Carburanti, Meloni a benzinai: “Non c'è volontà di fare scaricabarile”. Sciopero il 25-26

Economia
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Cdm approva modifiche al decreto su trasparenza prezzo. "In presenza di un aumento del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell'Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito" servirà a ridurre il prezzo della pompa. Oggi incontro governo-sindacati di settore. Faib: “Impegno che ha preso il governo nel convocarci ci soddisfa, vediamo come evolve”. Premier: "Mai promesso di eliminare accise, nel programma si parla di sterilizzazione: è quello che si sta facendo con questo decreto"

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Si continua a discutere del caro carburante. Le associazioni dei gestori dei benzinai hanno proclamato uno sciopero per il 25 e 26 gennaio a seguito delle misure varate martedì dal Cdm sulla trasparenza del prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio, dopo l’ondata di rincari registrata a partire da inizio anno. Ma oggi, alle 11.30, è fissato un incontro tra il governo e i sindacati del settore. "Dirò loro che non c'è nessuna volontà di fare scaricabarile", ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. "Vediamo come evolve la situazione, l'impegno che ha preso il governo nel convocarci ci soddisfa", ha detto invece Giuseppe Sperduto, presidente della Faib-Confesercenti, a Focus Economia su Radio 24. Intanto il Cdm ha modificato il decreto sulla trasparenza del prezzo e ha stabilito che "in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell'Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito" servirà a ridurre il prezzo della pompa. Nel pomeriggio, il ministro dell'Economia Giorgetti aveva anticipato: "L'esecutivo si riserva di adottare le misure di riduzione delle accise in funzione di una norma che, come avrete modo di vedere nel decreto legge approvato il 10 gennaio 2023, consentirà un'azione in questo senso da parte del governo in relazione all'incremento verificato dei prezzi dei carburanti".

L’intervento di Meloni e la modifica del Cdm

In una serie di interviste, Meloni ha cercato di frenare le polemiche e le tensioni con i gestori dei benzinai. "Domani (venerdì 13 gennaio, ndr) incontro la categoria e dirò loro che non c'è nessuna volontà di fare scaricabarile", ha detto intervenendo al Tg1. "Tutti i nostri interventi sono per calmierare l'inflazione", ha aggiunto al Tg5. E ancora: "Lavoriamo per dare priorità alla crescita, serve generale ricchezza da distribuire, altrimenti si distribuisce povertà: avevamo due strade, tagliare accise e aiutare tutti o aiutare chi aveva bisogno". Sulla benzina ha assicurato: "Quello che lo Stato incassa in più di Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo". E il Cdm, infatti, è intervenuto "aggiustando" una norma che già esiste e consente di ridurre le accise se il prezzo supera almeno il 2% del valore indicato nel Def: “Si è stabilito che, in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell'Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato possa essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa”. In Cdm sono state approvate anche alcune modifiche al decreto varato due giorni fa sulla trasparenza, garantendo che i buoni benzina saranno esentasse fino a fine anno. Riguardo al taglio delle accise, Meloni ha ribadito: "Nel programma non c'è scritto” ma "si parla di sterilizzazione" delle accise, ovvero che “se il prezzo sale oltre una determinata soglia, quello che lo Stato incassa in più di Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo. Che è quello che si sta facendo anche con questo decreto”.

Giorgetti: "Accise tagliate quando prezzi erano molto più alti"

In giornata Giorgetti aveva ricordato che sul prezzo dei carburanti, "le misure adottate dal precedente Governo (sin da marzo 2022), che hanno portato alla riduzione delle accise sui carburanti, sono state adottate quando il loro prezzo aveva superato i 2 euro al litro (toccando i 2,184 euro per la benzina) e si concludevano nel mese di novembre. Condizioni queste di prezzo molto diverse da quelle attuali e, proprio in ragione di ciò, il Governo ha ritenuto opportuno di dover intervenire con misure normative volte a migliorare la trasparenza dei prezzi e ad evitare speculazioni". 

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Lo sciopero dei benzinai

Sullo sciopero, in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio, si legge: "Per porre fine a questa 'ondata di fango' contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio". Le associazioni rappresentano circa 16mila dei 22mila gestori di punti di rifornimento disseminati sulla rete stradale ed autostradale nazionale. Dall’1 gennaio, va ricordato, non è più in vigore lo sconto sulle accise che gravano sui carburanti, durato da marzo a novembre e poi con riduzione fino al 31 dicembre.

Pichetto: lo sciopero è un diritto legittimo

Lo sciopero dei benzinai "è un loro legittimo diritto", ha commentato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Invece il sottosegretario alla presidenza con delega all'attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari ha detto: "Ci dispiace enormemente" che "i distributori abbiano annunciato due giorni di sciopero perché, dicono, lo Stato incolpa i distributori dell'aumento della benzina" ma "i provvedimenti che il governo ha messo in piedi sono contro i fenomeni speculativi quindi a tutela dei distributori. La benzina non è a 2 euro e mezzo, nei distributori normali è a 1,8 euro circa, le misure sono tutte rivolte a mettere un freno a chi fa fenomeni speculativi. Le abbiamo immaginate a tutela" dei distributori.

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Cosa dicono le associazioni dei consumatori

La decisione dei benzinai di proclamare due giorni di sciopero equivale ad "un atto di guerra contro i consumatori, una protesta assurda e immotivata che ci porta oggi a presentare una istanza urgente al Garante per gli scioperi affinché blocchi la mobilitazione dei gestori". Lo scrive il Codacons. "Con lo sciopero i benzinai sembrano dimostrare di non gradire la trasparenza sui prezzi dei carburanti decisa dal Governo attraverso il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, e di voler difendere ombre e ambiguità che investono il settore. - afferma il Codacons - Uno sciopero che danneggia solo i consumatori, già vittime di listini alla pompa eccessivi e del rialzo delle accise scattato lo scorso 1 gennaio. Per tale motivo il Codacons presenta oggi stesso una istanza alla Commissione di garanzia sugli scioperi, chiedendo di bloccare la protesta dei benzinai e di sanzionare qualsiasi mobilitazione lesiva dei diritti degli utenti".

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I prezzi scendono

Dopo i ribassi registrati nella giornata di martedì, continua la discesa della verde e del gasolio, ha rilevato Staffetta Quotidiana indicando ieri in particolare un centesimo in meno da parte di Eni, Tamoil e Q8. Secondo l'elaborazione dei prezzi comunicati dai gestori all'Osservatorio del Mimit su circa 15mila impianti, la benzina self service si attesta a 1,820 euro al litro e il gasolio a 1,876 euro. La verde servita è a 1,961 euro al litro e il gasolio a 2,016 euro. In autostrada la benzina in self viaggia a 1,909 euro al litro (servito 2,165) e il gasolio a 1,959 euro al litro (servito 2,215).

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