Direttiva rider, cosa prevede la riforma Ue per migliorare le condizioni di lavoro
EconomiaIntroduzione
A più di sei mesi di distanza dal primo accordo, e dopo una difficile trattativa, i Paesi membri dell’Unione europea hanno dato il via libera definitivo alla direttiva che vuole tutelare i lavoratori della Gig Economy (circa 30 milioni solo all’interno dei confini europei): i rider per le consegne di pasti a domicilio, ma anche tutti gli altri autonomi a chiamata e parasubordinati che vanno dai tassisti ai lavoratori a domicilio e alle babysitter.
Tra i punti principali ci sono il monitoraggio dei sistemi automatizzati da parte di personale qualificato, la possibilità per i lavoratori di contestare le decisioni automatizzate, una presunzione legale di occupazione e un più ampio ruolo di sindacati e contrattazione collettiva. Adesso il testo dovrà essere firmato da Consiglio e Parlamento europeo. Poi entrerà in vigore quando sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea. Gli Stati membri avranno quindi due anni per adeguare la normativa nazionale.
Quello che devi sapere
Direttiva rider, cosa prevede il testo approvato dai Paesi Ue
- Dopo mesi di difficili trattative, e un primo accordo già raggiunto la scorsa primavera (era l’11 marzo), gli Stati Ue hanno dato definitivamente l'ok alla nuova normativa che disciplina i diritti di tutti i lavoratori delle piattaforme digitali: i rider per la consegna dei pasti a domicilio, ma anche gli altri autonomi a chiamata e parasubordinati che vanno dai tassisti ai lavoratori a domicilio, dalle babysitter agli operatori socio sanitari e i badanti. L’obiettivo di fondo, da anni invocato da più parti, è tutelare un comparto che da solo occupa, secondo le stime, più di 30 milioni di persone all’interno dei confini dell’Unione europea. L’unico Paese che si è astenuto, al momento del voto al Consiglio Ue in Lussemburgo dello scorso 14 ottobre, è stata la Germania. Ecco cosa prevede la riforma
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La gestione degli algoritmi
- Punto centrale della riforma è garantire che nell’uso degli algoritmi delle piattaforme digitali per la gestione dei lavoratori i sistemi automatizzati siano monitorati da personale qualificato e che i lavoratori abbiano la possibilità - e il diritto - di contestare le decisioni automatizzate
Contro il lavoro autonomo fittizio
- Non solo: il sistema inoltre dovrà determinare correttamente lo stato occupazionale delle risorse umane, consentendo di beneficiare di tutti i diritti con una presunzione legale di occupazione che dovrà essere garantita dagli Stati. Si andrà così a contrastare il fenomeno del lavoro autonomo fittizio, che si stima tocchi oltre 5 milioni di persone. La presunzione di occupazione scatterà anche in presenza di fatti che indichino controllo e direzione dei lavoratori stessi
Il ruolo della contrattazione collettiva
- La riforma si muove poi verso un maggior riconoscimento del peso dei sindacati nel campo della Gig Economy, introducendo la necessaria contrattazione collettiva. E il sindacato europeo Etuc (European Trade Union Confederation, Confederazione europea dei sindacati) chiama già all’azione gli Stati Ue per non perdere tempo nell’attuazione delle novità
Quando entrerà in vigore la nuova normativa?
- La direttiva dovrà adesso essere firmata da Consiglio e Parlamento europeo. Poi, per entrare in vigore, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea. Gli Stati membri avranno da quel momento due anni per adeguare il loro diritto interno
Ex ministro Orlando: "Mia riforma affossata dal governo Meloni"
- Buona parte della politica italiana ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto in seno all’Ue. Così ha fatto ad esempio l'ex ministro del Lavoro Andrea Orlando (candidato dem alle elezioni regionali in Liguria): ha rivendicato un "percorso avviato con il Governo Draghi" che "trova finalmente un suo compimento", puntando al contempo il dito contro il "ridimensionamento" della propria riforma sul tema portato avanti "dalla destra e dal governo Meloni"
Elly Schlein: "Governo Meloni dovrà tornare sui propri passi"
- Dello stesso tono la segretaria dem Elly Schlein, che saluta l'approvazione della direttiva come "un'ottima notizia" e "un duro colpo al caporalato digitale", definendo "doppiamente riprovevole" che "tra le prime norme ridimensionate e rese sostanzialmente inapplicabili dalla destra e dal governo Meloni" ci fosse proprio quella pensata da Andrea Orlando. Con l’approvazione della direttiva europea, ha aggiunto, “anche il governo Meloni sarà finalmente costretto a tornare sui propri passi". Per Elisabetta Gualmini, relatrice all'Eurocamera della direttiva, quello del via libera è stato "uno dei giorni più importanti" della sua vita. "Trasparenza sugli algoritmi, rispetto dei diritti dei lavoratori, supervisione umana sulle decisioni di assunzione e licenziamento. Questa è l'Europa vicina ai cittadini e alle categorie più vulnerabili. L'Europa che festeggiamo", ha commentato
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