Lavoro, dalle idee per la manovra ai bonus in arrivo: tutte le novità
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Il governo studia il “Pacchetto lavoro”, una serie di misure che arriveranno tra fine 2023 e inizio 2024, inserite in un decreto ad hoc e nella legge di Bilancio. Si va dal taglio del cuneo fiscale potenziato alla riforma degli scaglioni Irpef, dalle pensioni ai fringe benefit e lo smart working. Ecco cosa sappiamo
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- Il “pacchetto lavoro” è uno dei prossimi obiettivi del governo. Si tratta di una serie di misure e bonus che saranno varati in un decreto legge ad hoc e in parte andranno invece a confluire nella manovra. Si tratta quindi di novità che arriveranno tra fine 2023 e inizio 2024. Lo schema di ddl è in fase di definizione
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- Per il 2024 si vuole confermare il taglio del cuneo fiscale potenziato. Nell’anno in corso prevedeva, per i lavoratori dipendenti, un esonero contributivo del 2% per i redditi fino a 35.000 euro e del 3% per i redditi fino a 25.000 euro. È poi passato rispettivamente al 6% e al 7% dal 1° luglio al 31 dicembre 2023. Nel 2024 si vuole confermare questo schema, valido per dipendenti del settore privato e per quelli del comparto pubblico
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- Nel 2024 verranno introdotte una serie di misure per i lavoratori dipendenti e non, per abbassare la pressione fiscale. Si lavora alla rimodulazione dell’Irpef su tre aliquote invece che sulle attuali quattro: fino a 28mila euro aliquota del 23%, tra i 28mila e 50mila euro aliquota del 35% e oltre i 50mila euro aliquota del 43%
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- Dovrebbe essere confermata per il 2024 la flat tax per il regime forfettario, cioè l’aliquota agevolata del 15% per i redditi fino a 85mila euro. Dovrebbe restare attiva anche la flat tax incrementale per tutte le partite IVA. Per i lavoratori dipendenti, si lavora al potenziamento della tassazione agevolata sui premi di produzione fino a 3.000 euro che passa dal 10 al 5%. Tassazione che sarà completamente eliminata secondo i dettami della riforma fiscale 2023
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- Nel “Pacchetto lavoro” ci sarà l’aumento delle pensioni a dicembre 2023, grazie all’anticipo del meccanismo di rivalutazione annuale dei trattamenti pensionistici. L’aumento previsto è dello 0,8% e riguarderà tutti gli assegni, con un sistema a scaglioni secondo le regole stabilite dalla manovra. Si discute anche dell’ipotesi di un taglio parziale agli adeguamenti delle pensioni più alte, a partire da quelle che superano cinque volte l’importo minimo. Il taglio dovrebbe essere pari al 3% ma ancora si è in fase di valutazione
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- A proposito di pensioni, nella prossima Legge di Bilancio, si andrà verso la proroga delle misure Opzione donna, APE sociale e Quota 103. Potrebbe invece slittare l’annunciato aumento delle pensioni minime
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- Il governo vuole rinnovare i contratti del pubblico impiego adeguando gli stipendi all’inflazione. L’obiettivo è di garantire subito i finanziamenti per i contratti della Sanità non ancora arrivati, anticipando una parte delle spese nel 2023 per mitigare il deficit previsto nel 2024
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- Anche nel 2024 dovrebbe essere riconosciuto il bonus dipendenti pubblici contro il caro vita, il cui importo è pari all’1,5% della retribuzione spettante. E resterà l’ex bonus Renzi, che nel 2023 si rivolge ai lavoratori con redditi fino a 15mila euro, mentre spetta per i redditi fino a 28.000 euro solo in presenza di determinate condizioni. Possibile la conferma dei Fringe benefit potenziati, con soglia di non imponibilità fissata entro i 3.000 euro per i dipendenti con figli
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- La prima misura propone di elevare il congedo parentale potenziato all’80% per massimo un mese fino al sesto anno di vita del figlio. Si vuole alzarlo, in alternativa tra i genitori, fino al secondo anno di vita del bambino, nella misura del 100% della retribuzione. Si lavora anche sullo smart working. Per ora è stato prorogato per i lavoratori fragili fino al 31 dicembre 2023, privati e PA, con tutele anche per i lavoratori genitori di under 14 ma solo nel settore privato. Per il 2024 potrebbe arrivare una riforma strutturale
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- Nel “Pacchetto lavoro” si sta pensando anche a nuovi incentivi per le imprese. Già confermato quello per chi assume percettori dell’Assegno di inclusione e del Supporto formazione e lavoro, cioè le misure che andranno a sostituire il Reddito di cittadinanza