Case, nel 2024 le compravendite immobiliari segnano -7,2%: ecco i motivi del calo

Economia
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Introduzione

La mancanza di nuove case e l’incertezza economica, con la conseguente perdita del potere d’acquisto, rendono il mercato meno vitale rispetto agli anni passati. Lo dicono i dati pubblicati dall’Osservatorio Mercato Immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle Entrate.

 

Tra le principali città metropolitane, il calo maggiore si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni) e Roma (-6,9% e 7.703 transazioni)

Quello che devi sapere

L’andamento a livello nazionale

  • Nei primi tre mesi dell’anno il mercato immobiliare residenziale a livello nazionale è calato del 7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 154.770 compravendite. Tra le principali città metropolitane, il calo maggiore si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni) e Roma (-6,9% e 7.703 transazioni). Lo dicono i dati pubblicati dall’Osservatorio Mercato Immobiliare (OMI) - Agenzia delle Entrate

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Le grandi città

  • Se poi si considerano le nuove abitazioni vendute nelle grandi città (1.624 in totale), la quota non arriva al 7% rispetto al totale delle vendite, con un calo delle transazioni del 23% rispetto allo stesso periodo del 2023

Le motivazioni principali

  • Secondo l’analisi di Abitare Co. - società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata in nuove costruzioni - tra le principali motivazioni della frenata del mercato immobiliare si segnalano la mancanza di offerta di nuove case e ad alta efficienza energetica, l’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto, il segno negativo degli investimenti nel residenziale (-35% nel I trim. 2024) e il ritiro dal mercato di immobili ristrutturati con il Superbonus per la maggiore tassazione dovuta alle eventuali plusvalenze

Mutui ai minimi storici

  • Ai minimi storici le abitazioni comprate tramite mutuo: poco più di 56mila transazioni, pari al 40% del totale. La quota di famiglie che acquistano tramite mutuo è andata a diminuire di anno in anno in corrispondenza all’aumento del costo del denaro adottato dalla Bce per contrastare l’inflazione. Nell’epoca pre Covid le famiglie che acquistavano casa con un mutuo rappresentavano circa il 53% del totale: in meno di cinque anni, quindi, gli acquirenti di casa che fanno ricorso al mutuo sono calati di tredici punti percentuali

Le nuove case

  • Il segmento di mercato relativo alle nuove case è colpito soprattutto dalla mancanza di offerta. Milano è l’unica città a registrare una quota superiore al dieci per cento (12,6%) con 648 compravendite. A Roma sono state vendute 670 nuove case nel primo trimestre di quest’anno che corrisponde a una quota solo dell’8,7% sul totale delle vendite. Nelle altre grandi città del Paese le vendite di nuove case non raggiungono neppure le cento unità, alla fine del trimestre. A Firenze ci sono state 92 vendite (8,1% sul totale), a Napoli solo 35 (1,9% sul totale) e addirittura a Genova le vendite di nuove case in tre mesi sono state solamente otto (lo 0,4% sul totale)

Tendenza al risparmio

  • L’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto sono fra i fattori che incidono nel calo degli acquisti. La propensione al risparmio, dopo aver raggiunto valori massimi nel 2020 in corrispondenza della pandemia, è gradualmente diminuita negli anni successivi per sostenere le spese familiari e per compensare la perdita del potere di acquisto causata dall’inflazione

L’andamento degli investimenti nel residenziale

  • Gli investimenti nel residenziale hanno subito un forte calo di oltre 50 punti percentuali a partire dalla fine del 2022 e per tutto il 2023, principalmente a causa dell’aumento dei tassi di interesse. I 120 milioni di euro investiti nel residenziale italiano nel primo trimestre 2024 confermano la tendenza negativa con un calo del 35% circa rispetto al primo trimestre del 2023. In una città come Milano, che polarizza circa l’80% degli investimenti, il calo tendenziale oggi è del 28%

Consumi energetici

  • In genere, chi richiede le nuove case lo fa perché risulta particolarmente interessato al consumo energetico, all’impatto ambientale e ai servizi comuni dedicati alle persone. L’offerta di queste abitazioni è tuttavia ancora molto bassa

Superbonus

  • Inoltre, una parte di domanda si è ritirata dal mercato dopo aver ristrutturato casa col Superbonus. Contando la tassazione delle plusvalenze e il trasferimento delle detrazioni, è possibile vendere un immobile su cui si sono effettuati lavori di efficientamento agevolati con il bonus 110%: ci sono però diversi aspetti a cui prestare attenzione

L’aumento del valore dell’immobile

  • Uno di questi è legato all’aumento del valore dell’immobile determinato dai lavori di efficientamento: questo aumento di valore, pur essendo positivo, porta a una maggiore tassazione al momento della vendita, soprattutto tenendo conto delle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024

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