Introduzione
Il governo è intenzionato a confermare anche per il prossimo anno l'indennità introdotta ormai sette anni fa per alcune categorie di lavoratori vulnerabili che abbiano raggiunto almeno i 63 anni e 5 mesi di età anagrafica (nel 2023 ne bastavano 63).
Si tratta dei caregiver, dei disoccupati, di chi ha svolto a lungo mansioni gravose e di chi ha un'invalidità civile almeno al 74%. Viene richiesto il versamento di almeno 30 anni di contributi, tranne nel caso dei lavori gravosi (in questo caso si sale a 36 anni). Dal 2017 a oggi l'Inps ha accolto 113.800 domande, su un totale di 165.890
Quello che devi sapere
Pensioni, Ape sociale verso la proroga anche nel 2025
- All’avvicinarsi della Manovra ogni anno il tema delle pensioni torna sempre alla ribalta, tra chi chiede una riforma strutturale di un sistema in crisi da decenni e chi spinge per interventi dell’ultimo minuto che non sconvolgano lo status quo da un anno all’altro. È in questo contesto che anche per il 2025 il governo va verso la proroga di Ape Sociale, anticipo pensionistico introdotto ormai sette anni fa per alcune categorie di lavoratori vulnerabili che abbiano raggiunto almeno i 63 anni e 5 mesi di età anagrafica (nel 2023 ne bastavano 63). Può essere ottenuta da tutte le categorie: dipendenti, autonomi e iscritti alle Gestioni Separate dell’Inps.
Per approfondire:
Chi ha diritto all’Ape sociale: caregiver, invalidi e lavori gravosi
- Come spiega l’Inps, l’Ape sociale è un’indennità concessa ai soggetti che si trovano in particolari condizioni di fragilità, come coloro che svolgono da almeno sei mesi assistenza a soggetti con handicap gravi (quindi i caregiver) e chi ha un’invalidità civile almeno al 74%, insieme a un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. È prevista anche per i lavoratori che svolgono attività considerate particolarmente gravose (da almeno sette anni negli ultimi dieci oppure almeno sei anni negli ultimi sette). In quest’ultimo caso viene richiesta un’anzianità contributiva non inferiore a 36 anni. Tra le mansioni gravose, a titolo di esempio, rientrano anche i conducenti di camion o mezzi pesanti, gli operai edili, le infermiere e le ostetriche che lavorano su turni, gli insegnanti delle scuole primarie, i conciatori di pelli e di pellicce, le professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni
I disoccupati
- A questi si aggiungono i disoccupati, a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale, oppure scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato. Chi si trova in questa condizione deve avere un'anzianità contributiva di almeno 30 anni, deve aver avuto nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto almeno 18 mesi di lavoro dipendente e deve aver terminato la prestazione per la disoccupazione spettante
Quante persone hanno ottenuto l’Ape sociale: i dati Inps
- L’Ape sociale è stata introdotta nel sistema italiano nel 2017. Da quel momento in poi ha continuato a essere prorogata di anno in anno, con alcune modifiche intervenute nel tempo. Secondo i dati dell’ultimo rapporto annuale dell’Inps, dal suo debutto a oggi la misura ha interessato 113.800 contribuenti (su un totale di 165.890 domande inviate). L’exploit lo si è avuto nel primo anno, con 39mila domande ricevute e accettate dall’Inps. Per tutti gli anni successivi la media si è attestata intorno alle 16mila
L’importo medio
- In media, ogni beneficiario ha ricevuto l’Ape sociale per un periodo di tempo compreso tra i 38 e i 42 mesi. Il valore dell’indennità si aggira intorno ai 1.000-1.100 euro
A ricevere l’Ape sociale soprattutto i disoccupati
- La maggior parte delle domande accettate dall’Inps è arrivata dalle regioni del Sud Italia (31%). A livello di profilo dei beneficiari, i disoccupati sono quelli che hanno ricevuto più degli altri l’Ape sociale: ammontano al 64% del totale. Subito dopo, ma staccati di molto, ci sono i caregiver (17%). Scendendo, troviamo gli invalidi civili (11%) e chi ha svolto per anni lavori gravosi (8%)
Incumulabilità
- L’importo dell’Ape sociale è cumulabile solo ed esclusivamente con redditi di lavoro autonomo occasionale che non superino i 5mila euro (lordi) all’anno. La regola non vale però per chi aveva già ottenuto l’Ape prima del 2024: per loro valgono le regole precedenti che stabiliscono si possa mantenere l’indennità in presenza di lavoro dipendente o parasubordinato con reddito massimo di 8.000 euro annui e con lavoro autonomo nel limite di 4.800 euro annui
Quando fare domanda per l’Ape sociale
- Per il 2024 è aperta ancora una delle tre scadenze temporali entro cui fare domanda per certificare il diritto a ottenere l’indennità. Le prime due erano il 31 marzo e il 15 luglio, l’ultima finestra si chiuderà invece il prossimo 30 novembre.
Per approfondire:
Come andare in pensione prima e quanto "costa" al lavoratore: cosa c'è da sapere
Leggi anche
Economia
Ddl concorrenza 2024, nel testo norme su pedaggi e buoni pasto
Economia
Nuovo Codice della Strada, cosa cambia per chi abbandona gli animali
Economia
Concordato preventivo biennale, oggi la scadenza per l’adesione
Economia
Manovra 2025, le modifiche in arrivo dal taglio dell’Ires alla sanità
Economia
Mutui, ecco di quanto potrebbero scendere le rate. I dati
in questa scheda
- Pensioni, Ape sociale verso la proroga anche nel 2025
- Chi ha diritto all’Ape sociale: caregiver, invalidi e lavori gravosi
- I disoccupati
- Quante persone hanno ottenuto l’Ape sociale: i dati Inps
- L’importo medio
- A ricevere l’Ape sociale soprattutto i disoccupati
- Incumulabilità
- Quando fare domanda per l’Ape sociale
- Leggi anche
1/9