In Italia calano i Neet, sulle lauree le donne fanno meglio degli uomini: i dati Istat

Economia
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Introduzione

Come evidenzia l’Istituto nazionale di statistica su dati del 2023, il vantaggio femminile nell'istruzione non trova un riscontro analogo nell'accesso al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione per chi ha un titolo universitario si attesta in ogni caso 11 punti sopra rispetto a chi ha conseguito il diploma di scuola secondaria. 

 

Il raggiungimento dei più alti gradi di istruzione dipende in buona parte anche dalla famiglia: nei nuclei dove è presente almeno un genitore laureato il tasso di abbandono degli studi crolla al 2% e il 70% riesce ad ottenere il titolo. 

Quello che devi sapere

Neet italiani in calo

  • In Italia diminuisce il popolo dei ragazzi Neet. Lo evidenzia l'Istat che per il 2023 certifica al 16,1% la quota di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano o non sono inseriti in un percorso di formazione. Ecco qual è la fotografia sul rapporto tra il livello di studio e il lavoro nel nostro Paese

Per approfondire:

Rapporto Almalaurea 2024, neolaureati pronti ad andare all’estero per lavori meglio pagati

Neet italiani in calo

Il gap con l'Europa

  • Sul calo dei Neet l'Italia conferma il trend positivo e ha raggiunto un livello inferiore al 2007, l'anno prima della crisi economica. Nonostante i progressi il nostro Paese è fanalino di coda, penultima in Unione europea davanti solo alla Romania. Il tasso Neet è di oltre 5 punti superiore alla media europea, ferma all'11,2%

L'obiettivo dell'Ue

  • Nell'ultimo decennio la percentuale complessiva dei giovani che non studiano e non lavorano nel Vecchio Continente è passata dal 16% del 2012 all'11,2% del 2023. Bruxelles tuttavia punta dritto al target medio del 9% di Neet nel 2030, fissato come obiettivo della sua agenda sociale insieme al rafforzamento delle competenze per portare aziende e giovani a combinare meglio domanda e offerta di lavoro nel mezzo della transizione verde e digitale

L'importanza della famiglia/1

  • L'Istituto nazionale di statistica certifica in secondo luogo come i figli parte di famiglie istruite rischiano meno di abbandonare gli studi. Quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani lascia in anticipo il percorso formativo e solo il 10% raggiunge la laurea

L'importanza della famiglia/2

  • Al contrario, se in casa almeno un genitore è laureato appena il 2% dei figli abbandona gli studi in anticipo e circa il 70% consegue il diploma di laurea

Il tasso di occupazione

  • Il grado di istruzione fa sentire i suoi effetti anche sulle possibilità di trovare lavoro. Nella fotografia Istat emerge come il tasso di occupazione per i laureati sia di 11 punti superiore rispetto a chi è in possesso solo di un diploma: l'84,3% a fronte del 73,3%

Tra gli under 35

  • Il divario si allarga tra gli under 35, con i laureati nettamente più favoriti nell'accesso al mercato del lavoro rispetto ai diplomati. La forbice sale al 15,7% tra chi ha conseguito il titolo universitario da 1 a 3 anni prima: 75,4% rispetto al 59,7% di chi ha il diploma

Il dato tra chi abbandona gli studi

  • Meno di un ragazzo su due tra quelli che abbandonano gli studi in anticipo riescono a trovare un impiego: il tasso di occupazione in questo caso scende al 44,4%

Più donne laureate ma resta il gap

  • L'Istat certifica inoltre come nel 2023 le donne in possesso di un titolo terziario siano il 24,9%, sette punti in più rispetto agli uomini (18,3%). Il vantaggio femminile nell'istruzione non si traduce tuttavia in un più facile accesso al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione femminile nella fascia di età 25-64 anni è molto più basso rispetto a quello maschile (59,0% contro 79,3%)

I differenziali occupazionali

  • Dalla rilevazione emerge inoltre come le donne laureate trovino più facilmente lavoro rispetto alle diplomate. Il tasso di occupazione è di +19 punti a fronte di soli 4,3 punti tra gli uomini con il titolo terziario rispetto ai diplomati. Al crescere del titolo di studio, i differenziali occupazionali di genere si riducono: si attestano a 32,3 punti percentuali per i titoli bassi (36,8% e 69,1% i tassi di occupazione femminili e maschili), 21,6 punti per i medi (62,4% e 84,0% i rispettivi tassi) e solo 6,9 punti per gli alti  

L'avanzata delle lauree Stem

  • La fotografia dell'Istat conferma poi il buon piazzamento delle lauree Stem. Nella fascia tra i 25 e i 64 anni il tasso di occupazione delle donne in possesso di titoli accademici in settori afferenti a scienza, tecnologia, ingegneria o matematica è dell'80,9%. E sale addirittura al 90,1% tra gli uomini

Le altre aree

  • Secondo l'Istat la possibilità di trovare impiego è ancora maggiore per i laureati nell'area Medico-sanitaria e farmaceutica (88.6%). Nel 2023, il tasso di occupazione tra i 25-64enni laureati nell'area Umanistica e dei servizi è invece pari al 79,5%. Mentre sale all'84,2% per i laureati nell'area Socio-economica e giuridica.

Per approfondire:

Lavoro, quali sono le lauree più richieste nei prossimi cinque anni? Il report