
Energia, aumentano gli acquisti di stufe e caminetti a pellet. Ma salgono i prezzi
Secondo i dati forniti dall'Associazione italiana energie agroforestali (Aiel), gli acquisti di questi strumenti per riscaldare casa, tra gennaio e maggio 2022, sono cresciuti del 28% rispetto all'anno scorso. La crisi delle materie prime rende però più difficile trovare in tempi brevi e a basso prezzo gli strumenti con cui utilizzare il pellet. Esistono tuttavia diversi incentivi per chi sceglie di passare dal riscaldamento a gas a quello a biomasse

Sempre più italiani puntano sul pellet per riscaldare casa. Lo sottolinea un’analisi diffusa dall’Associazione italiana energie agroforestali (Aiel) e riportata da Repubblica: tra gennaio e maggio 2022 le vendite di caminetti e stufe a pellet o legna sono salite del 28% rispetto allo scorso anno. Questo successo è in parte dovuto alle spinte ambientaliste sempre più diffuse nella popolazione: il pellet è un metodo di riscaldamento particolarmente green. C’è poi il tema del caro-bollette e della ricerca di metodi alternativi al gas per alzare la temperatura di casa
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In molti guardano quindi alle biomasse per il riscaldamento domestico. Anche questo settore sta scontando però diversi problemi. Il prezzo del pellet è salito di molto negli ultimi mesi. Sempre Aiel, lo scorso luglio, sottolineava come il costo dei sacchi da 15 chili, solitamente attestato intorno a cinque o sei euro, nel 2022 è aumentato fino al 100%, raggiungendo quindi i 10-12 euro. Non solo: la crisi delle materie prime ha fatto aumentare anche il prezzo di stufe e caminetti
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Reperire tutti i materiali necessari per la costruzione di nuovi strumenti da utilizzare con il pellet è difficile e richiede più tempo rispetto a prima. Per questo i prezzi sono in aumento. La situazione è quindi complicata: da un lato c’è più richiesta di pellet, nonostante il costo in salita, dall’altro – tra pandemia da Covid-19 e guerra in Ucraina – è difficile sia trovare in tempi brevi stufe e caminetti che la stessa biomassa
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Già negli scorsi mesi la direttrice dell’Aiel, Annalisa Paniz, aveva parlato di come Paesi tradizionalmente esportatori di biomasse – come Russia, Bielorussia, Ucraina e Romania – abbiano diminuito i volumi delle loro esportazioni verso l’estero. In ogni caso, anche la politica si è mossa per incentivare il ricorso a pellet e in generale alle biomasse per produrre calore
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Passando al pellet si può ad esempio usufruire dell’Ecobonus al 65%, incentivo dal valore massimo di 30mila sulle spese sostenute per vari interventi, tra cui i lavori di riqualificazione energetica per immobili già iscritti al Catasto o con pratica di iscrizione in corso. È poi possibile ricevere anche un rimborso del 50% (su un massimo di 96mila euro) in caso di interventi avviati nell’ambito di ristrutturazioni edilizie, purché le stufe abbiano un rendimento pari almeno al 70%
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Entrambe le agevolazioni – salvo future proroghe – sono valide per acquisti finalizzati entro il 31 dicembre 2022. Risparmiare è possibile anche con il contributo del 65% sul conto termico gestito dal Gse (Gestore dei servizi energetici) per chi passa dal riscaldamento a gas a quello a biomassa

Generalmente, una stufa a pellet ad aria può costare tra i 1500 e i 3mila euro. Gli strumenti ad acqua sono invece più cari, con prezzi che si aggirano tra i 2500 e i 4mila euro. Ci sono poi da considerare anche i costi dell’impianto, della costruzione della canna fumaria (circa 30 euro al metro quadro) e all’acquisto del pellet stesso