Fondi pensione, in aumento rendimenti e iscritti. Crescono le adesioni dei giovani

Economia
Ansa/Ipa

Introduzione

È stata presentata alla Camera la relazione annuale della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. Il 2023 ha segnato la ripartenza delle forme pensionistiche integrative dopo un 2022 negativo. Risorse a quota 224,4 miliardi (+ 9,1%), che salgono a 338 miliardi includendo le Casse di previdenza. Contributi incassati per 19,2 miliardi (+5,2%). Platea di 9,6 milioni di iscritti, in crescita del 3,7%. Rendimenti su nei comparti azionari, in media, anche del 10,2% per i fondi negoziali, dell’’11,3% per quelli aperti e dell’’11,5% per i Pip, i Piani individuali pensionistici. Donne, “under 35” e lavoratori del Sud ancora poco presenti. Ma cresce la propensione delle famiglie ad aprire posizioni per i figli a carico

Quello che devi sapere

Il report

  • La Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, ha presentato ieri alla Camera la relazione annuale sull’attività svolta nel 2023. Emergono diversi dati positivi nel settore della previdenza complementare: rendimenti ottimi, risorse in crescita e una platea di iscritti che si è allargata. Lo scorso anno ha segnato una ripartenza delle forme pensionistiche integrative dopo un 2022 negativo.

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Nel 2023 i rendimenti dei fondi anche oltre il 10%

  • A fine 2023, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 224,4 miliardi (che, includendo le Casse di previdenza, salgono complessivamente a 338 miliardi), con un incremento del 9,1% sul 2022, determinato prevalentemente dalla dinamica positiva dei mercati finanziari. Come indica la Covip, la dinamica positiva si è riflessa sui rendimenti dei fondi, recuperando le perdite subite nell'anno precedente. I comparti azionari hanno registrato le performance migliori, con rendimenti nell'anno in media pari al 10,2% nei fondi negoziali, all'11,3% nei fondi aperti e all'11,5% nei Pip (Piani individuali pensionistici)

Rendimenti molto buoni

  • Rendimenti positivi nel 2023 anche nei comparti bilanciati e obbligazionari: gli obbligazionari misti hanno ottenuto il 7,2% nei fondi negoziali e il 4,4% nei fondi aperti; risultati positivi, ma inferiori, si sono registrati in media anche nei comparti obbligazionari puri e in quelli garantiti. In dieci anni (da fine 2013 a fine 2023), evidenzia inoltre la Covip, i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,2 e il 4,5%, superiori al rendimento medio delle linee obbligazionarie e anche al tasso di rivalutazione del Tfr (pari al 2,4% nel decennio). Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari sono pari al 10,8% del Pil e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Inoltre, i contributi incassati nell'anno sono pari a 19,2 miliardi di euro (+5,2% rispetto al 2022), in crescita in tutte le forme pensionistiche complementari

Negli ultimi dieci anni risultato migliore del Tfr

  • La relazione evidenzia che su un periodo di osservazione decennale (2013-2023), i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collochino, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,2 e il 4,5%, superiori al rendimento medio delle linee obbligazionarie e anche al tasso di rivalutazione del Tfr (pari al 2,4% nel decennio). Le linee bilanciate mostrano rendimenti medi che vanno dall’1,9% dei Pip di tipo “unit linked” al 2,7% dei fondi negoziali e al 2,9% dei fondi aperti

Patrimonio delle casse nel 2023 sale a 114,3 miliardi

  • Al termine dello scorso anno, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 114,3 miliardi di euro, contro i 103,8 miliardi dell'anno precedente. La Covip spiega che a determinare la variazione ha contribuito soprattutto l'andamento positivo dei mercati finanziari, recuperando le perdite registrate nel 2022

Gli iscritti ai fondi pensione sono 9,6 milioni (+3,7%)

  • A fine 2023, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è di 9,6 milioni, in crescita del 3,7% rispetto all'anno precedente; in percentuale delle forze di lavoro, gli iscritti sono pari al 36,9%. Alla fine dello scorso anno, i fondi pensione in Italia sono 302: 33 fondi negoziali, 40 fondi aperti, 68 piani individuali pensionistici (Pip) e 161 fondi pensione preesistenti. In particolare, i fondi negoziali contano 3,9 milioni di iscritti (+5,4% rispetto al 2022). La metà delle nuove adesioni è da ricondurre al meccanismo dell'adesione contrattuale; continuano a crescere anche le iscrizioni nel settore del pubblico impiego attraverso il meccanismo del silenzio-assenso per i lavoratori di nuova assunzione. Sono invece 1,9 milioni gli iscritti ai fondi aperti (+5,9%) e 3,9 milioni ai Pip (+1,7%); 656mila ai fondi preesistenti

Le buone notizie

  • Tra le nuove adesioni si segnala la crescita dei soggetti fiscalmente a carico, ovvero delle posizioni previdenziali attivate dalle famiglie per i figli. Nel report si evidenzia che queste iscrizioni vengono indirizzate “prevalentemente a favore delle forme di mercato. Ciò rispecchia decisioni familiari di aprire una posizione previdenziale per i propri figli in vista di una successiva alimentazione con versamenti autonomi una volta che essi entreranno nel mondo del lavoro”

Disparità di genere nelle iscrizioni

  • Gli uomini sono il 61,7% degli iscritti alla previdenza complementare (il 72,7% nei fondi negoziali), confermando il gap di genere, indica inoltre la relazione. Nelle forme di mercato le donne raggiungono il 42,6% nei fondi aperti e il 46,6% nei Pip

Le differenze per età

  • In base all'età gli iscritti sono prevalentemente concentrati nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento (gap generazionale): il 47,8% degli iscritti ha un'età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni. Inoltre, pur attestandosi ancora su percentuali inferiori rispetto alle altre fasce, negli ultimi anni il peso della componente più giovane (fino a 34 anni) sul totale degli iscritti è comunque cresciuto, passando dal 17,6% del 2019 al 19,3% del 2023. Gli iscritti che hanno versato contributi nel 2023, escludendo dal computo i Pip 'vecchi', sono 6,7 milioni, il 72,4% del totale. La contribuzione media è di 2.810 euro, con lievi differenze in base alla condizione occupazionale: la contribuzione pro capite è più alta per i lavoratori dipendenti (2.900 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di Tfr, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro)

Covip: “La sfida dell'inclusione previdenziale è cruciale”

  • "La sfida dell'inclusione previdenziale è di cruciale importanza. Donne, giovani, lavoratrici e lavoratori delle aree meridionali continuano a essere meno presenti nel sistema della previdenza complementare; anche perché più fragili nelle loro condizioni di occupazione”, sottolinea la Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, nella relazione annuale illustrata alla Camera, rimarcando la necessità di un ulteriore sviluppo della previdenza complementare, anche agevolandola. "Un insieme di interventi dovrebbe aiutare la capacità contributiva delle persone meno forti, attraverso una rimodulazione dei benefici fiscali. Tali benefici, oggi sostanzialmente espressi in termini di deducibilità dei contributi - fino a 5.164,57 euro - potrebbero trasformarsi in una contribuzione di ingresso nelle prime fasi lavorative. Andrebbe inoltre consentito di riportare ad anni successivi spazi di deducibilità di cui non si è goduto nell'anno di riferimento. Ciò - prosegue - incentiverebbe la partecipazione di quanti hanno redditi più variabili, come i lavoratori autonomi".

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