Superbonus, lavori da completare: costi e rischi

Economia
Simone Spina

Simone Spina

L'agevolazione fiscale scende al 70 per cento e per chi non ha completato le ristrutturazioni c'è il rischio di dover mettere i soldi mancanti di tasca propria. I cantieri da portare a termine nei condomini valgono quasi 10 miliardi di euro. In totale gli sconti hanno superato 102 miliardi di spesa per lo Stato

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L’eredità del Superbonus al 110 per cento ci accompagnerà ancora a lungo, nonostante questo incentivo alle ristrutturazioni edilizie sia già ridimensionato e si concluderà alla fine del 2025.

Cresce il peso sulle casse dello Stato

Gli ultimi dati fotografano la situazione al dicembre scorso. Le detrazioni, cioè la spesa a cui si è impegnato lo Stato per migliorare le case degli italiani, sono salite a oltre 102 miliardi, con un aumento – quindi – del peso del debito pubblico sull’Erario. 

Cantieri aperti, sconti più magri

Il rapporto dell'Enea ci dice anche che ci sono ancora molti lavori da completare. In totale si tratta di chiudere più dell’11 per cento dei cantieri, una percentuale che sale al 15 per i condomini. Per questi edifici ci sono quasi 10 miliardi di opere da portare a termine e la strada per arrivare al traguardo è in salita.

Chi paga se i lavori non sono finiti?

Da gennaio l’agevolazione è scesa al 70 per cento e a dover mettere i soldi che mancano dovranno essere i proprietari degli appartamenti. Con lo sconto in fattura, infatti, ci pensava la ditta edile ad anticipare la spesa ma adesso che la coperta pubblica è più corta toccherà ai condomini. A meno che non si rinunci ad andare avanti. Si preannunciano accese discussioni negli androni dei palazzi per decidere cosa fare e possibili battaglie (anche legali) con l’impresa per strappare condizioni più favorevoli. Ritardi e blocchi dei cantieri sono dietro l’angolo.

Le alternative al Superbonus

Ci sono alcune scappatoie. Lo Stato non rivorrà indietro i soldi se non si migliora di due classi energetiche l’edificio. Inoltre, si potrebbe optare per incentivi più consistenti, come il Sismabonus (fino all’85 per cento di rimborso) o l’Ecobonus (al 75), ma bisogna vedere se il condominio ha i requisiti necessari. E in ogni caso, non si tratta di operazioni che si fanno dall’oggi al domani.

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