alcuni aggiornamenti parziali negli anni Ottanta, le rendite restano largamente scollegate dal valore reale delle abitazioni. Il risultato è che il sistema attuale non riflette l’effettiva ricchezza patrimoniale del Paese. Tuttavia, in Italia, ogni tentativo di intervenire su questo tema ha incontrato forti resistenze politiche e sociali

Tasse prima casa abolite nel 2008, Imu nel 2014

Sul possesso della prima casa, non si pagano più tasse dal 2008, quando l'Ici fu abolita, seguita dall'Imu nel 2014. Anche le imposte di successione sono estremamente contenute, con una franchigia di un milione di euro per eredi diretti e un'aliquota del 4% solo sulle somme eccedenti. Secondo il Rapporto dell'Agenzia delle Entrate, spiega il Corriere della sera, a fronte di un patrimonio immobiliare complessivo che vale circa 6 mila miliardi di euro, nel 2022 le imposte raccolte sono state pari a 41,9 miliardi, un valore irrisorio rispetto alla portata del settore

Quanto valgono le tasse sulle case

Nel dettaglio, il gettito fiscale sugli immobili in Italia è composto da diverse voci: 20,4 miliardi provengono dall'Imu, 13,4 dalle imposte sui trasferimenti e locazioni, con appena un miliardo derivante da successioni e donazioni. Un altro contributo significativo viene dall'Irpef e dalla cedolare secca, che generano poco più di 8 miliardi. A livello europeo, il Rapporto dell'Agenzia delle Entrate evidenzia che nel 2020 l'incidenza delle imposte immobiliari sulle entrate tributarie in Italia era del 3%, in linea con la media OCSE (3,2%). Tuttavia, il prelievo in Paesi come il Regno Unito è ben più alto, con una quota del 9,1%, mentre in Francia si attesta al 5,2% e in Germania è più leggero, raggiungendo appena l'1% del totale

Donazioni e successioni, Italia fanalino nero dei Paesi Ocse

Per quanto riguarda le imposte su donazioni e successioni, l'Italia resta su livelli bassissimi rispetto agli altri Paesi OCSE, con un'incidenza pari allo 0,02% del PIL, contro lo 0,12% medio dell'area OCSE. In Germania, l'incidenza si attesta allo 0,26%, in Francia allo 0,65%, nel Regno Unito allo 0,25% e in Spagna allo 0,22%. Non sorprende quindi che la Commissione europea abbia più volte raccomandato all'Italia di riequilibrare il carico fiscale, spostandolo dal lavoro agli immobili e alle rendite finanziarie. In particolare, Bruxelles ha ripetutamente sollecitato un aggiornamento dei valori catastali, attualmente obsoleti e lontani dai valori di mercato, come ribadito anche nelle ultime raccomandazioni del luglio scorso

I richiami di Fmi e Bankitalia

Anche il Fondo Monetario Internazionale e la Banca d'Italia si sono ripetutamente pronunciati a favore di una riforma fiscale che alleggerisca il carico sul lavoro, spostando il peso verso il possesso immobiliare. L’idea di una riforma del catasto in Italia, però, è un’impresa che da almeno 25 anni fatica a trovare attuazione

I tentativi di Monti, Letta, Renzi e Draghi

In passato, vari governi hanno tentato di riformare il sistema catastale, senza successo. Il governo Monti nel 2013, il governo Letta e successivamente quello Renzi avevano presentato proposte per adeguare le rendite ai valori di mercato, ma tutte sono naufragate prima di diventare operative. Anche il governo Draghi ci ha riprovato nel 2021, proponendo una riforma che avrebbe aggiornato le rendite catastali a fini conoscitivi, senza impatti immediati sulle imposte. Tuttavia, la proposta è stata osteggiata dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, costringendo l’esecutivo a ridimensionare il progetto in Parlamento. La riforma, sebbene priva di effetti concreti sul gettito fiscale, non è stata comunque approvata

Nessun tentativo di riforma dal governo Meloni

Come detto, nel Documento programmatico di bilancio 2025 del governo Meloni di riforma del catasto non c’è alcuna traccia. Come sottolineava il sociologo Giuseppe De Rita, riportato dal Corriere, "la casa, per gli italiani, è un mito, uno status e quindi anche un tabù: guai a chi la tocca". In un Paese dove il 77% delle famiglie vive in una casa di proprietà, spesso vista come eredità primaria per i figli, modificare il regime fiscale sulla proprietà rimane una sfida non solo politica, ma anche culturale