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Crisi di governo, dossier e miliardi a rischio

Economia

Simone Spina

L'incertezza politica può rallentare o far saltare numerose questioni ancora aperte: dalla concorrenza al fisco, passando per le pensioni e il taglio delle tasse. Su tutti, poi, pesa l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa, con la sua dote miliardaria 

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Fisco e concorrenza. Il Piano Nazionale di Ripresa, alcune riforme e altre decine di leggi e decreti da approvare, compresa la manovra per l’anno prossimo. Sono tanti i dossier economici che rischiano di frenare, o saltare, se Mario Draghi non rimarrà a Palazzo Chigi e si andrà a votare in autunno. 

Piano di Ripresa, la tabella di marcia

Sul tavolo ci sono norme da varare in tempi stretti per centrare una serie di obiettivi entro dicembre, in modo da poter avere da Bruxelles la prossima rata (da quasi 22 miliardi) del Recovery Fund. Il piano di aiuti europei, di cui l’Italia ha la fetta più grande, infatti si incassa in tranche, ma bisogna rispettare la tabella di marcia. E restando in ambito internazionale, c’è da ricordare il peso di Draghi nel cercare forniture energetiche alternative alla Russia e il tetto europeo al prezzo del gas importato, una proposta partita da Roma.

Le riforme da mandare in porto

Tornando a casa nostra, tra i provvedimenti urgenti ricordiamo la legge sulla concorrenza, con le nuove regole per le spiagge e i taxi; la riforma del Fisco, con l’obiettivo di cambiare i livelli delle imposte per milioni di italiani e riordinare il catasto (cioè la base per le tasse su case e palazzi). E ancora: il nuovo codice degli appalti, per il quale servono norme specifiche da mettere nero su bianco entro fine anno. C’è anche la Giustizia, con in ballo regolamenti per migliorarne l’efficienza e smaltire gli arretrati.

Salario minimo e taglio cuneo fiscale

Sul tavolo, poi, una serie di questioni di cui si era iniziato a discutere. Se è probabile che si possa dare il via libera ai nuovi aiuti (si stimano 10 miliardi) contro il carovita, assai difficile che si arrivi al salario minimo, per tutelare i precari, e al taglio del cuneo fiscale, per rendere più pesante la busta paga dei lavoratori con redditi medio-bassi.

Incognita manovra

Si tratta di temi complessi, come quello delle pensioni (se non si fa nulla da gennaio serviranno 67 anni per lasciare il posto), da affrontare con la legge di Bilancio, la cui cornice va disegnata a fine settembre e inviata a ottobre all’Europa, per poi essere discussa e approvata entro dicembre.