Irpef, ipotesi taglio seconda aliquota: come cambierebbe la busta paga

Economia
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Introduzione

Al momento le aliquote Irpef sono tre: la prima, del 23%, si ferma a 28mila euro; la seconda del 35% si applica tra i 28mila e i 50mila euro; la terza del 43% oltre questa soglia. Per alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio si punta a ridurle a due o ad abbassre di qualche punto quella del 35%, ma non sono operazioni semplici perché molto costose. Sono inoltre connesse al concordato preventivo biennale, di cui bisogna ancora capire il gettito.

 

Il 30 agosto la premier Giorgia Meloni incontrerà i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Poi ci sarà il primo consiglio dei ministri a settembre, nel quale si parlerà anche di questo argomento

Quello che devi sapere

Ridurre la pressione fiscale

  • Sono in corso alcuni tentativi del governo per ridurre la pressione fiscale al ceto medio, in particolare sui redditi tra i 35mila e i 50-55mila euro. Come spiega Il Messaggero, non si tratta di una forchetta casuale. Dopo i 35mila euro, infatti, decade la decontribuzione, cioè il taglio del cuneo fiscale del 6% in vigore dall’anno scorso. I lavoratori dipendenti che oltrepassano anche di poco i 35mila euro perderebbero oltre 1000 euro all’anno (un importo netto sullo stipendio di 1.100 euro all'anno). Il peso, quindi, si sentirebbe in modo deciso sulla busta paga. Inoltre, superando di poco i 50mila euro si viene sottoposti a un’aliquota fiscale del 43% (mentre sotto questa soglia ci si ferma al 35%) 

Per approfondire: Manovra 2025, dagli aiuti per le famiglie agli sgravi per i lavoratori: cosa può cambiare

Le intenzioni del viceministro Leo

  • Il governo Meloni, quindi, sta pensando a come ridisegnare gli scaglioni Irpef, in particolare il secondo. Già dallo scorso novembre - quando si decise la riduzione da 4 a 3 aliquote - il vice-ministro all'economia, Maurizio Leo, non aveva nascosto l'obiettivo di fare ulteriori passi avanti per i redditi fino a 50.000 euro. Un'intenzione che ha ripetuto più volte specificando che i nuovi sgravi dovranno riguardare la fascia di reddito dai 35mila euro, dove si esaurisce il beneficio del taglio al cuneo fiscale, ai 50 mila euro, anche qualcosa in più. In pratica, quindi, sul ceto medio

Da quattro a tre

  • Lo scorso anno si è passati da quattro aliquote a tre: è scomparsa la vecchia aliquota del 25% che si applicava da 15mila a 28mila euro di reddito. Al contempo, è innalzata di 75 euro, da 1.880 a 1.955 euro, la detrazione per i titolari di redditi di lavoro dipendente e per i redditi assimilati a condizione che il reddito complessivo non superi 15.000 euro. Per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, l’ammontare della detrazione dall’imposta lorda spettante in relazione agli oneri la cui detraibilità è fissata nella misura del 19% è ridotto di un importo pari a 260 euro. In altri termini, per il 2024, la no-tax area sale a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti. Lo ricorda il sito dell’Agenzia delle Entrate

Quante sono le aliquote

  • Al momento quindi le aliquote Irpef sono tre: la prima, del 23%, si ferma a 28mila euro; la seconda del 35% si applica tra i 28mila e i 50mila euro; la terza del 43% oltre questa soglia. L'obiettivo a regime è scendere a due sole aliquote, rimodulando le detrazioni per evitare penalizzazioni. Questo appare però difficile da realizzare al momento. Più probabile che si possa invece ridurre di uno o due punti l'aliquota intermedia del 35%. Il problema sono le risorse: un’operazione del genere avrebbe un costo molto alto 

Preventivo biennale

  • Questo progetto è inoltre legato a doppio filo con il concordato preventivo biennale, cioè il meccanismo in base al quale le partite Iva possono decidere di concordare - in base a specifici parametri di categoria - i versamenti da fare nei due anni. Sarà necessario capire quale gettito darà quest'anno questo strumento e quindi quanto potrà garantire anche il prossimo in modo praticamente automatico. Questo, unito all'andamento del gettito fiscale che al momento sembra trottare a buon ritmo con entrate che nei primi sei mesi sono state di 13 miliardi superiori al primo semestre 2023, potrebbe consentire l'abbassamento Irpef

I prossimi appuntamenti

  • Il quadro degli incassi e delle risorse necessarie per i diversi interventi, che come sempre possono essere modulati, non è comunque ancora definito. Il 30 agosto la premier Giorgia Meloni incontrerà i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Poi ci sarà il primo consiglio dei ministri a settembre nel quale, come tradizione, il ministro dell'Economia tornerà a chiedere ai propri colleghi di elaborare risparmi di spesa (la cosiddetta spending review, dal quale il governo punterebbe a raggranellare 2 miliardi). Quest'anno poi, oltre alla Nadef con il nuovo quadro macroeconomico che deve essere approvata entro il 27 settembre, il governo dovrà elaborare il piano di rientro settennale con i nuovi parametri di spesa previsti dal patto Ue. La manovra, che al momento si ipotizza da 22-23 miliardi, entrerà nel vivo

Le risorse in vista della manovra

  • Anche quest'anno, intanto, il nodo principale della legge di Bilancio è quello delle risorse. Una delle scommesse sarà, come accennato, proprio quella del concordato preventivo biennale. Il governo l'ha reso più conveniente e si potrà aderire fino al 31 ottobre, quando la manovra, appena varata, avrà appena iniziato l'esame in Parlamento. Si guarderà al gettito previsto e si potranno ritoccare le stime tendenziali, guardando lo spazio di manovra per ulteriori interventi, per estendere fino ai redditi medi i benefici ora previsti da Cuneo e Irpef fino a 35mila euro

Per approfondire: Concordato preventivo biennale, il peso sulla manovra e sulle attività coinvolte