L'Antitrust fa risparmiare 5,5 miliardi a famiglie e imprese
EconomiaQuesti i benefici permessi dall'attività del Garante della concorrenza tra il 2019 e il 2022. E negli ultimi tre anni, i controlli hanno permesso ai consumatori di ottenere 40 milioni di euro in rimborsi da parte delle aziende. L'Autorità avverte sui rischi legati all'inflazione e all'aumento del costo del denaro
“I benefici per le imprese e le famiglie sono quantificabili in 5,5 miliardi in quattro anni". Roberto Rustichelli elenca i risultati dell’Autorità che guida: l’Antitrust, chiamata a garantire la concorrenza, impedire che le imprese si mettano d’accordo per praticare gli stessi prezzi, bloccare pratiche commerciali scorrette e aggressive.
Rimborsati oltre 700mila consumatori
Gli oltre 5 miliardi si riferiscono ai maggiori costi evitati tra il 2019 e il 2022 grazie alle operazioni di controllo, che hanno inoltre permesso a più di 700 mila consumatori di ricevere un rimborso negli ultimi tre anni, per un totale di oltre 4 milioni di euro. L'attività di vigilanza negli ultimi tempi è stata condizionata anche dall’alta inflazione, con in primo piano il mercato dell’energia, dove l’aumento delle bollette ha portato grossi profitti alle grandi società del settore.
Risparmi rosicchiati
Attenzione anche alle banche, che, con l’innalzamento del costo del denaro, hanno visto crescere gli utili, grazie a mutui e prestiti più onerosi, mentre i tassi sui soldi dei correntisti non hanno seguito i rialzi nella stessa misura. L’anno scorso, ricorda Rustichelli, oltre la metà delle famiglie ha rosicchiato i propri risparmi a causa del carovita.
Paradisi fiscali in Europa
L’Antitrust punta il faro anche sui colossi digitali – come Google, Amazon, Apple - che, grazie alla loro posizione dominante, possono danneggiare altre imprese e consumatori. In questo quadro s’inserisce anche la constatazione che in Europa ci sono regimi fiscali assai diversi, con alcuni Paesi che fanno pagare tasse molto basse a chi si trasferisce dalle loro parti. "Le nostre imprese - osserva Rustichelli - devono subire la concorrenza fiscale sleale da Paesi che hanno l’Euro e che sono diventati paradisi fiscali a favore delle grandi multinazionali. Questo è veramente molto, molto grave”.