Click Day, corsa ai lavoratori stranieri: i posti in palio non bastano

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Anche per l'ultima finestra del 2024 per ingaggiare cittadini extracomunitari si prevede un boom di richieste. Nelle precedenti edizioni molte imprese sono rimaste a bocca asciutta perché le istanze hanno di gran lunga superato gli ingressi autorizzati dal governo

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E’ il più corposo click day dell’anno e anche l’ultimo quello del 25 marzo. Riguarda il reclutamento di 89mila lavoratori extracomunitari stagionali nel settore agricolo e in quello turistico. Tanti posti a disposizioni ma probabilmente pochi per la fame di personale delle aziende.

Come sono andati gli ultimi click day

Il 18 marzo, per esempio, le richieste per lavoratori non stagionali hanno superato di oltre cinque volte i circa 45mila ingressi a disposizione. Il 21 marzo è stata la volta di colf e badanti e anche in questo caso molte più domande dei 9.500 posti in lizza. Una situazione già sperimentata anche nei precedenti click day, quelli di dicembre, quando a fronte di 136 mila posti, per vari tipi di mansioni, sono arrivate 600 mila domande.

Cosa prevede il decreto Flussi

Il governo a fine settembre 2023 ha riprogrammato (col cosiddetto decreto Flussi) l’accesso di immigrati per lavoro con un piano che ne prevede 452 mila fino al 2025 scaglionati in tranche annuali.

La lotteria del lavoro extracomunitario

La procedura prevede che si compili il modulo online da inviare in date stabilite e chiamate – appunto – click day. Una corsa a chi arriva primo a cui viene data risposta entro sessanta giorni: questo il tempo massimo per sapere se c’è il via libera ad assumere un cittadino non comunitario proveniente da uno dei Paesi col quale l’Italia ha firmato intese.

Passaparola e rischio lavoro nero

Non si tratta, dunque, dei migranti arrivati sulle nostre coste. Sono due universi diffrenti. Il meccanismo infatti esclude che si possa ingaggiare chi è appena sbarcato: è l’imprenditore che deve contattare il diretto interessato quando quello si trova a migliaia di chilometri di distanza. Un’operazione che, in concreto, avviene grazie al passaparola e che apre la strada ad assunzioni di sconosciuti, con la conseguenza che c’è il rischio che si utilizzi il lasciapassare per sanare chi già lavora in nero nel nostro Paese.

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