Gas, chiusura record a 276,7 euro. Borse europee in rosso, euro in caduta sul dollaro

Economia
Ansa/Ipa

I future Ttf, benchmark del prezzo del metano in Europa, hanno segnato un +13,17%. Piazza Affari ha chiuso in ribasso dell'1,64%, ma la peggiore è Francoforte, il cui indice Dax ha perso il 2,32%. Lo spread si riporta sui massimi dalla fine dello scorso luglio, in rialzo di 5 punti base a 231. L'euro arriva a segnare un minimo di 0,9938

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Nuovo record per il prezzo del gas, dopo la decisione di Gazprom di chiudere per tre giorni il gasdotto Nord Stream. I future Ttf, benchmark del prezzo del metano in Europa, hanno terminato le contrattazioni ad Amsterdam con un balzo del 13,17% a 276,75 euro, dopo aver segnato in giornata un massimo di 295 euro (+20,6%). Seduta pesante per le Borse europee, mentre lo spread si riporta sui massimi dalla fine dello scorso luglio e l'euro ritocca i minimi dal 2002 sul dollaro.

Sale anche il prezzo dell'energia elettrica

Secondo la piattaforma europea Gie-Agsi, le scorte di gas in Italia sfiorano il 79%, ma uno stop delle forniture di gas russo in agosto esaurirebbe le riserve nei Paesi euro già a fine anno, innescando razionamenti e recessione. Lo prevede un'analisi di tre economisti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), secondo la quale, senza interventi sui consumi, il Pil dell'eurozona perderebbe l'1,7%, con un impatto del 2,5% per i due Paesi più esposti, cioè Italia e Germania. La Bundesbank tedesca teme che nel prossimo autunno, con questo trend, il tasso di inflazione in Germania possa raggiungere "un ordine di grandezza del 10%", mentre il governo italiano "continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere", assicura dal meeting di Rimini il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Ma il momento è chiaramente difficile: il prezzo dell'energia elettrica in Germania ha superato per la prima volta i 700 euro al Megawattora, 14 volte di più della media stagionale degli ultimi 5 anni, mentre in Italia il prezzo di acquisto dell'energia elettrica sfonda quota 500 euro con un rialzo del 9,7% rispetto alla settimana precedente. Il petrolio invece accusa i timori di recessione mondiale ed è sceso anche sotto i 90 dollari al barile.

Borse europee in rosso

Ancora una seduta difficile per Piazza Affari, che sconta i timori per gli effetti della crisi energetica sull'economia europea: l’indice Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in ribasso dell'1,64% a 22.165 punti. Ma in Europa a pagare il prezzo più alto per via della forte esposizione della Germania alle importazioni di gas russo è la Borsa di Francoforte, il cui indice Dax ha perso il 2,32% a 13.230 punti. A Parigi il Cac 40 ha ceduto l'1,8% a 6.378 punti, mentre a Londra il Ftse 100 è riuscito a contenere i ribassi allo 0,22%, a 7.533 punti.

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Spread Btp-Bund chiude a 231, rendimento corre al 3,6%

Lo spread Btp-Bund continua ad allargarsi e si riporta sui massimi dalla fine dello scorso luglio, con il differenziale di rendimento tra Btp e Bund tedesco in rialzo di 5 punti base a 231. Ancora più rapida l'ascesa del rendimento del decennale italiano, salito oggi di altri 12,6 punti base, al 3,61%, sui massimi dalla seconda metà di giugno. Il decennale italiano è stato il titolo peggiore dell'Eurozona in una seduta di vendite generalizzate per il debito europeo, che sconta i timori legati all'inflazione, accentuata dalla corsa dei prezzi energetici, e alla risposta monetaria della Bce.

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Euro in caduta sul dollaro (-1%), nuovi minimi dal 2002

L'euro crolla ai minimi dal 2002 nei confronti del dollaro. Appesantita dai timori per la crisi del gas in Europa, da una possibile recessione e dalla paura di una Fed falco, la moneta unica europea affonda sotto la parità, arrivando a perdere oltre l'1% a 0,9938 dollari. Un tonfo che, secondo gli analisti, è solo l'inizio di una parabola. Morgan Stanley prevede infatti che l'euro cali a 0,97 dollari nel trimestre in corso, mentre Nomura stima 0,975 dollari entro la fine di settembre per poi possibilmente scendere a 0,95 o sotto.

Gli ostacoli dell'euro

Sulla moneta unica pesa la corsa dei prezzi del gas e i rischi che questa comporta. La fiammata rischia infatti di far scivolare l'economia europea in recessione e far involare ancora di più i prezzi, costringendo le banche centrali del Vecchio Continente, dalla Bce alla Bank of England, ad alzare i tassi di interesse per cercare di fermare l'inflazione. Il crollo sotto la parità con il dollaro è legato anche all'attesa per il consueto meeting dei banchieri centrali a Jackson Hole. All'appuntamento fra le montagne del Wyoming il presidente della Fed Jerome Powell dovrebbe delineare le sue prossime mosse, facendo chiarezza e cercando di riallineare le aspettative dei mercati finanziari, il cui rally recente è basato sull'attesa di un taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana il prossimo anno. Aspettativa che, ripetono da giorni presidenti e governatori della Fed, è mal riposta in quanto la banca centrale è determinata ad andare avanti con i rialzi e spingere una politica monetaria restrittiva per riportare i prezzi all'obiettivo del 2%. "L'euro è particolarmente suscettibile a una revisione delle aspettative per la Fed, considerata la posizione più da colomba assunta dalla Bce", osservano alcuni analisti.

L'ex segretario al Tesoro: "Dalla Fed serve un messaggio chiaro"

A chiedere alla Federal Reserve l'invio di un messaggio chiaro ai mercati ma soprattutto agli americani è l'ex segretario al Tesoro Larry Summers, secondo il quale la banca centrale dovrebbe chiaramente dire che contro l'inflazione imporrà una politica monetaria "restrittiva" che farà salire la disoccupazione. "La mia maggiore paura è che la Fed continui a suggerire di poter aver tutto in termini di bassa inflazione, bassa disoccupazione ed economia in salute", dice Summers ai microfoni di Bloomberg, spiegando come continuare a suggerire di poter raffreddare i prezzi senza imporre alcuna sofferenza potrebbe creare "ulteriori danni" alla reputazione della stessa Fed.

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