Secondo il documento realizzato in occasione del decimo congresso nazionale di Aic “Agricoltori per scelta. Ri-generiamo il futuro”, il 5,4% del territorio italiano è a rischio alluvione e le regioni più esposte sono Calabria (17,1%), Emilia-Romagna (11,6%) e Veneto (10%). Allo stesso tempo però la disponibilità idrica in Italia è diminuita del 20% rispetto al trentennio 1920-1950
"Le aziende agricole in Italia sono diminuite del 30% in 10 anni e nel 2020 sono 1,13 milioni secondo l'ultimo censimento Istat. E rispetto al 1982 si sono persi quasi due terzi di tutte le imprese agricole del nostro Paese (-63,8%)”: lo riporta il report realizzato da OPENPOLIS e Aic, Associazione italiana coltivatori, in occasione del decimo Congresso nazionale di Aic “Agricoltori per scelta. Ri-generiamo il futuro” che prende il via oggi all'Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1 a Roma.
Rischio di alluvione e disponibilità idrica
A fronte del calo del numero di aziende “è aumentata l'estensione media, molte piccole aziende sono scomparse mentre sono in maggior numero quelle più grandi (+17,7% oltre i 100 ettari)", spiega il report che evidenzia come "l'incidenza del lavoro irregolare in agricoltura in Italia si attesta sul 24,4%, il doppio rispetto alla media di tutti i settori (12%). Non solo. Il 5,4% del territorio italiano è a rischio alluvione e le regioni più esposte sono Calabria (17,1 per cento), Emilia-Romagna (11,6 per cento) e Veneto (10 per cento). Allo stesso tempo però la disponibilità idrica in Italia è diminuita del 20 per cento rispetto al trentennio 1920-1950". "A fianco alla fotografia dello stato dell'agricoltura in Italia - con un focus sul Lazio che sarà presentato nella prima giornata di lavori e uno sull'Emilia Romagna previsto per domani - vengono avanzate proposte per potenziare il settore, a partire dal proficuo uso dei 4,88 miliardi del Pnrr di titolarità del ministero dell'Agricoltura".
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I dati sulle imprese agricole in Italia
"Secondo il rapporto - si spiega in una nota - in Italia il 93% delle aziende è a conduzione familiare, ma cresce l'incidenza del lavoro salariato, spesso saltuario. Il 13,5% delle imprese è guidata da un under 45 e le donne che conducono imprese agricole sono il 31,5%. Anche in agricoltura le giovani donne sono doppiamente penalizzate: guidano appena il 3,6% delle imprese, meno della media Ue (5,7%). Aprire il settore a giovani e donne è un modo per investire nel suo futuro".
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Le sfide del futuro
''Con questo report affrontiamo alcuni temi sui quali è necessario lavorare intensamente per mettere in moto una ri-generazione di visione e d'azione, al centro del decimo congresso nazionale di Aic - afferma Giuseppino Santoianni, presidente nazionale di Aic - Si stima che la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi di persone entro il 2050, sarà necessario aumentare la produzione alimentare del 50% per soddisfare la domanda crescente''. ''Inoltre i fenomeni meteorologici estremi che ci colpiscono con crescente frequenza sono campanelli d'allarme sempre più forti di una crisi climatica sistemica che dobbiamo affrontare uniti - conclude il presidente Santoianni - Vediamo chiaramente come le agricoltrici e gli agricoltori di tutto il mondo, in Africa come in Emilia Romagna, sono nella prima linea di questo fronte, lottando ogni giorno contro gli effetti della crisi climatica. Per ri-generare il nostro rapporto con la terra dobbiamo ripartire da loro''.