Bce, via libera all'euro digitale: la fase preparatoria si concluderà entro il 2025

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"Dobbiamo organizzare la nostra moneta per il futuro" dichiara il presidente della Bce. L'autorità per la privacy dell'Ue chiede di chiarire come verrà elaborata l'identificazione degli utenti

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Partirà il 1 novembre 2023 e durerà inizialmente due anni la seconda fase, quella di preparazione, per l'euro digitale. Dopodichè il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase finale di definizione e varo della nuova moneta elettronica. Lo rende noto la Bce dopo la decisione del consiglio dei governatori secondo cui questo periodo "comporterà la messa a punto delle norme e la selezione dei fornitori che potrebbero sviluppare la piattaforma. In questa fase, inoltre, saranno condotti test e sperimentazioni per realizzare un euro digitale". 

Euro digitale insieme al contante

"Dobbiamo preparare la nostra moneta per il futuro" ha dichiarato Christine Lagarde, presidente della Bce. "Concepiamo un euro digitale come una forma digitale di contante che possa essere utilizzata gratuitamente per qualsiasi pagamento digitale e che risponda agli standard più elevati di riservatezza” precisa Lagarde. “ Un euro digitale affiancherebbe il contante, che sarà sempre disponibile, in modo che nessuno rimanga indietro” conclude.   

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L'autorità per la privacy Ue

Bene la proposta di regolamento Ue sull'euro digitale rispetto alla protezione dei dati e al fatto che sia prevista una modalità offline per ridurre al minimo il trattamento dei dati. Lo affermano il Comitato europeo per la protezione dei dati e il Garante europeo della protezione dei dati in un parere congiunto sulla proposta. Chiedono però di chiarire come verrà elaborata l'identificazione degli utenti dell'euro digitale. 

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Protezione dati

Si raccomandano misure meno invasive rispetto all'impatto sulla protezione dei dati. Andrà definito anche il ruolo di Bce, delle banche centrali nazionali e dei Prestatori di servizi di pagamento in tale contesto, secondo i principi chiave della protezione dei dati. Viene poi raccomandata "vivamente" l'introduzione di una soglia di privacy per le transazioni online, al di sotto della quale non tracciarle.

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