I Pnrr degli altri: l'Italia rimane tra i migliori, 10 Paesi con più di un anno di ritardo

Economia
Lorenzo Borga

Lorenzo Borga

Sorpresa: l'Italia è il secondo paese Ue che sta spendendo i soldi più velocemente. La maggior parte degli Stati ha già accumulato un anno di ritardo. GUARDA IL VIDEO

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Mentre in Italia si discute di ritardi e problemi legati al Pnrr (LO SPECIALE DI SKY TG24) gran parte degli altri Stati europei non se la passano meglio. Secondo il monitoraggio della Commissione europea Scoreboard, la maggior parte dei 27 paesi non ha fatto nemmeno richiesta per la seconda rata di pagamento. Un traguardo che invece l'Italia - assieme ad altri 6 governi - ha raggiunto già nel giugno scorso.

 

Secondo il regolamento europeo, gli Stati membri devono infatti ogni semestre raggiungere traguardi e obiettivi prestabiliti nei propri piani nazionali. Nel caso ci riescano, su richiesta possono ottenere il rimborso delle spese dall'Unione Europea.

Chi non ha ottenuto neanche un euro

Cinque stati europei non hanno incassato neanche un euro dei fondi europei del Recovery Fund. Si tratta di Polonia, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia. I primi due hanno visto approvati i proprio piani di spesa solo nel 2022, un anno dopo rispetto al calendario europeo. E i fondi risultano ancora bloccati per via dei contrasti con Bruxelles sul rispetto delle regole dello stato di diritto. Mentre per Dublino, l'Aja e Stoccolma i fondi europei disponibili rappresentano una porzione insignificante del Pil, e hanno dunque probabilmente poco interesse a negoziare con Bruxelles. Ecco perché è ormai molto probabile che entro il 2026 non spenderanno i soldi a loro riservati.

I tedeschi sono fermi all'anticipo

Il 13 per cento dei fondi europei viene assegnato come pre-finanziamento a tutti i paesi che ne fanno richiesta, senza la necessità di dimostrare spese o riforme compiute. A questo step si è fermata la Germania, che non ha fatto richiesta di altre rate. Allo stesso punto sono anche Belgio, Estonia e Finlandia (che come i tedeschi ha presentato un Pnrr nazionale rivisto rispetto all'originale), molto in ritardo rispetto alla tabella di marcia.

La maggior parte dei paesi ha chiesto solo la prima rata

Come anticipato, ben dieci paesi sono fermi alla prima rata richiesta. Tra questi compare anche la Francia, oltre a Danimarca, Austria, Lettonia, Bulgaria, Lussemburgo, Cipro, Malta, Repubblica Ceca e Slovenia.

Chi di rate ne ha chieste due

Più avanti troviamo Portogallo, Grecia, Croazia, Romania e Slovenia, che di rate ne hanno chieste due. Si tratta di paesi per cui i fondi europei rappresentano quote ragguardevoli del proprio Pil, e che dunque hanno un forte interesse a ricevere i soldi da Bruxelles. Grecia, Romania e Croazia sono proprio i primi tre paesi per peso dei fondi Ue sul Pil.

Fondi Ue in % al Pil

Italia e Spagna i migliori

Paradossalmente, l'Italia è il secondo paese che più rapidamente sta raggiungendo i traguardi prestabiliti dal proprio Pnrr. Ha infatti richiesto tre rate del Recovery Fund, l'ultima lo scorso dicembre, come stabilito dal calendario europeo. Un dato che però rassicura solo in parte, visti i forti ritardi accumulati che si potranno far sentire sulle prossime scadenze del 2023 e 2024.

 

Più avanti si trova la Spagna, che ha inviato tre richieste di pagamento ma - a differenza dell'Italia - ha anche ricevuto l'ok da Bruxelles per la terza rata da 6 miliardi di euro.

Italia osservata speciale

Va detto tuttavia che il caso italiano rimane sotto stretta osservazione anche per la mole di fondi. L'Italia ha chiesto tutti i 122,6 miliardi di prestiti a disposizione, unico grande paese a fare questa scelta (anche se la Spagna ha annunciato di aver appena fatto richiesta a sua volta). Ecco perché finora oltre il 40 per cento dei 150 miliardi di euro distribuiti finora sono finiti proprio a Roma.

Torta

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