Dipendenti statali, fino a sette anni di attesa per avere la liquidazione
L’Istituto ha pubblicato una nota di chiarimento sulle tempistiche con le quali si può ottenere il trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici: sono diverse a seconda della cause di cessazione del rapporto di lavoro. Si va dai 105 giorni previsti nel caso di decesso del lavoratore o di uscita per inabilità, ai quasi 5 anni nel caso si sia usciti dal lavoro con la cosiddetta Quota 100. In altri casi, per ottenerlo interamente l’attesa sfiora i 7 anni
Il trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici, la cosiddetta liquidazione, ha tempi di pagamento diversi a seconda della cause di cessazione del rapporto di lavoro: può andare dai 105 giorni previsti nel caso di decesso del lavoratore o di uscita per inabilità, ai quasi 5 anni nel caso si sia usciti dal lavoro con la cosiddetta Quota 100. In caso di importo superiore a 100mila euro, l'attesa per ottenerlo interamente sfiora i 7 anni. È quanto emerge da una nota di chiarimento dell'Inps sui tempi con i quali si può ottenere la liquidazione
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L'Inps ha quindi spiegato quali sono i tempi per ottenere il trattamento, aggiungendo che è stata rinnovata la misura che consente di chiedere l'anticipo in banca fino a 45mila euro. "Nel caso di cessazione del rapporto di lavoro avvenuta per raggiungimento dei limiti di età o di servizio, il pagamento va effettuato non prima di 12 mesi dalla data di cessazione dal servizio. In tutti gli altri casi di cessazione del rapporto di lavoro, come per esempio dimissioni e licenziamento, il pagamento della prestazione spettante sarà effettuato non prima di 24 mesi"
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La liquidazione viene rogata in tempi brevi (105 giorni) nel caso di decesso del lavoratore o di uscita per inabilità, mentre può arrivare a quasi cinque anni per i lavoratori che sono andati in pensione con Quota 100 avendo appena compiuto 62 anni di età e 38 di contributi
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Chi ha usufruito della misura in vigore fino alla fine del 2021, infatti, deve comunque aspettare di raggiungere il più favorevole tra i requisiti previsti dalla riforma Fornero (67 anni di età o 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini) prima di avere diritto alla liquidazione
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L'Inps ribadisce che quando si va in pensione prima di aver raggiunto i requisiti anagrafici o contributivi previsti dalla riforma Monti/Fornero, ad esempio usufruendo del beneficio pensionistico Quota 100, "i termini per l'erogazione del Tfs decorrono dalla data di raggiungimento del diritto teorico più favorevole (requisito anagrafico o contributivo previsto dalla Monti/Fornero, quindi 67 anni di età o 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, ndr), non dalla data di effettivo collocamento a riposo"
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A seconda dell'importo al quale si ha diritto, sottolinea l’Inps, i tempi per l'erogazione complessiva possono arrivare fino a due anni dalla prima erogazione. Per un dipendente pubblico che va in pensione con Quota 100 (misura esaurita l'anno scorso) e ha diritto a una liquidazione superiore a 100mila euro, inoltre, i tempi si allungano a sette anni per avere interamente l'importo al quale si ha diritto (dopo cinque anni l'Inps inizia a pagare e finisce 24 mesi dopo con tre rate)
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L’Inps, infatti, chiarisce che l'erogazione della prestazione può avvenire: in un'unica soluzione, se l'ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50mila euro; in due rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 50mila euro e inferiore a 100mila euro; in tre rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è pari o superiore a 100mila euro. In caso di pagamento rateale, la seconda e la terza tranche saranno pagate rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla data di decorrenza del diritto al pagamento della prima
Ai termini di pagamento previsti sulla base della causale di cessazione, aggiunge l'Inps, "la normativa aggiunge 90 giorni per gli adempimenti istruttori duranti i quali non maturano interessi di mora, in quanto l'elaborazione dei Tfs dipende anche dalla celerità di trasmissione dei dati utili all'elaborazione della prestazione da parte degli Enti ex datori di lavoro. Operazione che, talvolta, può determinare un ampliamento dei tempi di lavorazione delle istanze che si presentino incomplete sotto il profilo degli elementi utili al calcolo della prestazione"
L’Istituto spiega ancora che “al momento dell'accesso alla pensione è possibile presentare, alle banche o agli intermediari finanziari che aderiscono a uno specifico Accordo Quadro - sottoscritto tra Abi e i ministeri interessati, sentito l'Inps - rinnovato di recente e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, una richiesta di finanziamento per una somma pari all'importo dell'indennità di fine servizio maturata, entro un massimo di 45mila euro”. L’anticipo si può chiedere per due anni, quindi fino al 2024
In questo caso l'Inps, a fronte della presentazione della domanda on-line di anticipazione da parte dell'iscritto, ha 90 giorni di tempo per rilasciare la certificazione e 30 giorni, dalla data di notifica del contratto da parte della Banca, per produrre la presa d'atto: decorsi questi termini, la richiesta di anticipazione deve essere ripresentata. Il finanziamento dell'anticipazione autorizzata viene garantito dallo Stato tramite un apposito fondo di garanzia gestito dall'Inps