Benzina, prezzo self vicino ai 2 euro al litro. Pesano le accise
EconomiaDa settimane i prezzi continuano a rincarare, per via del taglio della produzione dell'Opec+ e di problemi di approvigionamento dalle raffinerie. Ma siamo lontani dai picchi del 2022.
Il prezzo medio della benzina self ha quasi raggiunto la soglia dei 2 euro al litro. Siamo arrivati a 1,95 per la Super 95 e a 1,85 per il gasolio. Tariffe superiori si trovano in autostrada, per via dei maggiori costi di servizio e delle commissioni pagate dai distributori ai concessionari autostradali.
Sotto al picco 2022
I prezzi sono però ancora distanti rispetto all'ultimo picco del 2022, quando nelle settimane successive all'invasione dell'Ucraina alla pompa le tariffe superarono ampiamente i 2 euro al litro.
A marzo dello scorso anno, per rispondere al rincaro, il governo Draghi introdusse uno sconto generalizzato di 30 centesimi al litro tra accise e Iva. Senza questo intervento il carburante si sarebbe avvicinato in alcuni casi alla soglia dei due euro e mezzo.
Se allarghiamo il confronto alla fine degli anni '90, il mese in corso compare tra i più cari degli ultimi due decenni. Correggendo i prezzi per l'inflazione - che di anno in anno gonfia i listini - le tariffe attuali sono state superate solo in cinque occasioni.
Caro benzina? Colpa delle tasse
A incidere per più della metà sui listini ai distributori sono le tasse richieste dallo Stato. Come ricordato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, il costo industriale di benzina e gasolio in Italia è in linea con la media europea. Secondo i dati Eurostat, escludendo accise e Iva, il prezzo italiano della benzina sarebbe solo il 14esimo in Unione Europea. Rispetto per esempio alla Spagna in cui il prezzo industriale risulta il terzo più caro d'Europa.
Il rapporto però si inverte quando entrano in gioco le tasse. Imposte incluse la benzina spagnola è solo la tredicesima più costosa, mentre l'Italia sale al quarto posto nell'amara classifica, dietro Danimarca, Paesi Bassi e Grecia.
Infatti due terzi del conto alla pompa sono dovuti allo Stato, attraverso accise (tasse fisse) e Iva (al 22 per cento). Si tratta della tassazione più cara d'Europa, dietro solo a Malta che però gode del prezzo industriale più economico del Continente.
Costoso tagliare le accise
Ogni anno lo Stato incassa più di 40 miliardi di euro dalle tasse sul carburante. Ecco perché introdurre uno sconto sul prezzo alla pompa è decisamente costoso. Aveva percorso questa strada il governo Draghi nel 2022, con un taglio di 30 centesimi al litro.
Un intervento che è venuto a costare - secondo le stime dell'Upb - circa un miliardo di euro al mese, per un totale di 9,2 nel corso del 2022. Fondi che oggi evidentemente non ci sono nel bilancio dello Stato.