Stipendio, rischio povertà con meno di 1.245 euro al mese. I dati Istat

Economia
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Introduzione

Secondo un'elaborazione del sito Money.it basata su report dell'Istituto nazionale di statistica, la soglia "psicologica" di reddito pari a 16.187 euro annui si applica nel caso di nuclei composti da una sola persona, privi di altre fonti di guadagno. Per le famiglie dove più componenti concorrono a generare reddito, la condizione di povertà è determinata dalla bassa intensità lavorativa o da una grave deprivazione materiale

Quello che devi sapere

Il rischio povertà legato agli stipendi

  • Un lavoratore che percepisce 1.245 euro netti al mese in busta paga corre il rischio di scivolare nella povertà. Lo afferma il sito Money.it che partendo da dati Istat, ha calcolato la soglia di retribuzione sotto la quale un singolo, privo di altre fonti di reddito, entra in difficoltà economica.

Per approfondire: 

Assegno di inclusione 2024, in 6 mesi sussidio a quasi 700mila famiglie. I dati Inps

Il rischio povertà legato agli stipendi

Povertà lavorativa

  • Sul fronte della povertà lavorativa l'Italia, si conferma ai primi posti in Europa. Secondo gli ultimi dati Istat la quota di occupati che versa in condizioni di difficoltà economica è all'11,5%. A preoccupare è soprattutto il dato sui dipendenti in povertà assoluta: 8,2%

Cosa definisce il rischio povertà

  • Secondo la definizione dell'Istituto di statistica, il rischio povertà per gli occupati dai 18 anni in su, è calcolato all'interno delle famiglie con un reddito netto equivalente inferiore a una soglia relativa, fissata al 60% della mediana della distribuzione individuale del reddito medio equivalente

I calcoli

  • Secondo l'Istat, nel biennio 2021-2022 il reddito mediano annuo in Italia si attestava a 26.979 euro netti per famiglia. Di conseguenza, il 60% sulla mediana della distribuzione individuale del reddito netto equivalente è di 16.187 euro. Questo valore corrisponde a una retribuzione di 1.245 euro netti su 13 mensilità

Nuclei monoreddito

  • La simulazione di Money.it prende in esame le famiglie composte da un solo componente che rientrano a pieno titolo nella classificazione Istat. Ipotizzando uno stipendio di 1.245 euro al mese su 13 mensilità senza ulteriori fonti di guadagno un singolo individuo risulta a rischio povertà

Famiglie con più componenti

  • La situazione cambia se il nucleo familiare è formato da più componenti che concorrono a generare reddito. In questo caso il singolo stipendio da 1.245 euro al mese non si tramuta automaticamente in un rischio povertà. Più buste paga aiutano a superare, in aggregato, la soglia di 16.187 euro annui

Bassa intensità lavorativa

  • Nelle famiglie più numerose il rischio povertà si annida nel caso di una bassa intensità lavorativa, cioè quando il rapporto tra il numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l’anno e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative è inferiore a 0,20. Il rapporto si applica ai membri "occupabili" di età compresa tra i 18 e i 59 anni mentre non si considerano ad esempio gli studenti a carico tra i 18 e i 24 anni 

Grave deprivazione materiale/1

  • Un altro fattore sintomatico di povertà nelle famiglie è la grave deprivazione materiale. La condizione scatta quando si verificano almeno 4 segnali su 9 tra: essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altri prestiti; non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione o non poter sostenere spese impreviste di 800 euro

Grave deprivazione materiale/2

  • Nella classificazione di grave deprivazione materiale rientrano inoltre le privazioni come: non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano; non potersi concedere una settimana di vacanza all’anno lontano da casa; non poter acquistare un televisore a colori o una lavatrice; non potersi permettere un’automobile oppure un telefono

I dati su Adi e Sfl

  • Di conseguenza nelle famiglie aumenta il ricorso a strumenti di contrasto alla povertà a partire dall'Assegno di inclusione. Secondo l’Osservatorio statistico dell’Istituto di previdenza, la misura, introdotta a inizio anno dal governo Meloni in sostituzione del Reddito di cittadinanza, ha raggiunto in totale circa 1,7 milioni di individui per un importo mensile medio che a maggio ammontava a 618 euro. Per quanto riguarda il Supporto Formazione e Lavoro (Sfl), avviato lo scorso settembre e destinato ai beneficiari "occupabili", al 30 giugno le domande accolte ammontano a 96mila, in prevalenza di donne e over 50 anni

Famiglie più in difficoltà al Sud

  • Sul fronte del rischio povertà nelle famiglie infine l'ultimo rapporto Istat conferma differenze geografiche: nel 2023, al Nord l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è rimasta sostanzialmente stabile (8,0%), mentre è aumentata l’incidenza individuale. Al Sud l'incidenza della povertà rimane stabilmente più alta sia a livello familiare (10,3%) sia a livello individuale (12,1%)

Per approfondire: 

Lavoro minorile, Mattarella: "Guerre e povertà privano i bambini della loro infanzia"