L'ex presidente del Consiglio e della Bce ha presentato il suo report sulla competitività europea: 400 pagine, circa 170 proposte "attuabili subito". Le parole d'ordine? "Urgenza e concretezza". L'analisi spazia dalle nuove tecnologie, alla decarbonizzazione, fino al tema della sicurezza
L'ex presidente del Consiglio e della Bce Mario Draghi ha presentato a Bruxelles il suo report di 400 pagine sulla competitività, con circa 170 proposte. L'obiettivo? Dare all'Unione europea un nuovo slancio, permettendole di superare i freni strutturali che le hanno fatto perdere sempre più terreno nei confronti di Stati Uniti e Cina. "L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente", si legge nel documento. E, proprio sul report, Draghi in conferenza stampa, con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, ha sottolineato: "La mia analisi arriva in un momento difficile". Per questo il report parla di "un cambiamento radicale, che dovrà essere urgente e concreto". Ma, ricorda Draghi, "non partiamo da zero. Abbiamo infatti la speranza di poter realizzare tutto quello che proponiamo".
Draghi: "Crescita Ue rallenta, non possiamo più ignorarlo"
"Abbiamo detto molte volte che la crescita sta rallentando da molto tempo nell'Ue, ma lo abbiamo ignorato. Fino a due anni fa non avremmo mai avuto una conversazione del genere perché in genere le cose andavano bene. Ma ora non possiamo più ignorarlo: le condizioni sono cambiate", ha aggiunto Draghi in conferenza stampa. E ha sottolineato che l'attenzione sulla competitività
e la produttività deve essere ancora più importante poiché l'Europa, per la prima volta, "non potrà contare sull'aumento della popolazione" per aumentare la sua economia vista la curva demografica prevista. "Dal 2040", infatti, "ci saranno 2 milioni di lavoratori in meno nell'Ue all'anno".
I pilastri del report
Tre i pilastri su cui si fonda il report. L'innovazione è uno di questi. Dare spazio a questo settore "è la chiave del futuro". Al momento, invece, nell'Ue, "c'è uno stallo", ci sono "troppe barriere", sottolinea Draghi, e per questo "serve un cambiamento". Un altro dei pilastri è poi quello legato alla decarbonizzazione, che viene definita dall'ex presidente del Consiglio come una grande "opportunità per la crescita". In questo quadro occorre però "migliorare l'approvvigionamento e l'offerta di energia pulita" e serve "un piano congiunto" a livello europeo. Anche perché "la concorrenza della Cina minaccia l'industria green europea". Il terzo ambito d’azione, invece, è quello che riguarda l'obiettivo di "aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze".
Il report: per l'Europa una "sfida esistenziale"
Nella prefazione del report, viene spiegato che "l'Europa si preoccupa del rallentamento della crescita dall'inizio di questo secolo. Varie strategie per aumentare i tassi di crescita si sono avvicendate, ma la tendenza è rimasta invariata. Considerando diversi parametri, si è aperto un ampio divario nel Pil tra l’Ue e gli Stati Uniti, guidato principalmente da un rallentamento più pronunciato della crescita della produttività in Europa". E, "su base pro capite, il reddito disponibile reale è cresciuto quasi del doppio negli Stati Uniti rispetto all’Ue dal 2000". "L’era della rapida crescita del commercio mondiale sembra essere passata", si legge ancora nel documento, "con le aziende dell’Ue che si trovano ad affrontare sia una maggiore concorrenza dall’estero che un minore accesso ai mercati esteri". L’Europa inoltre "ha improvvisamente perso il suo più importante fornitore di energia, la Russia. Nel frattempo, la stabilità geopolitica sta diminuendo e le nostre dipendenze si sono rivelate delle vulnerabilità. Il cambiamento tecnologico sta accelerando rapidamente. L’Europa ha in gran parte mancato la rivoluzione digitale guidata da Internet e i guadagni di produttività che ha portato". E se l’Europa non potrà diventare più produttiva, "saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie, un faro di responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. Questa è una sfida esistenziale".
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Von der Leyen: "Prima definire priorità comuni, poi fondi"
Al fianco di Draghi, in conferenza stampa, anche la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, che, sull'attuazione delle proposte, ha spiegato: "Prima c'è la definizione di priorità e progetti comuni, poi ci sono due strade possibili: i finanziamenti nazionale o nuove risorse proprie. Sarà la volontà dei Paesi membri a decidere come si vuole agire".