Caro energia, fondi Ue dirottati per raffreddare le bollette

Economia

Simone Spina

L'Europa studia un piano per aiutare famiglie e imprese alle prese con gli aumenti di gas e luce. Si tratta di risorse destinate in origine ad altri tipi di investimenti ma non ancora utilizzati. L'Italia potrebbe così ritrovarsi con un tesoretto di circa venti miliardi per ridurre l’impatto dei prezzi

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Per arginare l’aumento di luce e gas, che rischia di strangolare famiglie e imprese in tutto il Continente, una delle strade che si vuole percorrere in Europa è quella di dirottare contro la crisi energetica una porzione dei fondi comunitari destinati ad altre voci di spesa.

Quali fondi Ue usare per il caro energia

In questo modo non si farebbe nuovo debito (idea che crea attriti nell'Unione) perché stiamo parlando di risorse esistenti ma non ancora del tutto utilizzati. I soldi in questione sono in parte quelli destinati all’occupazione colpita dalla pandemia (ReactEu) e, per il resto, fondi (di coesione) che periodicamente Bruxelles assegna ai vari Stati per lo sviluppo e ridurre le disuguaglianze economiche.

20 miliardi nel cassetto

Finanziamenti stanziati per il 2014-2020, ma per i quali c’è tempo fino a dicembre 2023 per spiegare dove sono finiti, e di cui una quota non è stata ancora utilizzata. Per l’Italia si tratta di una ventina di miliardi di euro nel cassetto. Del totale ricevuto il nostro Paese ne ha impegnato l’85 per cento ma già spesi solo la metà. I quattrini residui – questa è l’ipotesi - potrebbero alleggerire i conti delle famiglie più bisognose e soccorrere le aziende in difficoltà.

Soldi comunitari, Italia lumaca

Si tratta di una somma importante: più di quanto deciso da Palazzo Chigi con gli ultimi aiuti. E che ci ricorda i ritardi coi quali il nostro Paese, tra i primi beneficiari delle risorse continentali, gestisce quanto arriva da Bruxelles. Per lentezze burocratiche o mancanza di progetti siamo tra gli ultimi nella spesa di questi fondi, che restano anche inutilizzati. Paradossalmente, dunque, questa inefficienza potrebbe rivelarsi un salvagente: un tesoretto che, invece di finanziare investimenti di ampio respiro, servirebbe per necessità più impellenti: arginare i rincari delle bollette per qualche altro mese. 

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