Tasse, Istat: pressione fiscale sale al 42,4%, in calo potere acquisto

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Il tasso di risparmio delle famiglie è diminuito di 2,3 punti percentuali attestandosi tuttavia ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico", fa sapere l'istituto di Statistica, che migliora le stime tendenziali del Pil: da un + 4,7% a un +5%

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Potere d’acquisto delle famiglie in calo e pressione fiscale in aumento: sono i principali dati che emergono dalla nota trimestrale Istat sui conti della P.A nel secondo trimestre del 2022. L'istituto di Statistica evidenzia che nel trimestre la pressione fiscale è stata pari al 42,4%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. "Il potere d'acquisto delle famiglie ha registrato una flessione lieve nonostante l'impatto negativo dell'aumento dei prezzi. Il tasso di risparmio delle famiglie è diminuito di 2,3 punti percentuali attestandosi tuttavia ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico", sottolinea l'Istat. 

Deficit/pil cala a 3,1% nel secondo trimestre 

"Nel secondo trimestre dell'anno, l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali proseguendo il suo percorso di miglioramento iniziato nel primo trimestre", afferma l'Istat evidenziando che nel secondo trimestre 2022 l'indebitamento netto in rapporto al Pil è stato -3,1% (-7,6% nello stesso trimestre del 2021). Mentre l'indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un'incidenza sul Pil dell'1,6% (-3,7% nel secondo trimestre del 2021). Il saldo corrente delle AP è stato anch'esso positivo, con un'incidenza sul Pil dello 0,8% (-0,7% nel 2021). 

Pil, l'stat migliora le stime tendenziali: +5%

L'Istat migliora le stime tendenziali del Pil. Nella terza stima, diffusa a 90 giorni dal trimestre di riferimento, l'Istituto ha rivisto al meglio il dato tendenziale del secondo trimestre 2022, passando da un + 4,7% a un +5%. Nel secondo trimestre del 2022 il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 5% nei confronti del secondo trimestre del 2021. La precedente stima della crescita congiunturale era stata dell'1,1% mentre quella tendenziale era stata del 4,7%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in ripresa, con un aumento dell'1,6% dei consumi finali nazionali e dell'1,1% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 2% e dell'1,6%.

Caro prezzi morde, è corsa ai discount: +10% a settembre

Il caro prezzi morde il portafogli delle famiglie, che cambiano abitudini e consumi. Cresce così il ricorso ai discount alimentari, per far quadrare i conti della spesa. Gli ultimi dati, elaborati da Nielsen like4like per Fida Confcommercio e per Federdistribuzione, mostrano un balzo di oltre il 10% del fatturato a settembre. Un dato che per Donatella Prampolini di Fida indica una 'cannibalizzazione dei canali dei super e ipermercati', mentre per Federdistribuzione segna solo un trend di crescita in evidenza già da tempo. Il discount è l'unico canale nel settore del commercio alimentare ad aver aumentato il numero di pezzi venduti.

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