Pensioni, ancora nessuna misura per evitare uscita dal lavoro a 67 anni

Economia

Simone Spina

A fine dicembre scade l'anticipo previsto da Quota 102. Al futuro governo il compito di trovare una soluzione se si vuole evitare l'innalzamento dell'età previsto dalla legge Fornero. Ma l'alta inflazione fa lievitare i costi dello Stato per la previdenza 

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Sessantasette anni di età per andare in pensione. Ogni giorno che passa diventa più concreto il rischio che da gennaio sia questa la soglia anagrafica per poter lasciare il lavoro (o 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall'età anagrafica, con un anno in meno per le donne). Se non si farà nulla, nel 2023 si applicheranno in toto le regole della legge Fornero, che spostano in avanti il traguardo: a fine dicembre, infatti, scade Quota 102, che permette di avere l’assegno dell’Inps con almeno 64 compleanni e 38 anni di versamenti.

Capitolo previdenza tra i più impegnativi per il nuovo governo

Per il nuovo governo quello della previdenza sarà uno dei dossier più impegnativi. Su quanti soldi servano per abbassare la soglia dei 67 anni dipende da quale meccanismo si vuole utilizzare. Una delle idee che circola da tempo è quella proposta dalla Lega e che ha una sponda tra i sindacati: uscita con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Le stime sui costi non sono univoche (da 4 a 6 miliardi l’anno) ma, in ogni caso, alte.

Via prima dal lavoro ma con assegno più leggero

Nei mesi scorsi si era ragionato anche di andar via dal lavoro a 64 anni, ma con un assegno più leggero di circa il 10 per cento perché calcolato interamente col sistema contributivo. Anche con l'uscita a 58-59 anni e 35 di versamenti – così come penserebbe Fratelli d’Italia – si avrebbe un taglio, che arriverebbe però fino al 30 per cento. Si tratterebbe di ricalcare Opzione Donna (anch’essa in scadenza a fine 2022), che non ha avuto probabilmente il successo sperato: l’ha scelta solo un quarto di chi poteva chiederla e nella metà dei casi dà diritto a un assegno inferiore ai 500 euro al mese.

Nel 2023 spesa pensioni più alta per l'inflazione

Ogni ricetta per dare flessibilità comporta dei costi e si dovrà affrontare anche il tema degli aiuti per raffreddare le bollette, oltre ad allestire la nuova manovra. Il tutto con la previsione di una crescita in forte frenata e alta inflazione. Il rialzo generale dei prezzi ha un effetto anche sulle pensioni: ne appesantisce i costi per lo Stato. Per l’anno prossimo si stima un aumento della spesa previdenziale del 7,9 per cento, dovuto in larga parte all’adeguamento (parziale) degli assegni al caro vita.

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