Cgia: “La Pubblica amministrazione ha accumulato debito di 55,6 miliardi verso fornitori”
Secondo l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, i fornitori sono costituiti prevalentemente da Pmi. Fra i ministeri, il meno reattivo a saldare le fatture ricevute è quello dell’Interno. I maggiori ritardi fra le amministrazioni regionali si sono registrati in Abruzzo, fra i comuni a Napoli. In Italia l'incidenza dei debiti commerciali della PA sul Pil è stata del 3,1%: è il dato peggiore fra i 27 membri dell’Unione europea
Lo Stato è in ritardo con i pagamenti verso i suoi fornitori, soprattutto Piccole e medie imprese, per un ammontare complessivo di 55,6 miliardi di euro. Lo denuncia l'Ufficio studi della Cgia, in una nota: “Non c’è solo l’emergenza caro energia. Nell’ultima campagna elettorale nessun partito ha speso, invece, una parola contro una ‘storica’ criticità. Tutti hanno fatto finta di niente, come se il problema non esistesse”
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Prosegue l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre: “Lo Stato centrale e le sue articolazioni periferiche continuano 'colpevolmente' a non pagare i propri fornitori, costituiti prevalentemente da Pmi. Quando lo fanno, ciò avviene con grave ritardo rispetto ai tempi di pagamento previsti dalla legge"
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In Italia, prosegue la Cgia, le commesse della nostra PA ai privati ammontano nel complesso a circa 150 miliardi di euro all'anno e il numero delle imprese fornitrici si aggira attorno a un milione
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Tra i ministeri - prosegue la nota - quello meno reattivo a saldare le fatture ricevute è stato l'Interno con un “Indicatore di tempestività dei pagamenti” (Itp) pari a +67,09. Secondo quanto riferito dal documento Cgia, perciò, il Viminale liquida i propri fornitori con oltre 2 mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista dal contratto. Seguono le Politiche agricole con +42,28 e la Difesa con +32,75
Tra le amministrazioni regionali, invece, i maggiori ritardi nel saldare i pagamenti si sono registrati in Abruzzo con 62 giorni oltre la scadenza contrattuale, in Basilicata con 39,57 e in Campania con un ritardo medio di 9,74 giorni
Tra i comuni la situazione più critica si è verificata a Napoli. L'anno scorso, l'amministrazione comunale del capoluogo campano ha accumulato 228,15 giorni di ritardo nei pagamenti. A Lecce sono stati 63,18 e a Salerno 61,57. Tra le Asl, infine, quella di Napoli 1 Centro ha pagato con un ritardo di 43,77 giorni, l'Usl Toscana Nord Ovest con 22,34 e la Napoli 2 Nord con 16,92
Per la Cgia la soluzione potrebbe essere prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all'erario
Tra i 27 membri dell'Ue - si legge sempre nella nota dell’Associazione - nel 2021 nessun altro Paese presenta uno score così negativo come quello italiano. In Italia l'incidenza dei debiti commerciali della PA sul Pil è stata infatti del 3,1%. Per esempio, i debiti di parte corrente sul Pil della Spagna sono allo 0,8%, in Francia all'1,4% e in Germania all'1,6%. Persino la Grecia, che l'anno scorso aveva un rapporto debito pubblico/Pil che sfiorava il 203%, presenta un'incidenza dei debiti commerciali sul Pil quasi la metà di quella italiana: 1,7%
La Cgia precisa che negli ultimi anni i ritardi di pagamento - misurati con l’Itp, l’Indicatore di tempestività dei pagamenti - sono mediamente in calo, anche se secondo la Corte dei Conti si starebbe consolidando una tendenza che vede le amministrazioni pubbliche privilegiare il pagamento in tempi brevi delle fatture di importo maggiore e ritardare intenzionalmente la liquidazione di quelle di importo meno elevato. Questa modalità penalizza, appunto, le piccole imprese
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