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Il mercato immobiliare cala del 12,5% nel 2023, aumenta la domanda di affitti

Economia

Vittorio Eboli

L'Osservatorio Nomisma conferma la gelata in Italia: in un anno, calano i mutui erogati (-29%) e di conseguenza le case comprate/vendute (-12,5%). Più difficile ottenere prestiti dalle banche, e più alti i prezzi degli immobili. Ecco perchè il 7,3% della domanda vira verso le locazioni. Milano la città con l'aumento maggiore dei prezzi (+1,3%), Bologna la più cara negli affitti (+5%)

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Sempre meno compravendite di case, la frenata del mercato immobiliare si è intensificata nella seconda parte dell’anno; ecco perché oltre il 7% della domanda si sposta verso gli affitti. Il terzo Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma conferma la gelata certificata nelle stese ore dall’ISTAT e aggiunge alcuni elementi peculiari. Il rallentamento aveva iniziato a manifestarsi negli ultimi mesi del 2022, quindi un anno fa, dopo i primi rialzi dei tassi messi in campo dalla BCE per raffreddare l’inflazione, si è acuito nel corso del 2023 e minaccia di proseguire anche nel 2024.

Leggiamo un passaggio del report (che analizza le performance immobiliari delle 13 principali aree urbane dello Stivale): “L’improvvisa carenza di ossigeno al mercato immobiliare italiano è dovuta alla mancata indicizzazione dei redditi (ossia, i prezzi salgono per tutti i beni e gli stipendi restano fermi) e dalle accresciute difficoltà di accesso al credito (leggi condizioni più pesanti proposte dalle banche per concedere prestiti) derivante dall’impennata del costo del denaro” (tradotto: fino all’estate 2022, quando la BCE ha iniziato ad alzare i tassi, la situazione era florida).

La domanda di abitazioni si è spostata sugli affitti

In numeri, la diminuzione dei mutui erogati è del 29% nell’anno in corso rispetto al precedente, con due ordini di conseguenze. In primis, la diminuzione delle compravendite: meno 12,5% rispetto al 2022. Considerando solo le compravendite residenziali, se nel 2022 si era registrato un rallentamento della crescita (+4,7% sul 2021), la flessione tendenziale del primo semestre 2023 (ossia rispetto al primo semestre 2022) si è attestata di quasi il 13%, per un totale di 50mila scambi in meno.

In secondo luogo, le difficoltà riscontrate dalle famiglie italiane a realizzare l’acquisto di una casa fanno crescere l’interesse per gli affitti. Nell’ultimo anno – sottolinea Nomisma – il 7,3% della domanda di abitazioni si è spostata dall’acquisto all’affitto, accentuando la pressione su un comparto già saturo e quindi alimentando l’impennata dei prezzi: l’ascesa dei canoni è del +2,1%, i maggiori incrementi si segnalano a Milano, Firenze e Torino (tra il 3% e il 4%), fino al +5% di Bologna.

I prezzi da Milano a Cagliari

Decisamente più stabili (come è per loro natura) i prezzi delle compravendite: guardando alle 13 aree considerate (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia), i prezzi delle case oscillano, in media, tra un minimo di -1,3% a Cagliari e un massimo di +1,3% a Milano, che si conferma l’area urbana col maggior incremento dei prezzi nel 2023.