Il report “Cittadini e giustizia civile” per l’anno 2023 pubblicato dall’Istituto di statistica mette in luce la soddisfazione nei confronti del sistema giudiziario italiano da parte di più della metà delle persone con più di 18 anni che sono state o sono tutt’ora parte in una causa civile. Tuttavia, solo il 28% conosce i costi economici del processo
Sono quasi 6 milioni le persone con più di 18 anni che, in un momento della loro vita, vengono coinvolte in una causa civile. La maggior parte riguarda procedimenti giudiziari di ambito familiare, principalmente separazioni e divorzi. Non mancano però le cause lavorative. A dirlo è il nuovo report Istat “Cittadini e giustizia civile” per l’anno 2023. I dati raccolti dall’Istituto di statistica rivelano come oltre la metà delle persone con più di 18 anni che sono state o sono tutt’ora parte in una causa civile si ritenga molto o abbastanza soddisfatto del sistema giudiziario italiano.
Uomini più coinvolti in cause civili
I quasi 6 milioni di persone coinvolte in cause civili nel 2023 corrisponde al 12% della popolazione. Un dato in leggero aumento rispetto agli anni scorsi: nel 2015 la proporzione si attestava intorno all'11% e nel 2013 al 10%. Per gli uomini le cause civili sono più frequenti: si tratta del 13,3% a fronte del 10,7% delle donne. Guardando invece l’età anagrafica, la fascia più coinvolta è quella tra 55-64 anni (18,3%).
Livello di soddisfazione
Sono 54,2% gli intervistati che si sono detti "molto o abbastanza soddisfatti" del sistema giudiziario (erano il 44,7% nel 2015) contro il 45,8% che è "poco o per niente soddisfatto". Una minore soddisfazione si registra tra gli uomini: il 49,6% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto contro il 59,6% delle donne. Come spiega il report Istat, “la quota di soddisfatti è maggiore tra gli intervistati con età compresa tra 35 e 44 anni (59,6%) probabilmente perché più informati e in grado di districarsi meglio nel dedalo di norme e regolamenti che disciplinano il rapporto dei cittadini con la giustizia”. Un giudizio meno positivo è espresso invece da giovanissimi e anziani: i primi, compresi tra i 18 e i 34 anni, sono soddisfatti nel 49,2% dei casi; per coloro con 65 anni e più la soddisfazione è pari al 51,5%.
Differenze territoriali
Il livello di soddisfazione presenta differenze sostanziali tra Nord e Sud Italia. I giudizi sono meno critici nel Nord-ovest, dove il 59,7% degli intervistati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto, contro il 47,7% degli abitanti delle Isole. Gli abitanti del Sud, del Centro e del Nord-est esprimono una posizione simile e intermedia ("molto o abbastanza soddisfatti" rispettivamente il 52,0%, il 52,5% e il 53,3%).
Durata dei processi
La durata di un processo è un altro aspetto sul quale il report dell'Istat si focalizza. Come rivelano i dati, solo il 28% degli intervistati dichiara che la controversia alla quale hanno preso parte si è conclusa nello stesso anno dell'avvio. I motivi per i quali un processo può dilungarsi sono molteplici: litigi tra le parti, complessità dei processi, insufficienti risorse etc. Il 49,7% delle cause si sono concluse entro due anni; il 33,4% tra i due e i cinque anni successivi all'anno di inizio e il 16,9% delle cause per concludersi ha avuto bisogno di un periodo superiore a cinque anni. Queste proporzioni - sottolinea l’Istat - sono diverse confrontando le ripartizioni territoriali: il Nord-ovest ha la quota più elevata di cause concluse entro due anni (56,2%) rispetto al Sud o alle Isole per le quali questa proporzione è minore, rispettivamente 44,4% e 46,3%; media italiana 49,7%.
Poca consapevolezza dei costi
Una delle problematiche principali che i cittadini riscontrano è la mancanza di consapevolezza, al momento dell'avvio della causa, dei costi economici del processo: solo il 28% afferma di esserne a conoscenza. Le più attente sono le donne, con una consapevolezza pari al 31,5% rispetto al 25,2% degli uomini. Allo stesso modo sono più attente le classi di età tra i 35-44 e i 45-54 anni (30,4% e 30,7%) rispetto ai giovani fino a 34 anni e agli ultrasessantaquattrenni (23,6% e 24,3%). La consapevolezza dei costi del procedimento giudiziario che ci si accinge ad intraprendere aumenta con il titolo di studio: passando dal 18,6% per chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio al 32,1% per i laureati.