Eurostat, cala l'inflazione nell'Eurozona a gennaio ma aumenta in Italia: + 0,3%
EconomiaNell'Eurozona l'inflazione passa dal 2,9% di dicembre al 2,8 di gennaio mentre in Italia, secondo i dati Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta a gennaio dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua
Secondo la stima flash di Eurostat l'inflazione dell'area euro si attesta al 2,8% a gennaio, in calo rispetto al 2,9% di dicembre. Le principali componenti restano alimentari, alcol e tabacco, con un tasso in calo al 5,7% dal 6,1% di dicembre, seguiti dai servizi, stabili al 4%, beni industriali non energetici, scesi dal 2,5 al 2%, ed energia, 6,3% contro il -6,7% di dicembre. L'inflazione torna invece a salire in Italia dove, secondo le stime preliminari dell'Istat, aumenta dello 0,3%.
L'inflazione in Italia
In Italia l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta a gennaio dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% del mese precedente). Mentre l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +3,1% a +2,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,4% a +3,1%. L'inflazione acquisita, per il 2024 è pari a +0,3% per l'indice generale e a +0,9% per la componente di fondo. "L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce a gennaio dell'1,1% su base mensile, a causa dell'avvio dei saldi invernali dell'abbigliamento e calzature di cui l'indice NIC non tiene conto, e aumenta dello 0,9% su base annua, in aumento dal +0,5% di dicembre", afferma l'Istat. L'accelerazione su base tendenziale dell'inflazione è dovuta all'aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e alla diminuzione della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%); per contro, si attenua l'aumento dei prezzi dei Servizi relativi all'abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei beni durevoli (da +1,5% a +0,8%).
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I trend
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni rallenta la sua discesa (da -1,5% a -0,8%), mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,7 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre). L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%), dei beni alimentari lavorati (+1,0%), dei servizi relativi all'abitazione (+0,4%), dei beni energetici non regolamentati e degli Altri beni (+0,3% entrambi); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-0,1%). "L'inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l'andamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell'effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023" commenta l'Istat.