Ocse, Italia maglia nera sui salari reali: -6.9% rispetto al 2019

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico assegna la maglia nera al nostro Paese in merito ai salari, nonostante il livello di occupazione negli stati dell’area sia ora ai massimi storici. Peggio di noi solo Repubblica Ceca e Svezia. In Italia il 2023 ha registrato un calo del 6,9% rispetto al 2019, ma l’allarme riguarda anche la stagnazione dei salari reali che tra il 1991 e il 2023 sono cresciuti solo del +1% contro il 32,5% della media dei Paesi dell'organizzazione

Quello che devi sapere

Italia maglia nera

Italia maglia nera per i salari reali. Nonostante l’occupazione nei Paesi dell'area Ocse sia ai massimi storici, la crescita degli occupati inizia a rallentare. Inoltre, anche se gli ultimi trimestri hanno segnato un leggero miglioramento, solo in 19 Paesi Ocse su 35 i livelli dei salari reali hanno recuperato quelli precedenti al 2020, anno della pandemia da Covid-19. Tra i peggiori c’è l’Italia che, come si legge nel Oecd Employment Outlook 2024, si ferma al terzultimo posto per i salari reali anche per il primo trimestre del 2024: registrato un calo del 6,9% rispetto al quarto trimestre del 2019. Peggio di noi solo Repubblica Ceca e Svezia. Più virtuose invece la Germania (che ha registrato un calo del -2%)  e la Francia con una leggera crescita del +0,1%

Occupazione ai massimi storici

A dare l’allarme è l’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i cui dati rielaborati dall'Inapp avevano sollevato l'allarme di salari reali stagnanti dal 1991 al 2023 (solo il +1%) contro il 32,5% della media dei Paesi dell'organizzazione. I dati aggiornati al primo trimestre 2024 confermano il primato negativo dell'Italia per i salari reali, cioè al netto dell'inflazione. Tuttavia, i livelli di occupazione hanno raggiunto i massimi storici, superando anche il livello pre Covid. Record anche per il tasso di disoccupazione che ha registrato il suo più basso livello dal 2001

Segretario Ocse: “Dinamismo dei mercati decisivo”

"Il dinamismo dei mercati del lavoro, insieme a una crescita sostenuta dell’occupazione, è stato decisivo per la resilienza economica dei paesi Ocse negli ultimi anni”, ha sottolineato il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann. “Dopo la pandemia - ha aggiunto - l’occupazione ha raggiunto un livello record nei paesi dell’Ocse, nonostante le sfide derivanti dall’inflazione e dalla lenta crescita della produttività"

Sfida per il clima

Un tema importante anche a livello economico è la sfida per il clima. “La transizione climatica - ha spiegato il segretario Ocse Cormann - porterà a una profonda ristrutturazione dei mercati del lavoro, con un declino dei settori ad alta intensità di emissioni a favore di nuove opportunità offerte dai posti di lavoro guidati dalla transizione verde. Le autorità pubbliche devono dare priorità alla promozione della necessaria mobilità professionale, in particolare attraverso programmi di formazione efficaci nei settori interessati, al sostegno dei lavoratori che hanno perso il lavoro o i cui posti di lavoro sono minacciati dalla transizione, e alla promozione dell’innovazione, dell’imprenditorialità e di posti di lavoro orientati verso sviluppo sostenibile"

Ocse bacchetta l’Italia

L’Italia è tra i Paesi che, nonostante una stagione di utili societari più che buoni, come evidenziato dall’Ocse, i salari reali continuano ad andare indietro invece che migliorare. Nella sua Economic Survey dedicata all'Italia, a gennaio, l'organizzazione parigina notava la buona performance dell'export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività "principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro". Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno "significativo potere negoziale", di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Era uno degli obiettivi degli aiuti europei col Recovery Plan, ancora non portato a compimento 

Giorgetti ottimista, Boccia contrario

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha difeso il taglio del cuneo grazie al quale "siamo riusciti a compensare l'incremento del costo della vita senza alimentare una spirale salari-prezzi". Non convinta l’opposizione con l’esponente del Pd Francesco Boccia che replica: "L'ottimismo a prescindere, per il secondo anno consecutivo, quando aumentano ovunque le diseguaglianze, diventa incoscienza". E ha aggiunto: "Ho ascoltato la relazione del ministro Giorgetti all'assemblea dell'Abi e le sue parole mi sono sembrate surreali. Il ministro dell'Economia ha descritto un paese che non c'è, parlando di crescita e di risultati positivi del governo. Risultati che vede solo lui”