Manovra 2025, bonus mamme confermato: fino a 3.000 euro per il terzo figlio. Cosa sappiamo

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Nella Manovra che verrà, secondo il governo, ci sarà ampio spazio per quelle misure varate nel 2023 e dedicate al sostegno di chi assume e di chi crea lavoro, oltre che all’occupazione femminile. Proprio a questo proposito sembra essere confermato il bonus mamme, la decontribuzione per le lavoratrici dipendenti che nel caso di un terzo figlio può arrivare anche a 3mila euro all’anno. “Nei piani del governo c’è la volontà di incentivare le lavoratrici madri e supportare la natalità, quindi queste misure non saranno tagliate”, ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Federico Freni, ai microfoni di Radio24.

 

Non sarà la sola misura confermata: l’input dato dalla politica ai tecnici al lavoro è quello di confermare tutte le misure presenti nell’ultima Legge di Bilancio, che nel solo 2024 - hanno sottolineato - hanno procurato benefici alle famiglie per un totale di 55 miliardi. Già previsti taglio del cuneo fiscale e le tre aliquote Irpef, così come l’assegno unico universale, dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni. Novità invece per i fringe benefit, che potrebbero presto vedere l’unificazione delle due soglie, per gli straordinari, con la flat tax al 15%, e per le privatizzazioni, il cui piano potrebbe essere ancora una volta rivisto.

Quello che devi sapere

I fattori della Manovra

  • Economia che cresce più che altrove, occupazione in aumento ed export che procede a gonfie vele. Fattori importanti nella redazione della prossima Manovra, che - secondo vari esponenti del governo Meloni - avrà una parte importante dedicata al sostegno di chi assume e di chi crea lavoro, ma anche al lavoro femminile

 

Per approfondire: Manovra 2025, ipotesi fringe benefit esentasse fino a 2mila euro per tutti i lavoratori

Le ipotesi

  • Sembra al momento difficile pensare che si possa rinunciare alla maxi-deduzione per le imprese che assumono, in scadenza a fine anno. Tra le ipotesi su cui si lavora c’è anche la rimodulazione dei fringe benefit, con l’ipotesi di un tetto unico per tutti intorno ai 2mila euro

Confermato il bonus mamme

  • Non sembra essere al momento in discussione il bonus mamme, cioè la decontribuzione per le lavoratrici dipendenti che nel caso di un terzo figlio può arrivare anche a 3mila euro all’anno. “Nei piani del governo c’è un incentivo alla natalità e un supporto delle lavoratrici madri quindi poter tagliare questo bonus mi sembra fuori dalla realtà”, ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Federico Freni, ai microfoni di Radio24

Come funziona il bonus mamme

  • Ma come funziona il bonus mamme? Nella scorsa Legge di bilancio il governo ha stanziato 570 milioni di euro per questo strumento e prevedeva il pieno esonero contributivo al 9,19 per cento sulla retribuzione per le dipendenti a tempo indeterminato, con una copertura che sale a un massimo annuo di 3mila euro per le madri con tre figli. Lo sgravio non viene applicato alle lavoratrici autonome o parasubordinate, alle dipendenti con un solo figlio o con il secondo che supera i dieci anni, alle collaboratrici domestiche. Secondo quanto previsto dallo schema presente nell’ultima Manovra, dal 2025 la decontribuzione varrà soltanto per le mamme con tre figli

Il valore della misura

  • Questa misura è nata anche come strumento per combattere la denatalità (in Italia è di 1,2 bambini per ogni donna). L’impressione, perciò, è che il governo possa anche pensare di estenderlo alle lavoratrici autonome e poi di ripresentarlo anche per le famiglie meno numerose

I fringe benefit

  • Novità sono previste anche per quanto riguarda i fringe benefit: oggi hanno due diverse soglie di esenzione, cioè mille euro per tutti e 2mila per i lavoratori con figli. Il governo starebbe pensando ad uniformare le due fasce e lasciare i 2 mila euro come unico limite

Misure da 55 miliardi tutte confermate

  • In generale, l’input dato dalla politica è quello di mantenere tutto quell'insieme di misure, sia strutturali che non, che hanno garantito nel 2024, grazie a prestazioni sociali, decontribuzioni e alleggerimento sull’Irpef, benefici alle famiglie per 55 miliardi

L’assegno unico universale

  • L'intenzione del governo è anche quella di confermare l’assegno unico universale per i nuclei con figli a carico, dal valore complessivo di 19,4 miliardi. Da risolvere, però, c'è la grana con l'Ue, visto che la misura non è erogata ai cosiddetti “comunitari mobili”, cioè gli stranieri che non hanno la residenza fiscale in Italia. "La Commissione europea ci apre una procedura di infrazione perché dice che noi dobbiamo dare l'assegno unico anche a tutti gli immigrati che ci stanno in Italia, anche quando hanno figli che sono residenti all'estero. Questa previsione, insieme a una serie di altre cose che chiede la Commissione europea, rischia di rendere l'assegno unico insostenibile", ha detto Giorgia Meloni

Confermati taglio del cuneo e Irpef a tre aliquote

  • Taglio del cuneo e Irpef a tre aliquote sono già garantite. Se si riusciranno a tagliare le aliquote anche al ceto medio dipende da come andrà il concordato preventivo biennale

Le novità

  • Non mancheranno anche le novità: una di queste potrebbe essere la flat tax al 15 per cento sugli straordinari a partire già dal prossimo anno
  • Attenzione poi alle privatizzazioni: la scorsa primavera il Def aveva ridimensionato l’obiettivo iniziale di arrivare all’1% del Pil, portando il target complessivo del triennio 2024-26 allo 0,7%, con un valore quindi di 14 miliardi. Al momento il bottino è a quota 3 miliardi, ma non si escludono nuove mosse. Nel mirino ci sono Mps, Fs, Enav ed Eni, a cui si aggiunge una liberalizzazione dei porti. Più difficile da decifrare quanto sta accadendo introno a Poste: l’iter avviato a gennaio prevedeva che lo Stato non sarebbe sceso sotto il 35% ma poi è avvenuto a fine maggio il cambio di rotta, mai sotto 51%, con l’effetto di ridurre il potenziale incasso a circa 2 miliardi

 

Per approfondire: Manovra 2025, il governo studia una flat tax al 15% sugli straordinari: cosa sapere