Sicurezza lavoro, la patente a punti non piace a sindacati e imprese

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Da ottobre il governo vuole introdurre la pagella per le aziende del settore edilizio per ridurre gli infortuni. Cgil e Uil criticano il meccanismo perché ci sarebbero scapattoie che ne riducono l'efficacia. Le aziende, invece, temono di subire penalizzazioni anche quando l'incidente non dipende da loro. Annunciata l'assunzione di nuovi ispettori, ma anche così non sarà completata la pianta organica

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Se nel cantiere muore un operaio, l’impresa si vedrà togliere venti punti dalla patente che da ottobre dovrà avere per svolgere la sua attività. E poiché di crediti in questa pagella bisogna averne almeno quindici, in linea di principio ruspe e betoniere dovrebbero fermarsi. Ma la sospensione, fino a un anno, è eventuale e, inoltre, con un corso di formazione l’azienda potrà recuperare cinque punti e così riavere i requisiti minimi.

Meccanismo da mettere a punto

Il nuovo meccanismo, annunciato dal governo dopo il tragico crollo di Firenze, per cercare di frenare gli infortuni sul lavoro nel settore edile è probabilmente da affinare. La ministra Marina Calderone ha detto che è aperta al confronto con sindacati e associazioni delle imprese, che hanno già criticato la novità: i primi perché ci sono scappatoie che ne eluderebbero l’efficacia; i secondi perché verrebbero penalizzati anche nel caso di infortuni avvenuti pur rispettando le regole.

Dai controlli irregolarità al 74% 

Possibili modifiche, dunque, per questo intervento, annunciato insieme a una serie di altre misure per combattere il lavoro nero e il caporalato, fra le quali: divieto per le aziende che hanno commesso gravi violazioni di partecipare fino a cinque anni alle gare pubbliche; taglio dei benefici fiscali alle imprese fuorilegge; maggiori controlli per capire se il costo della manodopera è adeguato a quello dell’appalto e sanzioni più severe, anche penali, per limitare il caporalato e l’impiego in nero. Per i correttivi però bisogna fare in fretta, vista l’illegalità diffusa che emerge dagli ultimi dati dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, che nel 2023 ha riscontrato un tasso di irregolarità del 74 per cento negli oltre 100mila controlli (amministrativi e sui posti di lavoro) effettuati e che – fra l’altro - hanno permesso di recuperare un miliardo di euro in contributi non versati.

Nuovi ispettori in arrivo, ma ne mancherebbero ancora 300

Quest’anno si punta ad aumentare del 40 per cento le indagini e ancora di più in un futuro prossimo, grazie al maggior numero di ispettori. La promessa di Palazzo Chigi è di reclutarne 766, in modo da arrivare a un totale di 5.500. Un passo in avanti rispetto al piano di assunzioni che risale al precedente governo e che, però, anche così non sarebbe del tutto rispettato: all’appello mancherebbero oltre 300 ispettori.

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