Il Centro studi sostiene che a soffrire saranno in particolare gli investimenti. L'impatto per l'economia italiana è stimato in una minore crescita del Pil del 2,2%
Con il rincaro "record" del prezzo del gas raggiunto ad agosto, a causa dei tagli delle forniture dalla Russia (GUERRA UCRAINA, LIVEBLOG), "la resilienza dell'industria è alle corde". E' quanto denuncia il Centro studi di Confindustria nella sua "Congiuntura flash" di settembre. Con il prezzo del gas, fino a fine 2023 a 235 €/mwh, l'impatto per l'economia italiana è stimato in una minore crescita del pil del 2,2%. Con il prezzo a 298 €/mwh la riduzione nel biennio sarebbe del 3,2%. Il rischio, in questo secondo caso, è di 582mila occupati in meno. Riguardo all'incidenza sui costi delle imprese, gli effetti del balzo del prezzo del gas potrebbe incidere sulla manifattura fino al 10,2% nel 2022 e al 13,7% nel 2023, più che triplicata rispetto al 3,9% pre-crisi.
L'analisi
Dopo mesi di impatto del caro-energia sui margini, adesso a "soffrire" saranno gli investimenti. Pertanto, denuncia Confindustria, "lo scenario vira al ribasso", peggiorato da un'inflazione altrettanto "record" che "erode il reddito delle famiglie e minaccia i consumi, protetti (in parte e non per molto ancora) dal risparmio accumulato. La Bce ha risposto a prezzi elevati ed euro debole alzando i tassi, che daranno un ulteriore impulso recessivo. Tuttavia, fa notare l'Ufficio studi di Confindustria, rientrano i prezzi di varie commodity, perché è più fiacca l'economia mondiale. L'Italia, invece, resiste grazie a più mobilità e turismo e alla crescita delle costruzioni.