La tradizionale relazione annuale dell'Ispettorato nazionale del lavoro evidenzia, inoltre, che se si considerano i controlli effettuati assieme a Inps e Inail, pari a 84.679, la percentuale delle realtà produttive non regolari sale al 69%
Su 62.710 ispezioni realizzate nelle aziende dal solo personale dell'Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) nel 2021, "oltre il 62% è risultato irregolare" ma, se si considerano i controlli effettuati globalmente insieme a Inps e Inail, pari a 84.679, la percentuale delle realtà produttive con irregolarità sale al 69%. A rivelarlo è la relazione annuale dell'Ispettorato sull'attività dell'anno passato, appena pubblicata.
Terziario ed edilizia in cima alla classifica
La percentuale dei controlli sulle aziende da parte dell'Inl, evidenzia il documento dell'organismo diretto da Bruno Giordano, "raggiunge il 78% dei controlli complessivamente svolti; l'aumento di tali controlli (+9,7%) ha avuto un notevole effetto di trascinamento verso l'alto delle ispezioni definite in materia previdenziale (+14%) e in materia assicurativa (+33%)". Gli indici di irregolarità più elevati, viene indicato, "si riscontrano nell'edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarità notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, a esternalizzazioni e interposizioni illecite".
Su 59 mila irregolari il 26% è in nero
La presenza di lavoratori occupati "in nero" costituisce circa il 26% (pari a 15.150 soggetti) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati dall'Ispettorato nazionale del lavoro e nel rapporto tra il numero occupati "in nero" e quello delle ispezioni con esito irregolare, "le percentuali più elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60 addetti "in nero" per 100 controlli con esito irregolare), seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%)".