Industria, la Germania apre agli aiuti comuni Ue

Economia
Simone Spina

Simone Spina

In un documento del partito del cancelliere tedesco Olaf Scholz si parla  di finanziamenti condivisi nell'Unione Europea per lo sviluppo di tecnologie verdi. Una proposta per contrastare il vasto piano di sussidi americano che danneggerebbe l'economia del Vecchio Continente

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Più strumenti finanziari europei e, forse, anche nuovo debito comune. Sono richieste che risuonano da tempo in molte capitali. La notizia è che stavolta la proposta viene da Berlino. In particolare, l’apertura arriva dal partito del cancelliere Olaf Scholz, i socialdemocratici, che in un documento propongono una serie di ricette, sovvenzioni e investimenti comunitari, per rispondere al mega-piano di incentivi americano che punta a sviluppare la propria industria delle tecnologie verdi. 

Il piano Usa che spaventa l’Europa

Un programma, quello di Biden, da 370 miliardi di dollari che, per fare qualche esempio, dà forti sconti fiscali (circa 7mila euro) a chi acquista auto elettriche o pannelli solari a stelle e strisce. Nel Vecchio Continente si teme che queste sovvenzioni sfavoriscano, e quindi danneggino, l’economia comunitaria, a partire dal settore automobilistico passando per quello dell’energia pulita, e per questo si cercano contromisure. 

Altro debito Ue comune?

L’idea di Berlino è di varare nuovi finanziamenti Ue e utilizzare le risorse del programma contro la crisi causata dalla pandemia rimaste in cassa. E non si esclude che questi finanziamenti siano a carico dell’intera Unione, e non dei singoli Stati, aprendo la strada a ulteriore debito condiviso, dopo quello del Recovery Fund che dà linfa ai Piani Nazionali di Ripresa. Questo aspetto è il sintomo dell’importanza della partita in corso fra le due sponde dell’Atlantico, perché la Germania è tradizionalmente uno dei Paesi più prudenti nell’aprire i cordoni della borsa. 

Bruxelles a caccia di una strategia

C’è da dire che l’ipotesi arriva solo dall’ala sinistra del governo di Berlino, dove siedono anche i più austeri liberali. D’altra parte, la discussione in Europa è all'inizio. Sul tavolo, un allargamento degli aiuti pubblici che ogni singolo Stato potrebbe dare alle imprese (e che di norma sarebbero vietati), ma che penalizzerebbe Paesi come l’Italia che hanno spazi di spesa limitati e il progetto di un Fondo Sovrano Europeo, che favorirebbe gli Stati più indebitati come il nostro a scapito di quelli coi bilanci in ordine.

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