Ue: sì ad aumento dazi su auto elettriche cinesi

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Rialzo fino al 45% delle tasse all'importazione dei veicoli a batteria costruiti da Pechino. Contrari alcuni Paesi, fra i quali la Germania. Tra i favorevoli la Francia e l'Italia. Le possibili conseguenze: rincari dei prezzi delle macchine per i consumatori e ritorsioni dalla Cina con maggiori imposte su prodotti europei. Le trattative per cercare soluzioni comunque continuano

ascolta articolo

Le auto elettriche cinesi probabilmente costeranno di più. Rincari anche corposi, visto che l’Europa ha confermato l'aumento dei dazi, le tasse all’importazione, che così arriveranno fino al 45 per cento.

Possibili rincari per i consumatori

Considerato che, tra le macchine a batteria, quelle sfornate da Pechino finora erano quelle più a buon mercato, non si tratta di una buona notizia per chi pensava di mandare in pensione il motore a scoppio. Ma per Bruxelles, che vuole vietare i veicoli a benzina e diesel entro il 2035, era necessario, perché la Cina – questa l’accusa - sovvenziona massicciamente con soldi pubblici la produzione di vetture elettriche, violando le regole sulla concorrenza.

Europa spaccata

Da qui la scelta di alzare le imposte alla dogana. Una decisione arrivata in maniera travagliata. I dazi erano stati varati a luglio dalla Commissione guidata da Ursula Von der Leyen ma andavano confermati dagli Stati. Alcuni hanno votato contro e tra questi la Germania, dove i maggiori marchi hanno investito molto in Cina. Altri, come l’Italia e la Francia, si sono espressi a favore, preoccupati del declino della propria industria delle quattroruote. Dodici gli astenuti (Spagna inclusa), col risultato che non si è trovata una maggioranza qualificata e a mettere nero su bianco la misura – entro fine mese – tocca alla Commissione.

Bruxelles e Pechino continuano a trattare

L’Esecutivo Ue, però, ha subito chiarito che continuerà a cercare soluzioni alternative negoziando con Pechino, a sua volta pronta a trattare ma anche a minacciare di aumentare i balzelli su una serie di prodotti alimentari continentali.

Rischio di una guerra di tasse

Insomma, sembra si voglia evitare una guerra commerciale, ma per il momento Bruxelles fa la voce grossa nella speranza di un compromesso, che magari potrebbe spingere la Cina ad aprire fabbriche in Europa, assemblando qui, più di ora, i propri veicoli elettrici.

Economia: I più letti