Manovra 2025, la prossima legge di Bilancio parte da 20 miliardi secondo le stime dell'Upb

Economia
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Introduzione

Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio ci vorranno circa 18 miliardi per confermare nella prossima manovra alcuni degli interventi finanziati solo per quest’anno. La somma arriverebbe però a quota 20 nel caso in cui si puntasse anche a spese di solito inserite nelle politiche invariate, come il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

 

L’Upb ha poi posto l’attenzione sulla proroga del taglio del cuneo fiscale: potrebbe generarsi la cosiddetta “trappola di povertà”: superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono circa 1.100 euro all’anno. Di recente l'Europa ha messo il nostro Paese sotto procedura per deficit eccessivo insieme alla Francia e altri cinque Paesi.

Quello che devi sapere

I conti

  • L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha fatto alcuni conti sulla manovra 2025: ci vorranno circa 18 miliardi per confermare anche nel prossimo anno alcuni degli interventi finanziati solo per il 2024, ma oltre 20 se si vorranno aggiungere anche altre spese solitamente inserite nelle politiche invariate, come il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. 

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“Il debito pubblico è vulnerabilità del Paese”

  • “La politica di bilancio italiana ha di fronte un percorso di risanamento volto a ridurre il peso di un debito pubblico elevato che costituisce un fattore di vulnerabilità per l’economia del Paese, oltre a sottrarre risorse a impieghi produttivi e socialmente utili”. Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari nella relazione alla presentazione del Rapporto annuale. "È un percorso ambizioso che limita la possibilità di effettuare interventi in disavanzo, ma che fornisce altresì una opportunità da cogliere. È l’opportunità di disegnare una politica di bilancio che guarda al futuro”

L’allarme sul taglio del cuneo

  • L’Upb lancia anche un monito su una delle misure che il governo dà già per certa, la proroga del taglio del cuneo: se confermato a livello strutturale la distorsione creata a ridosso delle soglie di reddito di 25.000 e 35.000 euro, avverte l'Upb, rischia di generare una "trappola di povertà"

Cosa succede se si supera la soglia di 35mila euro

  • Nello specifico, superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono circa 1.100 euro all’anno. Questo fenomeno, spiega Cavallari, “assumerebbe rilevanza sostanziale qualora la decontribuzione dovesse essere trasformata da intervento temporaneo a permanente” perché “da un lato indurrebbe un forte disincentivo al lavoro e, dall’altro, renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale, questione che assume particolare importanza dopo l’erosione del potere d’acquisto prodotta dall’inflazione”

Il contesto

  • La presentazione del Rapporto annuale sulla politica di bilancio dell'Authority dei conti pubblici, che segna anche il decennale dell'attività dell'Upb, cade proprio nella settimana in cui l'Europa mette il nostro Paese sotto procedura per deficit eccessivo insieme alla Francia e altri cinque Paesi

L’aggiustamento richiesto

  • L'aggiustamento richiesto per l'Italia, calcola l'Upb, "è stimato in 0,5-0,6 punti di Pil all'anno" (pari a circa 10 miliardi) su un sentiero settennale. La correzione è già considerata nel Def ma il percorso di risanamento, mirato ad alleggerire un debito che resta "un fattore di vulnerabilità" per l'economia del Paese, si tradurrà anche in un limite alla "possibilità di effettuare interventi in disavanzo", avverte la presidente Lilia Cavallari

10,8 miliardi per il taglio del cuneo

  • La sfida rischia dunque di complicare la stesura della prossima manovra. Per la quale l'Upb stima un impatto sul deficit che parte da almeno 18 miliardi, di cui 10,8 solo per il taglio del cuneo. Proprio la decontribuzione finisce sotto la lente dell'Authority, che ne evidenzia l'impatto "positivo", ma con una "distorsione" sulle aliquote marginali

Pensioni

  • Sulle pensioni, invece, secondo l'Upb, la linea da seguire è quella su cui si è mossa, tra le polemiche, l'ultima manovra: quindi ok alle uscite anticipate ma solo se c'è il ricalcolo degli assegni

Cosa ha detto Giorgetti

  • Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ribadendo l'approccio "responsabile" e prudente del governo e indicando la necessità di interventi "selettivi", assicura che il cuneo è la prima misura che sarà confermata: è un "must", un impegno "inderogabile", e sarà fatto, assicura, senza deficit aggiuntivo

Risorse da ponderare

  • Per il resto si dovranno "ponderare" attentamente le risorse da destinare alle singole politiche, dando priorità" alla mitigazione dell'impatto di eventuali shock sui soggetti più esposti". Guardando al quadro macroeconomico, l'Upb resta un po' più cauto rispetto alle stime del governo: l'asticella del Pil è fissata allo 0,8% quest'anno (contro il +1% atteso dal governo), passando poi ad una temporanea accelerazione (+1,1% nel 2025) e un successivo rallentamento (+0,8% nel 2026 e +0,6 nel 2027)

Finanza pubblica

  • E se una spinta (quasi tre punti cumulativamente nel 2026) si attende dalla "piena e tempestiva realizzazione", restano "diversi elementi di incertezza" sulla finanza pubblica, legati anche ai crediti di imposta: nel mirino, in particolare, Superbonus e Transizione 4.0 e 5.0, su cui l'Upb torna a sollecitare "meccanismi di monitoraggio e controllo". 

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