La Fed lascia i tassi di interesse invariati, rinviato il taglio: cosa significa

Economia
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Introduzione

A differenza della Bce, la Banca Centrale degli Usa ha deciso di mantenere i tassi invariati: il costo del denaro resta fermo fra il 5,25% e il 5,50%, dove è dal luglio 2023. La Fed, in base a quanto emerge dalle tabelle allegate alla decisione, prevede un solo taglio dei tassi di interesse da un quarto di punto quest'anno. A marzo aveva previsto tre tagli.

 

Il quadro sta migliorando - soprattutto guardando all'indice Pce - ma non abbastanza: il timore è che la pressione sui prezzi schizzi ancora una volta. E si teme una spallata ai listini come quella che ha toccato l'Europa dopo il voto per il Parlamento Ue

Quello che devi sapere

Fed rinvia tagli tassi d'interesse

  • Nessun taglio dei tassi di interesse, ma nemmeno un rialzo. Quindi un mantenimento sul 5,25-5,50%. È questa la linea stabilita dalla Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti. L’annuncio da parte del presidente Jerome Powell è arrivato nella serata italiana. Da sottolineare come La Bce abbia invece deciso di tagliare i tassi d'interesse di 25 punti base, portando quelli sui rifinanziamenti principali da 4,50% a 4,25%, quello sui depositi dal 4% al 3,75%, e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Si è trattato del primo taglio dopo il ciclo di rialzi cominciato a luglio 2022

Per approfondire:

La Bce taglia i tassi dello 0,25%, è la prima volta dal 2019

Fed rinvia tagli tassi d'interesse

La decisione e le motivazioni della Fed

  • La Fed ha quindi deciso di lasciare i tassi di interesse invariati: il costo del denaro resta fermo fra il 5,25% e il 5,50%, dove è dal luglio 2023. La Fed - come emerge dalle dot-plot, le tabelle allegate alla decisione di politica monetaria - prevede un solo taglio dei tassi di interesse da un quarto di punto quest'anno. A marzo aveva previsto tre tagli. Secondo le previsioni della Fed, l'economia americana crescerà quest'anno del 2,1%: la stima precedente resta quindi invariata. Il tasso di disoccupazione si attesterà al 4% alla fine di quest'anno mentre l'inflazione sarà al 2,6%, oltre il 2,4% previsto a marzo. Nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, la Fed ha ribadito che il mercato del lavoro resta solido e il tasso di disoccupazione basso. Ma ha aggiunto: l'inflazione resta "elevata" e i progressi per portarla all'obiettivo del 2% sono "modesti"

Il comunicato

  • "I recenti indicatori suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a una velocità solida. I progressi sul mercato del lavoro sono rimasti solidi e il tasso di disoccupazione basso. L'inflazione ha rallentato nell'ultimo anno ma resta elevata. Negli ultimi mesi ci sono stati progressi modesti verso l'obiettivo del 2%", ha scritto la Fed nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione. "L'outlook economico è incerto e la Fed è attenta ai rischi di inflazione", aggiunge la banca centrale. "Non ci aspettiamo che sarà appropriato ridurre i tassi di interesse fino a quando non avremo una maggiore fiducia sull'inflazione che si muova verso il 2%", ha precisato la Fed ribadendo il suo "forte impegno a far tornare l'inflazione al 2%". La Fed, si legge ancora, è pronta ad aggiustare la propria politica monetaria se sarà necessario in caso dovessero emergere dei rischi

Le parole di Powell

  • La politica monetaria è "restrittiva" e la Fed è pronta a lasciare i tassi elevati per il tempo necessario contro l'inflazione, ha precisato il presidente della Fed Jerome Powell. "Nessuno all'interno della Fed ha un rialzo dei tassi di interesse nelle sue previsioni", ha aggiunto, sottolineando ch il costo del denaro sta avendo un effetto significativo sul mercato immobiliare. Il presidente della Fed ha quindi descritto il sistema bancario come "solido, forte e ben capitalizzato"

I dati sull'inflazione di maggio

  • Prudenza è la parola d’ordine: secondo gli analisti, come previsto, per un taglio dei tassi la Fed aspetterà che l’inflazione si avvicini all’obiettivo del 2%. Intanto si segnala un ulteriore rallentamento a maggio. I prezzi al consumo (indice Cpi) sono saliti del 3,3%, meno del 3,4% di aprile e sotto le attese degli analisti. Su base mensili sono rimasti invariati, mentre gli analisti scommettevano un +0,1%. L'indice core, quello al netto di energia e alimentari e il preferito della Fed, è salito del 3,4% su maggio 2023, meno del 3,5% previsto dagli analisti. L'aumento su base mensile è stato dello 0,2%, sotto il +0,3% stimato dagli analisti

L'inflazione di aprile secondo l'indice Pce

  • Va comunque ricordato che l'altro principale indice dell'inflazione negli Usa, il Pce (personal consumption expenditures price index - spesa per consumi personali), ad aprile segnavala un'inflazione al 2,7% su base annuale

Ft, sondaggio: nel 2024 un solo taglio dei tassi

  • Un sondaggio del Financial Times e di Chicago Booth, a cui hanno partecipato 39 economisti, aveva previsto che la Fed andrà a tagliare i tassi di interesse una sola volta quest'anno: i prezzi alti sono un problema per Joe Biden, perché minano i suoi sforzi di rilancio dell'economia (e mettono a rischio le sue chance di rielezione alle presidenziali di novembre)

Le previsioni: si attenderanno ulteriori progressi

  • Anche la Columbia Threadneedle aveva previsto che sarebbe stata mantenuta “una posizione che sottolinea come un potenziale” intervento sia subordinato "al riconoscimento di ulteriori progressi nella riduzione delle pressioni sui prezzi". Anche dall’Italia le stime erano più o meno le stesse: “Non prevediamo modifiche ai tassi ufficiali ma, rispetto al meeting di maggio, ci aspettiamo toni più accomodanti sulla scorta degli ultimi dati su inflazione, crescita e mercato del lavoro che hanno fornito segnali di moderazione", evidenziava a inizio settimana Intesa Sanpaolo nella sua Weekly

Il mercato del lavoro

  • Un altro fattore che influisce sulla decisione della Fed è la tenuta del mercato del lavoro. A maggio l'economia Usa ha creato 272.000 posti di lavoro, molto più dei circa 180.000 attesi, aggiungendo pressioni alla domanda e di conseguenza all'inflazione, nonostante la crescita del Pil nel primo trimestre (+1,3% annualizzato) sia rallentata ai minimi di quasi due anni. Chi invoca un taglio dei tassi ravvicinato guarda invece alla disoccupazione Usa, risalita al 4%, e al calo del tasso di partecipazione della forza-lavoro

Le possibili conseguenze sui listini

  • C'è chi teme che la decisione della Fed possa assestare un'ulteriore spallata ai listini già logorati dall'onda lunga del voto in EuropaIl voto per il rinnovo del Parlamento europeo si è fatto sentire con forza sui principali listini del continente, soprattutto sulle Borse di Parigi, Francoforte e Madrid, per lo scarso risultato alle urne raccolto dai partiti dei loro governi. Anche Milano, nonostante il premio ricevuto dalla coalizione che sostiene l'esecutivo, non è andata benissimo. Solo oggi, 12 giugno, dopo tre giorni di giornate in rosso, in apertura delle Borse sono arrivati segni più positivi

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