Partite Iva, in arrivo uno strumento per misurare l'affidabilità fiscale: come funziona
EconomiaIntroduzione
Arriva a fine mese un misuratore dell’affidabilità fiscale: funzionerà come una sorta di tachimetro e sarà articolato in base ai punteggi delle pagelle fiscali. Terrà conto dell’ultima dichiarazione dei redditi inviata e dell’eventuale adesione al concordato preventivo biennale. Lo strumento punta infatti proprio a indurre una maggiore partecipazione entro il 31 ottobre, ultimo giorno per usare la misura. Il concordato preventivo biennale è una sorta di accordo che permette alle aziende e ai professionisti di stabilire un imponibile fisso in via preventiva con il Fisco.
Quello che devi sapere
Dal 20 settembre un misuratore dell'affidabilità
- Dal 20 settembre circa 2,7 milioni di partite Iva soggette agli Isa riceveranno nel proprio cassetto fiscale un avviso che indicherà la presenza di un misuratore dell’affidabilità fiscale. La notizia è riportata da Il Sole 24 Ore che spiega come il sistema funzionerà al pari di un vero e proprio tachimetro articolato in base ai punteggi delle pagelle fiscali: colore rosso per i voti da zero a sei, giallo dal sei fino all'otto e verde dall'otto al dieci
Per approfondire:
Fisco, come aderire al concordato preventivo per Partite Iva forfettarie
Possibili vantaggi per adempimenti ridotti
- Ci sarà anche un'indicazione per chi rientra nell'area del regime premiale (dall'otto a salire) dei possibili vantaggi che si potrebbero ottenere in termini di riduzione degli adempimenti (garanzie per rimborsi) o dei termini per determinate tipologie di controlli
Di cosa tiene conto
- Per regolare il misuratore faranno fede le ultime dichiarazioni presentate: saranno tenuti in considerazione quindi gli invii 2024 relativi all’anno d’imposta 2023 e verrà considerata l’accettazione del concordato preventivo, nel caso in cui questa sia già avvenuta. Il Sole 24 Ore, in un’inchiesta dello scorso giugno, ha evidenziato che nell’84% delle categorie monitorate dalle pagelle fiscali più della metà dei contribuenti ha presentato documenti definiti come inaffidabili
Cos’è il concordato preventivo biennale
- Il concordato preventivo biennale è uno strumento che permette alle aziende e ai professionisti di stabilire un imponibile fisso in via preventiva con il Fisco. Si tratta di una sorta di accordo con l’Agenzia delle Entrate: per un biennio i contribuenti pagano le tasse non in base agli effettivi guadagni ma sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia stessa. In questo modo, secondo il Fisco, si favorisce l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. È concesso ai contribuenti che applicano gli Isa e ai titolari di attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfettario
Criteri per accedere
- Questi i criteri di accesso necessari per usufruire del concordato: assenza di debiti fiscali di rilevante entità nei confronti dell’Erario; regolare presentazione della dichiarazione dei redditi; assenza di condanne per reati fiscali, societari o di riciclaggio/autoriciclaggio
Cessazione del concordato
- Come spiega il sito dell’Agenzia delle Entrate, il concordato cessa di avere efficacia se si verificano situazioni in grado di modificare in modo significativo i presupposti sulla base dei quali era stato stipulato l’accordo tra Fisco e contribuente. Si tratta di queste: cessazione dell’attività; modifica dell’attività nel corso del biennio concordatario rispetto a quella esercitata nel periodo d'imposta precedente il biennio stesso; presenza di circostanze eccezionali che generano minori redditi ordinariamente determinati e che oltrepassino del 30% i precedenti, oggetti del concordato
Decadenza del concordato
- Ipotesi di accertamento e omessi versamenti sono altri elementi che provocano la decadenza del concordato, così come il venir meno di una delle condizioni d’accesso o il verificarsi di una causa di esclusione. Nel caso di decadenza dal concordato restano dovute le imposte e i contributi determinati tenendo conto del reddito concordato se maggiore di quello effettivamente conseguito
10 miliardi in più di entrate fiscali
- Le entrate fiscali intanto mostrano un andamento in positivo. Anche se è presto per fare un bilancio, si può dire che gli ultimi dati fermi a maggio segnano una crescita percentuali a due cifre. Ancora migliori i dati di 'cassa' che è possibile monitorare guardando al dato del fabbisogno. Gli incassi, che - va detto - riguardano non solo le tasse ma anche i contributi e che talvolta sono influenzati dal calendario fiscale, hanno alimentato i conti pubblici con quasi 10 miliardi in più, per l'esattezza 9,88 miliardi, con una progressione di oltre il 150% rispetto ad un anno fa
Attenzione ora alle risorse per il 2025
- Ma è ancora presto per capire se questo si tradurrà in un tesoretto sul 2024 e, soprattutto, se in vista della Manovra è possibile proiettare un miglioramento dei conti anche per il prossimo anno. Il governo deve finanziare la conferma del calo dell'Irpef e del taglio dei cuneo, oltre al miglioramento dei conti previsto dal nuovo Patto Ue. Le risorse che arriveranno dal nuovo concordato preventivo varranno sia per quest'anno, sia per il prossimo
L’allarme della Corte dei Conti
- Tuttavia, ricorda la Corte dei Conti, l'evasione fiscale in Italia resta diffusa e i controlli devono aumentare, anche perché le banche dati non riescono ancora ad essere sfruttate a pieno. Il richiamo è visibile nel giudizio sul rendiconto dello Stato 2023, diffuso a fine giugno. La Corte torna a insistere sulla necessità di una lotta all'evasione a tappeto. Un tema ricorrente per i magistrati contabili che però evidenziano anche altre urgenze a cui il governo non può sottrarsi: sicuramente mantenere l'equilibrio dei conti pubblici, ma anche affrontare la crisi ormai "sistemica" della sanità, dove gli investimenti non sono più rinviabili, e applicare le norme sulla sicurezza sul lavoro, spendendo tutte le risorse a disposizione
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